mercoledì 27 giugno 2018

Carichi pesanti e bassi salari, l'insoddisfazione dei lavoratori Fca


Inchiesta di Cgil e Fiom sulle condizioni in fabbrica. Gli addetti denunciano un netto peggioramento: tempi insostenibili, stipendi asfittici, nessuna partecipazione. Le tute blu: avviare un confronto con governo e azienda sul futuro industriale 


di Emanuele Di Nicola, Rassegna sindacale

Le condizioni di lavoro negli stabilimenti di Fca e Cnhi sono in continuo peggioramento, e non va meglio sul versante salariale: i lavoratori si dichiarano ampiamente insoddisfatti sia degli stipendi sia del bonus annuale. A denunciare maggiore sofferenza sono gli addetti alle linee, ma l'insoddisfazione e il disagio costituiscono una risposta generalizzata. Negli ultimi anni aumentano i carichi, i tempi sono insostenibili, la partecipazione è solo teorica e anche la busta paga si rivela deludente. È quanto emerge dall'inchiesta sulle condizioni di lavoro realizzata dalla Fondazione Sabattini e dalla Fondazione Di Vittorio, su incarico della Cgil e della Fiom, che è stata presentata oggi (27 giugno) a Roma (qui la sintesi).
L'indagine ha raccolto 9.668 questionari, ovvero circa il 20% della platea operaia di riferimento nei 54 stabilimenti coinvolti, compresi quelli della Magneti Marelli: gli iscritti alla Fiom sono il 21,8% dei rispondenti, mentre il 24,6% è iscritto ad altre organizzazioni e il 28,3% non si è mai avvicinato al sindacato. Nelle risposte, il 59,7% dei lavoratori ha riportato un netto peggioramento delle condizioni di lavoro negli ultimi anni. Per il 28,4% lo scenario è rimasto invariato e solo l'11,9% si dice soddisfatto. Tre le motivazioni della situazione attuale c'è la valutazione dei carichi di lavoro: il 43,1% esprime un giudizio estremamente negativo, solo il 9,7% segnala un miglioramento. Molti problemi si evidenziano sui tempi lavorativi: per il 46,2% sono "poco o per nulla sostenibili", proprio in relazione all'aumento dei carichi. Ai lavoratori è stato chiesto di valutare la propria condizione: per i dipendenti Fca l'aspetto più negativo riguarda l'inquadramento professionale, mentre per quelli di Cnhi il primo problema si chiama formazione.
Un altro indicatore di criticità sta nell'alto numero di lavoratori con ridotte capacità lavorative: il 30% è in possesso di una limitazione permanente o temporanea, mentre un 10% afferma di averla ma non dichiararla. C'è poi il nodo della partecipazione: Fca e Cnhi stanno applicando da anni il modello del World Class Manifacturing, che prevede sulla carta la partecipazione degli addetti con l'obiettivo di migliorare la qualità, ridurre i costi e coinvolgere lo stesso lavoratore. Nella pratica non è così: solo il 22% partecipa alle riunioni di team, il 49,6% di coloro che hanno presentato una proposta non ha mai ricevuto risposta.
I lavoratori bocciano anche il salario e il bonus/premio, che viene corrisposto annualmente in base agli indicatori di efficienza e introdotto con l'applicazione del contratto collettivo specifico del gruppo (ccsl). Il 60,9% ritiene la busta paga insoddisfacente, il 16,2% del tutto insoddisfacente. Stessa situazione se guardiamo al bonus: insoddisfacente per il 44,7% e "del tutto" per il 38,1%. A illustrare la ricerca è stato Davide Bubbico, docente di Sociologia e processi economici del lavoro all'università di Salerno: "Il giudizio negativo è diffuso tra tutti i lavoratori, iscritti o meno alla Fiom - ha spiegato -. L'espressione del disagio coinvolge l'intera platea, a cominciare dagli addetti alle linee: qui negli ultimi anni si lavora di più, crescono i carichi ma senza alcun investimento sull'ergonomia e le postazioni".
"La Fiom è fuori dal contratto nazionale del gruppo dal 2016, oggi siamo alle soglie del rinnovo e l'obiettivo è costruire una piattaforma condivisa". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Francesca Re David, commentando l'inchiesta. Nel frattempo la Fiom ha vinto le elezioni Rls, ovvero la prima tornata elettorale in cui gli addetti hanno potuto esprimersi liberamente: la strategia di escludere le tute blu della Cgil è quindi fallita. "Il 7 luglio chiudiamo la discussione con i nostri delegati - ha aggiunto Re David -, poi ci rivolgeremo ai lavoratori e alle lavoratrici: vogliamo fare la piattaforma di chi lavora, non della Fiom". Da qui la proposta alle sigle di Cisl e Uil di aprire un tavolo unitario. "Pensiamo sia giusto e necessario, è il momento di superare questa rappresentanza dimezzata aprendo un confronto unico sul nuovo contratto".
La Fiom formulerà una piattaforma proprio a partire dai risultati della ricerca. "A quasi un mese dall'Investor day non c'è un piano industriale e un confronto su quello occupazionale - scrive il sindacato -. A partire dall'incertezza sul futuro assetto societario della Magneti Marelli che invece sul piano industriale e occupazionale sta raggiungendo risultati positivi, anche grazie al lancio del motore elettrico. Mentre gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d'Arco non hanno ancora una definitiva missione produttiva che garantisca il lavoro per tutte le maestranze. Inoltre preoccupano gli effetti del cambio di mercato sul diesel e sulla riduzione delle emissioni, che potrebbero impattare negativamente sugli stabilimenti di motori diesel di Cento e Pratola Serra". La Fiom propone la riapertura del tavolo già avviato con il ministro dello Sviluppo economico sull'automotive: "È indispensabile che il governo avvii in tempi brevi un tavolo per sviluppare sinergie positive per l'occupazione, a partire dagli investimenti sull'innovazione e produzione in Italia".
Definire deludenti i risultati "è un eufemismo". Ha esordito così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil: "Siamo davanti a una grande impresa che a livello di comunicazione si presenta come innovatrice, ma nel concreto delle condizioni di vita e di lavoro gli esiti sono più che deludenti". Negli stabilimenti Fca "contratti di solidarietà e cassa integrazione sono molto presenti, ci sono grandi dubbi sulle garanzie occupazionali". Le modalità di lavoro "incidono sulle condizioni delle persone, e intanto l'età media è cresciuta molto. C'è un netto peggioramento nel cuore effettivo della produzione, ovvero tra gli addetti di linea. Negativi i dati sulla partecipazione: il progetto partecipativo che aveva in mente la proprietà non ha mantenuto le promesse".
Anche il giudizio negativo su salari e bonus non stupisce: "C'è una grande distanza tra lavoratori italiani e tedeschi, se si fa il confronto con le retribuzioni degli operai in Germania si coglie immediatamente la differenza". Preoccupazione sul nodo dei dazi sulle produzioni delle automobili in Europa, che sono stati annunciati dal governo americano: "Fca è tranquilla, noi assolutamente no: notiamo il silenzio dell'esecutivo italiano e anche dell'Unione europea, ma far parte di un gruppo con sede negli Usa non mette al riparo dai rischi". Camusso ha riservato una passaggio sulla situazione di Magneti Marelli: "La scelta di fare una nuova società per azioni attraverso una scissione non convince - ha detto -, soprattutto se questa verrà caricata di debiti. Non vogliamo un'altra operazione di spezzatino del gruppo: Marelli è una grande azienda italiana di componentistica, una capofila, preoccupa molto che non si abbia idea di cosa fare di questo settore nel nostro Paese".

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