mercoledì 27 giugno 2018

PARLAMENTO UE: VIA LIBERA AL PACCHETTO LEGISLATIVO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE



Portare il riciclo dei rifiuti solidi urbani al 65% entro il 2035 e ridurre al 10% lo smaltimento in discarica. Obbligo della differenziata in tutta Europa per l’organico, i materiali tessili e i rifiuti pericolosi domestici.


Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il pacchetto legislativo per l’economia circolare, che aggiorna i testi di sei differenti direttive: Rifiuti, Discariche, Imballaggi, Veicoli a fine vita, Pile e Accumulatori a fine vita, RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Le nuove norme Ue sui rifiuti fissano obiettivi in materia di riciclaggio: il 65% per i rifiuti solidi urbani domestici e commerciali (RSU) al 2035, con due target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030. Sugli imballaggi, invece, si prevedono traguardi più ambiziosi, il 65% entro il 2025 e il 70% al 2030, con due sotto-obiettivi per quelli in plastica, che dovranno essere riciclati almeno per il 50% nel 2025 e per il 55% nel 2030. Ci sono target distinti anche per altri materiali da imballaggio, al 2030 dovrà essere recuperato l’85% di carta e cartone, il 75% del vetro, il 30% del legno, il 60% dell’alluminio e l’80% dei metalli ferrosi.  Per la prima volta è stata introdotta la raccolta differenziata obbligatoria per l’umido e gli scarti organici (entro il 2023), i materiali tessili (dal 2025) e i rifiuti pericolosi domestici, come le vernici, i pesticidi, gli oli e i solventi (entro il 2022). La nuova legislazione prevede inoltre un maggiore utilizzo di strumenti economici di sostegno, assegnando un ruolo fondamentale ai produttori grazie a regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR). Tutti provvedimenti che dovrebbero portare a una riduzione del conferimento in discarica pari al 10% entro il 2035. 
In linea con gli obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile, è prevista inoltre la riduzione degli sprechi alimentari, lungo la catena di produzione, distribuzione e consumo, del 30% entro il 2025 fino a un dimezzamento nel 2030. Per i deputati un incentivo arriverebbe dalla raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Ma bisogna puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori in merito al significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. 
La Plenaria dell’Europarlamento, riunita ieri a Strasburgo, ha chiuso con un’ampia maggioranza l’iter parlamentare dell’economia circolare dopo un ciclo di negoziazioni con il Consiglio dell’Unione Europea e un accordo provvisorio raggiunto il 18 dicembre scorso. Un lavoro durato tre anni che ha scalfito l’ambizione contenuta nella proposta originale dell’esecutivo: alcuni obiettivi sono stati rivisti al ribasso e alcuni concetti sono stati limati. Ma è comunque un passo avanti verso la transizione economica che gli Stati membri non possono più rimandare.
Prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, i testi dovranno passare al Consiglio per l’approvazione formale. Dopodiché i governi avranno due anni per recepirle. Tutti gli obiettivi potranno essere rivisti nel 2024. 

Nessun commento:

Posta un commento