C. Di Cristofaro e A.Fontana– Il sole 24 ore
03 Ottobre 2018
Lo scontro verbale tra Roma e Bruxelles sui saldi
di bilancio italiani e sulla tenuta dei conti pubblici tiene alta la tensione
sui Btp e su Piazza Affari che tuttavia, anche grazie alle dichiarazioni del
Presidente del Consiglio Conte (euro definito «irrinunciabile») ha recuperato
nel pomeriggio chiudendo in calo contenuto.
Il FTSE MIB, che in mattinata ha toccato i minimi
da 17mesi scivolando del 2%, ha chiuso le contrattazioni con un calo dello
0,23%. La risalita è stata guidata dai rialzi di Atlantia (+2,3%) e delle
utility ma anche dal dietrofront di Stmicroelectron (+2,2%) grazie alla
vivacità dei tecnologici, Intel in primis, a Wall Street. Anche Fiat Chrysler
Automobiles, piegata in mattinata dalle immatricolazioni italiane, ha
guadagnato lo 0,37% dopo i dati sulle vendite Usa di settembre (+15% rispetto
allo stesso mese 2017). Male Pirelli & C (-2,7%) e molti finanziari a cominciare
da Unipol e da Banco Bpm. Continua la caduta di Tim (-2%) ormai a un soffio dai
minimi storici toccati nell'estate 2013. Nel resto d'Europa indici piegati dai
titoli industriali, dai retailer e dalle banche. Madrid la peggiore (-0,9%). In
rosso gli altri indici.
Wall Street in risalita con Intel protagonista
Wall Street è positiva nell'S&P500 ma l'indice
Dow Jones sta allungando il passo trainato da Intel, Boeing e Apple. Piatta
Amazon, che intende aumentare il salario minimo ai dipendenti Usa, giù Pepsi
nell'ultimo giorno in azienda del ceo Indra Nooyi. Il gruppo delle bevande ha
mostrato ricavi e utili sopra le stime dopo tre trimestri in calo.
A Milano giù le banche, Tim verso minimo storico
I titoli bancari sono rimasti sotto pressione,
dopo la debacle della mattinata con una raffica di sospensioni in asta di
volatilità. In avvio il Banco Bpm era andato subito in asta con un calo del 5%,
per poi rientrare e limitare le perdite all'2% circa. Intorno al 2% anche la
flessione di Ubi Banc e di Unicredit, mentre Intesa Sanpaolo e Mediobanca hanno
registrato cali contenuti. Fuori dal listino principale, pesanti Monte dei
Paschi e Credito Valtellinese.
Tra i titoli peggiori Telecom Italia che già ieri
aveva perso il 5% per il taglio di rating di Barclays e oggi cede altri tre
punti percentuali dopo che la società ha precisato ieri che l`impegno di cassa
per il pagamento delle frequenze 5G è limitato nel 2018-21. Il titolo viaggia
sotto i 49 centesimi per azione. Chiusura in recupero per Fiat Chrysler
Automobiles nonostante il forte calo delle immatricolazioni a settembre (-40%
su un mercato in flessione del 25%): nel pomeriggio sono arrivate le
statistiche sulle immatricolazioni di settembre negli Stati Uniti (+15%) grazie
all'andamento da record di Jeep e Ram.
Riscatto delle utility. Nuovo tonfo di Astaldi:
-60% in tre giorni
Il riscatto delle utility, che ha riguardato tutto
il settore anche in Europa, e' stato guidato da Snam e A2a(+1,2% per entrambe)
e accompagnato dal +0,6% Enel e dal +0,5% di Italgas. Anche se le perdite si
sono via via ridotte, tant'è che a fine seduta il Ftse Italia Banche ha ceduto
l'1,17%, tutti i principali istituti sono rimasti in rosso sotto il peso
dell'andamento negativo dei titoli di Stato: Intesa Sanpaolo ha comunque
limitato il passivo allo 0,3% e Mediobanca allo 0,4%. In calo dell'1,2%
Prysmian che oggi ha annunciato un contratto da 125 milioni di euro per
l'interconnessione tra Creta e il Pelopponeso. Fuori dal Ftse Mib altro ko per
Astaldi all'indomani del taglio di rating da parte di Fitch: le azioni del
gruppo di costruzioni hanno perso un altro 28%. In tre sedute le quotazioni
sono scese di oltre il 60%. Giu' del 12,4% Fiera Milano. Nel resto d'Europa
Madrid ha chiuso a -1,08%, Francoforte ha perso lo 0,4%, Parigi lo 0,7% e
Londra lo 0,28%.
Euro recupera da 1,15 dollari ma resta caso Italia
Euro sotto pressione a causa delle tensioni sulla
manovra italiana. Il cambio euro/dollaro questa mattina si è avvicinato a una
importante soglia di supporto in area 1,15/1,1530, sui minimi da fine agosto.
La moneta unica ha poi recuperato terreno chiudendo a 1,156. A pesare sono
state le critiche giunte ieri dal presidente della Commissione europea,
Juncker, e dai commissari Moscovici e Dombrovskis. In particolare, Juncker ha
parlato del rischio di trattamenti speciali che potrebbero portare alla fine
dell'euro. Nonostante il ministro Di Maio abbia rassicurato stamattina che non
ci sia alcuna volontà di uscire dall'euro, il nervosismo si è accentuato con le
parole del consigliere economico della Lega, Claudio Borghi, che ha fatto
riecheggiare sui mercati lo spettro di una fuoriscita dall’euro, affermando che
«l’Italia avrebbe risolto i suoi problemi se avesse avuto la propria valuta».
Poco dopo, lo stesso Borghi ha precisato che non esiste un piano di uscita
dall'euro. E da Lussemburgo è arrivata oggi una nuova dichiarazione di Pierre
Moscovici, dai toni meno forti: «L’Italia è al cuore dell’Europa ed è
nell’interesse di tutti avere una Italia forte, una Eurozona forte e un euro
forte: gli italiani sono attaccati all’euro perché li protegge, non alimentiamo
pensieri» di uscita dall’euro.
Ripiega il petrolio dopo i record della vigilia
Prezzi del greggio in calo, dopo la seduta record
di ieri. Il Brent ieri ha superato gli 85 dollari al barile e oggi è tornato
sotto questa soglia. I primi sondaggi hanno evidenziato un aumento della
produzione Opec nel mese di settembre. Gli operatori restano focalizzati sui
timori di un forte calo dell’export iraniano difficilmente compensabile nel
breve termine. La prossima resistenza, fanno notare gli analisti di Mps Capital
Services, si colloca intorno agli 88 dollari al barile, livello potenzialmente
raggiungibile con i dati Eia su scorte e produzione di greggio Usa in
pubblicazione domani.
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