Redazione – L’Antidiplomatico
01 Ottobre 2018
In un'intervista a RT, il ministro degli Esteri
siriano Walid Muallem ha dichiarato che le autorità di Damasco stanno lavorando
con diversi paesi, tra cui Giordania e Libano, in modo che i rifugiati siriani
possano tornare nella loro patria.
"Un gruppo di rifugiati siriani è tornato dal
Libano (...) Abbiamo accolto diverse migliaia [siriani], noi, in Siria,
esortiamo tutti i profughi siriani all'estero a tornare nella loro patria. Ci
sarà una vita dignitosa, sicurezza, futuro e l'opportunità di partecipare alla
ricostruzione del paese, quindi esorto i siriani a pensare di tornare in
Siria", ha esortato Muallem.
Inoltre, il ministro degli esteri ha accusato
l'Occidente di ostacolare il processo di rimpatrio dei rifugiati siriani nelle
loro case. "Sono intimiditi [dicono loro] che se tornano, la loro vita, le
loro proprietà e la loro terra saranno minacciate, e insisto che queste
affermazioni sono completamente infondate", ha replicato il diplomatico.
"Lo stato siriano può e dovrebbe ricevere i
suoi cittadini se vogliono tornare, e quelli che stabiliscono le condizioni per
il loro ritorno sono quelli che hanno cospirato contro la Siria sette anni e
mezzo fa per rovesciare il governo, ma non potevano farlo con mezzi militari,
hannocercato di ottenerlo usando il processo di rimpatrio dei profughi",
ha affermato.
Secondo lui, il ritorno dei rifugiati non ha nulla
a che fare con il processo politico. "Sono cose diverse, il ritorno dei
rifugiati è un problema umanitario, e il processo politico è un problema
politico, e quelli che parlano di una connessione tra i due possono dirti che
chiunque abbia perso sul campo di battaglia non avrà successo politica ",
ha concluso.
Dialogo con i curdi, determinante il "fattore
americano"
I colloqui di pace tra il governo siriano e le
forze democratiche siriane egemonizzate dai curdi delle 'Forze democratiche
siriane' (SDF) all'inizio sono stati promettenti, ma in seguito si sono
fermati "a causa del fattore
americano", ha spiegato Muallem.
Una volta avviati i negoziati, gli Stati Uniti
hanno aumentato il sostegno militare ai ribelli e hanno preso di mira le forze
governative siriane di stanza nell'area, ha spiegato il capo della diplomazia
siriana.
Ha ribadito che la presenza statunitense ostacola
le prospettive di riconciliazione con i curdi, che beneficiano anche degli
aiuti militari statunitensi.
Fonte: RT - FOTO Reuters
Notizia del: 01/10/2018
Nessun commento:
Posta un commento