Decreto
Dignità. Intervista a Maria Grazia Gabrielli, segretaria della Filcams Cgil:
«E' meglio che il governo cambi il nome al decreto. Non escludiamo il voto
referendario»
Roberto Ciccarelli, Il manifesto
01 agosto 2018
Maria
Grazia Gabrielli, segretaria della Filcams Cgil, oggi sarete a Montecitorio con
Fisascat Cisl e Uiltucs contro i voucher nel decreto dignità. Per quale
ragione?
Perché il decreto amplia l’uso
dei voucher agli alberghi e alle strutture ricettive fino a 8 dipendenti. Come
in agricoltura saranno estesi i termini temporali da 3 a 10 giorni e la
possibilità di spalmare in questo arco di tempo le 4 ore di lavoro previste
dalla legge come minimo giornaliero.
Il
commercio non è interessato?
Se non abbiamo sorprese
dell’ultimo minuto, no. Anche se questo segnale sul turismo e sull’agricoltura
non ci lascia tranquilli. Pezzo dopo pezzo potrebbero fare altre estensioni.
La Ragioneria dello stato nella
relazione tecnica agli emendamenti approvati dalle commissioni finanze e lavoro
sostiene che l’impatto dei voucher non sarà significativo nel turismo. È
d’accordo?
Statistiche e previsioni
normalmente non mi convincono. L’impatto sarà comunque da valutare ex post. Al
di là della quantità reale di voucher, il decreto dignità così rivisto invierà
il messaggio più sbagliato: esiste un lavoro di serie B che può essere pagato
meno e tutelato meno.
Quali
saranno le conseguenze nel turismo?
Il dumping salariale e la
concorrenza sleale tra le imprese. Torneremo a chiederci per quale ragione ci
sarà qualcuno che lavora, mettiamo, in un albergo pagato in voucher e un altro,
che svolge le stesse mansioni, in un altro modo.
Qual
è il criterio in base al quale si decide di pagare meno l’uno e di più l’altro?
Lo deciderà l’impresa.
Può essere evitato se si segue il
contratto nazionale. Purtroppo questa differenza sarà reintrodotta per legge.
Il ministro Di Maio e il parlamento dovrebbero riflettere attentamente su
questi rischi.
Sembra
che non li vedano. E per le imprese i voucher dovrebbero essere estesi ancora…
Non condivido queste posizioni.
Per la rilevanza che il turismo ha nell’economia del nostro paese dovremmo
invece concentrarci sugli investimenti, sulla riqualificazione del settore, su
come produrre nuove occasioni di occupazioni di qualità e non precaria.
Cosa
prevede il contratto nazionale al posto dei voucher?
Un’ampia gamma di tipologie
contrattuali: l’apprendistato stagionale, il contratto a termine, il part-time,
il lavoro extra e di surroga che serve per le giornate una tantum che
rispondono a esigenze eccezionali. Tutte forme legate a tabellari, è previsto
il Tfr, la tredicesima, la quattordicesima, la malattia, le tutele in caso di
infortuni. La differenza con i voucher sta tutta qui.
Come
si può dichiarare guerra alla precarietà, come ha fatto Di Maio, e ampliare
l’uso dei voucher in un decreto che si chiama «dignità»?
Il nome è meglio che lo cambino.
Il lavoro che verrà non sarà dignitoso né di qualità. Questo è un cattivo
messaggio per i giovani e meno giovani che cercano un lavoro. Credo che
dovremmo sollevare il velo su questa discussione che dura da troppo tempo e
viene riproposta in un decreto che vuole avere un nome così importante. C’è una
sola richiesta alla quale il governo ha risposto: quella delle imprese. Si è
meno sensibili al dialogo con i sindacati che si stanno mobilitando in maniera
unitaria. Credo che sia utile per la politica aprire un confronto con chi
rappresenta milioni di persone. Senza non c’è conoscenza dei problemi, né la
ricerca delle soluzioni.
I
Cinque Stelle erano contrari ai voucher e hanno aderito al vostro referendum.
Ora li ripristinano. È il pegno per l’alleanza con la Lega?
È successo anche sull’articolo
18. Erano contrari, ma in questo decreto non viene ripristinato. C’è il rischio
che le mediazioni interne alla maggioranza creino una spaccatura tra quello che
si annuncia e la sua declinazione concreta.
Cosa
farete una volta approvata la legge?
Con la Cgil riprenderemo la
mobilitazione e valuteremo se la nuova estensione è conforme al quesito
referendario che aveva raccolto 1,5 milioni di firme e che è stato aggirato dal
governo precedente. Se sarà necessario torneremo a chiedere anche il voto
referendario. Adotteremo tutte le iniziative affinché il governo torni
indietro.
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