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visita all'hotspot di Pozzallo. Di Maio: «Fico parla a titolo personale». E poi
minaccia l’Unione europea
Leo Lancari, il Manifesto
Parla da uno dei luoghi simbolo
dell’emergenza migranti come Pozzallo, in Sicilia, e ogni frase, ogni singola
parola contraddicono le azioni del governo gialloverde. A partire dalla
decisione presa dal ministro degli Interni Matteo Salvini di chiudere i porti
alle navi delle Ong non solo per sbarcare uomini, donne e bambini strappati al
mare, ma anche per fare rifornimento e sostituire l’equipaggio. «Io non lo
avrei fatto», dice il presidente della Camera Roberto Fico uscendo ieri
dall’hotspot della città portuale. Non cita mai Salvini, né il ministro delle
Infrastrutture Danilo Toninelli sempre allineato alle decisioni del leghista,
ma è chiaramente a loro che si riferisce. «Come terza carica dello Stato dico
che bisogna essere solidale con chi emigra, che sono storie drammatiche che
toccano il cuore. Tocca all’Europa farsi carico di quest’emergenza, non solo
all’Italia e bisogna tirare fuori gli estremismi perché la solidarietà si fa
insieme». Gli risponde il vicepremier Luigi Di Maio: «Fico parla a titolo personale»,
dice il capo politico dei 5 Stelle che ha appena minacciato l’Unione europea:
«Versiamo all’Europa 20 miliardi di euro l’anno: se questi signori smentiscono
un documento appena firmato dobbiamo rivedere tutto», dice riferendosi al mezzo
accordo siglato a Bruxelles. E in serata interviene anche Salvini: le parole di
Fico: «Un suo punto di vista personale», dice da Pontida: «Divergenze? Non
siamo in una caserma, è giusto che ognuno esprima le proprie idee. Poi i
ministri fanno i ministri».
Non è la prima volta che il
presidente della Camera, che è anche figura di spicco del M5S, prende le
distanze dall’operato del governo manifestando pubblicamente il dissenso
provocato da certe scelte. La stessa cosa la fece lo scorso 11 giugno quando si
recò, anche allora unico esponente delle istituzioni, nella tendopoli di San
Ferdinando, in Calabria, dove viveva Soumayla Sacko, il sindacalista maliano
ucciso pochi giorni prima a colpi di fucile. «Vengo per portare le condoglianze
dello Stato alla famiglia e agli amici di Soumayla», disse.
Oggi a dividerlo dal governo sono
le posizioni estremiste assunte nel confronti dei migranti e delle
organizzazioni non governative. A Pozzallo Fico le ha viste lavorare e il
giudizio che ne trae non lascia spazio a dubbi: «Quando si parla di ong bisogna
capire cosa si vuole intendere. Fanno un lavoro straordinario di supporto alla
Capitaneria di porto, lavorando insieme per salvare i migranti», avverte.
Sottolineando per di più come la campagna condotta contro di loro non abbia
portato a nessuna accusa concreta. «C’era un’inchiesta su Palermo che è stata
archiviata, da più di un anno è stata aperta un’inchiesta a Catania ma sembra
che non riesca a cavare u ragno dal buco», ricorda. «Quando si parla di ong
bisogna fare nomi, cognomi, da chi sono finanziate se non si sta dicendo niente
e di fa una cattiva informazione».
Fatta eccezione per la senatrice
Paola Nugnes («la penso esattamente come Fico. Qui parliamo di diritti
fondamentali sanciti dalla Costituzione, rispetto ai quali non si possono
accettare forzature»), e per lo sfogo di Di Maio con i suoi collaboratori con i
quali avrebbe negato che il governo chiude i porti alle navi, ma solo alle ong
, ancora una volta è il silenzio a caratterizzare le reazioni dei pentastellati
ormai completamente sottomessi, anzi «asfaltati» come direbbe probabilmente
Beppe Grillo, dall’iniziativa leghista. Apprezzamento per le parole del
presidente della Camera arrivano invece, come è ovvio, dall’opposizione. «Ho
apprezzato le parole del Presidente Fico», dice il reggente del Pd Maurizio
Martina. «Sono parole giuste. Ora mi auguro che voglia muoversi sia verso la
maggioranza di governo e nel suo movimento perché si rifletta con serietà sulla
situazione e si fermino scelte sbagliate come quelle fatte sino a qui
dall’esecutivo».
D’accordo con Fico anche l’ex
presidente di Montecitorio Laura Boldrini, che si chiede però come farà d’ora
in poi Fico a relazionarsi con la maggioranza formata dal Movimento 5 stelle e
dalla Lega che, afferma, «vuole fare il contrario di quello che dice lui».
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