Redazione Infopal
26 luglio 2018
New
York-PIC. Da detenzione arbitraria e deprivazione deliberata ad attacchi contro
civili e spostamenti forzati, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i
diritti umani, Zeid Ra’ad al-Hussein, ha espresso “forti preoccupazioni”,
lunedì, sull’attuale situazione dei diritti umani nel Territorio palestinese
occupato.
Informando
il Comitato sull’esercizio dei Diritti inalienabili del popolo palestinese,
Zeid – che è anche a capo dell’ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite,
OHCHR – ha espresso preoccupazione per la drammatica escalation di violenza
lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele negli ultimi mesi, in cui
sono state uccise decine di civili palestinesi.
“Ricordo
a tutte le parti che qualsiasi uso sproporzionato o indiscriminato delle armi che
porta alla morte e al ferimento di civili è proibito dal diritto internazionale
umanitario”, ha affermato l’Alto Commissario Zeid, avvertendo che questa
escalation potrebbe potenzialmente minacciare la pace in una regione molto più
vasta.
Nel
suo briefing, il capo dell’OHCHR ha evidenziato le terribili condizioni che i
palestinesi di Gaza continuano a sopportare. Si è rammaricato del fatto che
queste regolari ondate di violenza “aggravano la già grave crisi umanitaria”,
che ha denunciato come “interamente creata dall’uomo e interamente
prevenibile”, compresa ” a crescita vertiginosa della disoccupazione e della
povertà, le infrastrutture fatiscenti, il record di dipendenza alimentare e il
fosco orizzonte politico”.
La
grave crisi finanziaria attualmente affrontata dall’UNRWA, che svolge un ruolo
cruciale nella fornitura di protezione, istruzione e servizi sanitari, nonché
impiego per le popolazioni di rifugiati, potrebbe aggravare ulteriormente la
situazione, ha aggiunto.
Riguardo
alle recenti “scioccanti uccisioni” lungo la recinzione di Gaza durante le
manifestazioni della “Grande Marcia del Ritorno”, ha osservato che il Consiglio
dei Diritti Umani ha deciso a maggio di inviare una commissione d’inchiesta
internazionale indipendente.
“È
essenziale che le autorità cooperino con la futura Commissione per mettere in
evidenza la responsabilità di queste uccisioni, così come di tutte le presunte
violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani
internazionali”, ha detto Zeid, aggiungendo che “anche se Israele ha messo in
atto una serie di meccanismi di responsabilità, ci sono serie preoccupazioni
che questi non siano conformi agli standard internazionali di indipendenza,
imparzialità ed efficacia”.
Ha
sottolineato che sarebbe “vitale affrontare le cause profonde delle recenti
manifestazioni”, cioè le “condizioni di vita gravemente inadeguate” a Gaza.
Nella
sua dichiarazione, Zeid ha menzionato l’adozione, a luglio, da parte di
Israele, della Legge Basica dello Stato nazionale, affermando che essa “collega
saldamente il concetto di
discriminazione intrinseca alle comunità non ebraiche, in particolare ai
cittadini arabi di Israele e ai residenti della Gerusalemme Est occupata” e che
“potrebbe anche accendere ulteriormente le tensioni”.
L’Alto
Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha continuato a
sottolineare che la pianificazione e la costruzione degli insediamenti
israeliani continuano “senza sosta” nella Cisgiordania occupata, inclusa
Gerusalemme Est.
“Dall’inizio
del 2018, gli attacchi dei coloni verso i palestinesi sono aumentati fino a
raggiungere la media mensile più alta degli ultimi tre anni”, ha aggiunto.
Per
quanto riguarda le demolizioni e gli sfollamenti forzati di famiglie
palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, nonostante si
fossero rallentate dopo il picco raggiunto nel 2017, continuano a verificarsi
mensilmente, con 366 strutture demolite nella sola Cisgiordania – tra cui 11
scuole – l’anno scorso.
Altre
violazioni che infrangono il diritto internazionale citate dall’Alto
Commissario comprendono: l’aumento delle restrizioni alla circolazione,
l’intimidazione quotidiana da parte di soldati ai posti di blocco, la violenza
dei coloni e le molestie, il trasferimento forzato e la continua esistenza del
muro di separazione.
Zeid
ha sottolineato anche la difficile situazione di centinaia di bambini
palestinesi detenuti da Israele, alcuni senza nessun capo d’accusa, sotto il
cosiddetto sistema di “detenzione amministrativa”. Si stima che attualmente
siano presenti 440 palestinesi.
“Queste
aggressioni ai diritti fondamentali smantellano la fiducia nelle istituzioni;
spogliano le strutture sociali che consentono la pacifica risoluzione delle
controversie e creano una polveriera in cui ogni lampo di conflitto può
innescare conseguenze gravi e imprevedibili”, ha concluso.
Lunedì
scorso, il Comitato Speciale delle Nazioni Unite per le Indagini sulle pratiche
israeliane riguardanti i “Diritti Umani del popolo palestinese e di altri Arabi
dei Territori Occupati” ha anche denunciato il deterioramento della situazione
dei diritti umani per i palestinesi, dopo la loro missione annuale in
Giordania.
Traduzione
per InfoPal di Laura Pennisi
©
Agenzia stampa Infopal
Nessun commento:
Posta un commento