venerdì 29 giugno 2018

Maurizio Landini, Cgil: il governo “manda messaggi di odio” sui migranti, mentre su economia, lavoro e povertà sarà “sfidato sulla base delle nostre proposte”



Redazione Job news



Sul tema dei migranti il governo è “pericoloso” perché manda “messaggi di odio”, sui temi economici e sociali va “sfidato sulla base delle nostre proposte”. Maurizio Landini, segretario confederale Cgil, valuta i primi passi dell’esecutivo gialloverde e parla anche del congresso che l’organizzazione di corso d’Italia sta preparando per gennaio. “Sulla questione migranti e accoglienza – sottolinea l’ex leader della Fiom – credo che le cose che sta dicendo e facendo Salvini siano pericolose, per i toni e per i messaggi. Agire sulla paura e sulla insicurezza delle persone non è accettabile. Poi i problemi esistono e vanno affrontati: il trattato di Dublino va cambiato e l’Europa non può scaricare solo su un paese il fenomeno, ma il diritto a muoversi va garantito a tutti”. Peraltro, segnala il sindacalista, “i dati dicono che sono più gli italiani che sono dovuti andare via dal nostro paese per cercare lavoro che non le persone straniere che sono arrivate qui. Quindi c’è una complessità di temi che vanno affrontati, senza lanciare messaggi che incitano all’odio invece di incidere sulle cause delle disuguaglianze”. Rispetto ai temi delle politiche economiche e sociali invece “credo che dobbiamo sfidare fino in fondo il governo e sarebbe importante che l’esecutivo convocasse le organizzazioni sindacali. Se si vogliono – continua Landini – introdurre le causali nei contratti a termine noi siamo d’accordo, se si vogliono eliminare forme di lavoro precarie bene, se si vogliono dare tutele a tutto il mondo del lavoro, anche autonomo, sono le nostre proposte”. Sulle pensioni, avverte, “non c’è solo il tema di quota 100, c’è il problema dei giovani e delle donne. Poi c’è la lotta alla povertà e il tema fondamentale del lavoro e dell’occupazione, per cui bisogna far ripartire gli investimenti”.

Rispetto all’opposizione al governo, Landini osserva: “Sul fronte politico mi sembra sotto gli occhi di tutti che chi ha governato in questi anni sta pagando un prezzo pesantissimo, perché l’ha fatto senza il consenso delle persone e vedo un silenzio molto forte”. Landini ribadisce la sua volontà di restare in Cgil, sottraendosi a chi lo indica come possibile leader di una opposizione di sinistra. “Questa discussione sarebbe opportuno chiuderla: io sto in Cgil e voglio restare in Cgil. Il sindacato deve fare il suo mestiere fino in fondo per riunificare il mondo del lavoro e rimettere al centro delle politiche di questo paese il lavoro”. Infine il ‘caso’ del profilo Facebook ‘Maurizio Landini segretario generale della Cgil’ che ha creato malumori in corso d’Italia e che proprio stamattina è stato chiuso. Landini ne prende le distanze e precisa: “Io su Facebook non ci sono e penso che le sedi in cui fare le discussioni sono quelle del congresso. Abbiamo le nostre regole e abbiamo un ruolo del segretario generale che sta affrontando i temi che vanno affrontati. Poi ognuno pubblicamente deve dire quello che pensa. Non credo che il luogo del confronto possa essere Facebook ma gli organismi dirigenti e tra i lavoratori”. Il segretario confederale sottolinea la novità del percorso congressuale: “Questo congresso nasce con una innovazione sulla partecipazione: il documento è stato il frutto di una discussione durata oltre un mese, coinvolgendo 20.000 persone, quindi stiamo già aprendo la strada di un allargamento della partecipazione. D’altronde – conclude Landini – sarebbe miope non rendersi conto che noi abbiamo bisogno di allargare la nostra rappresentanza. Se penso alle varie forme di lavoro precario, non siamo stati in grado in questi anni di rappresentarle tutte, ma abbiamo il dovere di avanzare a tutti una proposta di tutela, altrimenti le condizioni di lavoro peggiorano per tutti”.

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