Redazione Job news
Sul tema dei migranti il governo è
“pericoloso” perché manda “messaggi di odio”, sui temi economici e sociali va
“sfidato sulla base delle nostre proposte”. Maurizio Landini, segretario
confederale Cgil, valuta i primi passi dell’esecutivo gialloverde e parla anche
del congresso che l’organizzazione di corso d’Italia sta preparando per
gennaio. “Sulla questione migranti e accoglienza – sottolinea l’ex leader della
Fiom – credo che le cose che sta dicendo e facendo Salvini siano pericolose,
per i toni e per i messaggi. Agire sulla paura e sulla insicurezza delle
persone non è accettabile. Poi i problemi esistono e vanno affrontati: il
trattato di Dublino va cambiato e l’Europa non può scaricare solo su un paese
il fenomeno, ma il diritto a muoversi va garantito a tutti”. Peraltro, segnala
il sindacalista, “i dati dicono che sono più gli italiani che sono dovuti
andare via dal nostro paese per cercare lavoro che non le persone straniere che
sono arrivate qui. Quindi c’è una complessità di temi che vanno affrontati,
senza lanciare messaggi che incitano all’odio invece di incidere sulle cause
delle disuguaglianze”. Rispetto ai temi delle politiche economiche e sociali
invece “credo che dobbiamo sfidare fino in fondo il governo e sarebbe
importante che l’esecutivo convocasse le organizzazioni sindacali. Se si
vogliono – continua Landini – introdurre le causali nei contratti a termine noi
siamo d’accordo, se si vogliono eliminare forme di lavoro precarie bene, se si
vogliono dare tutele a tutto il mondo del lavoro, anche autonomo, sono le
nostre proposte”. Sulle pensioni, avverte, “non c’è solo il tema di quota 100,
c’è il problema dei giovani e delle donne. Poi c’è la lotta alla povertà e il
tema fondamentale del lavoro e dell’occupazione, per cui bisogna far ripartire
gli investimenti”.
Rispetto all’opposizione al governo, Landini
osserva: “Sul fronte politico mi sembra sotto gli occhi di tutti che chi ha
governato in questi anni sta pagando un prezzo pesantissimo, perché l’ha fatto
senza il consenso delle persone e vedo un silenzio molto forte”. Landini
ribadisce la sua volontà di restare in Cgil, sottraendosi a chi lo indica come
possibile leader di una opposizione di sinistra. “Questa discussione sarebbe
opportuno chiuderla: io sto in Cgil e voglio restare in Cgil. Il sindacato deve
fare il suo mestiere fino in fondo per riunificare il mondo del lavoro e
rimettere al centro delle politiche di questo paese il lavoro”. Infine il
‘caso’ del profilo Facebook ‘Maurizio Landini segretario generale della Cgil’ che
ha creato malumori in corso d’Italia e che proprio stamattina è stato chiuso.
Landini ne prende le distanze e precisa: “Io su Facebook non ci sono e penso
che le sedi in cui fare le discussioni sono quelle del congresso. Abbiamo le
nostre regole e abbiamo un ruolo del segretario generale che sta affrontando i
temi che vanno affrontati. Poi ognuno pubblicamente deve dire quello che pensa.
Non credo che il luogo del confronto possa essere Facebook ma gli organismi
dirigenti e tra i lavoratori”. Il segretario confederale sottolinea la novità
del percorso congressuale: “Questo congresso nasce con una innovazione sulla
partecipazione: il documento è stato il frutto di una discussione durata oltre
un mese, coinvolgendo 20.000 persone, quindi stiamo già aprendo la strada di un
allargamento della partecipazione. D’altronde – conclude Landini – sarebbe
miope non rendersi conto che noi abbiamo bisogno di allargare la nostra
rappresentanza. Se penso alle varie forme di lavoro precario, non siamo stati
in grado in questi anni di rappresentarle tutte, ma abbiamo il dovere di
avanzare a tutti una proposta di tutela, altrimenti le condizioni di lavoro
peggiorano per tutti”.
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