Austria, proposta di legge per 12 ore al giorno, 60 settimanali.
Conferenze in tutte le regioni dei consigli di fabbrica e assemblee aziendali
sempre strabordanti hanno preparato l’evento. Mobilitati gli apprendisti che
saranno ancora più sfruttati, le organizzazioni femminili per il peso ancora maggiore
che le nuove regole comporterebbero per le donne costrette a scegliere il part
time. Forte la mobilitazione del partito socialdemocratico (Spoe) dell’ex
cancelliere Christian Kern che sul tema si è ricompattato annunciando un
referendum sulla legge se non verrà ritirata.
Angela Mayr, Vienna, il Manifesto
Se 8 ore vi sembran poche, provate a farne 12 al giorno, per 60 ore
settimanali. È quanto pretende il governo austriaco Kurz-Strache, nella
proposta di legge che il parlamento voterà il 5 luglio, con procedura rapida.
RIMANE IN VIGORE l’orario di lavoro normale di 8 ore giornaliere e 40
settimanali, ma il datore di lavoro ti può chiedere di fare 12, senza più
doversi giustificare come era obbligato prima. Toccherà invece al dipendente
farlo, spiegare con motivi validi perché non intende fare straordinari.
L’orario di lavoro normale poteva già essere esteso rispettivamente a 10 e 50,
ma le flessibilità richieste andavano contrattate con i consigli di fabbrica e
non solo col singolo lavoratore come è previsto ora, spostando i rapporti di forza
nettamente sul lato dei padroni. «È la cambiale che Kurz deve agli industriali
per il loro sostegno alla sua campagna elettorale» accusano l’Oegb, la centrale
sindacale austriaca e il partito socialdemocratico (Spoe) entrambi scesi in
trincea, contro la «rapina dei salari» – le ore in più non verranno più pagati
come straordinari -, l’attacco alla salute e al tempo libero».
IN PIÙ LA NUOVA LEGGE sull’orario di lavoro che investe ogni settore e
grado del lavoro dipendente è stata partorita senza confronto con i sindacati
buttando al mare uno dei pilastri della democrazia austriaca, il sistema
consensuale della concertazione sociale.
La coalizione tra popolari di destra e l’estrema destra Fpoe punta a
ribaltare l’intero paese, non solo riguardo i migranti. Non senza reazioni e
proteste. «Noi combatteremo con ogni mezzo legale a disposizione la giornata di
lavoro di 12 ore e la settimana di 60« ha promesso il segretario generale
dell’Oegb Wolfgang Katzian che per oggi ha indetto una manifestazione nazionale
che sarà la più forte azione di protesta contro il governo in carica.
TRENI E OLTRE CENTO AUTOBUS partiranno da ogni parte del paese,
l’appuntamento è alla stazione ovest di Vienna dove partirà il corteo che
attraverserà la città fino a giungere a Piazza degli eroi per il comizio
finale.
Oggi scenderanno in piazza coll’Oegb i socialdemocratici, le Ong,
movimenti antirazzisti, associazioni , un blocco sociale variegato in
formazione. Mentre in strada la protesta monta in contemporanea su in montagna
il governo festeggia con un picnic e passeggiata comune l’inizio della
presidenza austriaca Ue.
Conferenze in tutte le regioni dei consigli di fabbrica e assemblee
aziendali con partecipazione numerosa hanno preparato l’evento. Mobilitati gli
apprendisti che saranno ancora più sfruttati, le organizzazioni femminili per
il peso ancora maggiore che le nuove regole comporterebbero per le donne
costrette a scegliere il part time. Forte la mobilitazione del partito
socialdemocratico (Spoe) dell’ex cancelliere Christian Kern che sul tema si è
ricompattato annunciando un referendum sulla legge se non verrà ritirata.
DUE GIORNI FA la conferenza dei vescovi ha bocciato il nuovo modello di
flessibilità invocando il diritto ai giorni festivi garantito dal concordato,
al tempo di riposo e di vita familiare. La confindustria nel frattempo si è
sentita costretta a cancellare il video che esaltava il nuovo mondo del lavoro
flessibile su You tube con famigliole allegre felici di godersi più vacanze
ottenute in cambio delle 12 ore. La Fpoe del vicecancelliere H.C. Strache che
si definisce «soziale Heimatpartei» partito patriottico sociale sta subendo un
contraccolpo non da poco. È il partito che alle elezioni dell’ottobre scorso ha
ottenuto il maggiore consenso tra gli operai. Alcuni sindacalisti aderenti alla
Fpoe hanno lasciato il partito di Strache. Politico austriaco di grande
successo sui social media, per la prima volta è diventato oggetto di attacchi
su Facebook. Non bastando più la solita fakespeech per calmare le acque Strache
ha proposto un emendamento alla legge che sottolinea il carattere volontario
della prestazione straordinaria da parte del lavoratore. Ma secondo i
sindacati, «la cosa non cambia, il carattere volontario esiste solo sulla
carta, l’emendamento è una tigre di carta».
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