giovedì 28 giugno 2018

«La legge 199 deve restare centrale»


La Flai, con associazioni e sindacati, scrive una lettera ai parlamentari: "La norma inasprisce il contrasto allo sfruttamento, non va indebolita". Galli: "I ripetuti attacchi di Salvini e Centinaio ci hanno allarmato, non intendiamo restare immobili" 

In una lettera sottoscritta da Flai Cgil, Terra!Onlus, Uila Uil e altre numerose realtà della società civile come Libera, Amnesty International, Emergency, Oxfam e alcune personalità come Gian Carlo Caselli e Luigi Manconi, indirizzata a tutti i deputati e senatori, chiediamo che la legge 199/2016 contro lo sfruttamento e il caporalato non si tocchi e non si manometta. “Gli attacchi ripetuti di queste settimane da parte dei ministri Salvini e Centinaio ci hanno allarmato e non intendiamo tacere o stare immobili”. Lo dichiara Ivana Galli, segretaria generale Flai Cgil e tra i promotori della lettera. 
“La legge 199 – si legge nella lettera – inasprisce il quadro normativo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, ma prevede anche azioni positive, come la Rete del lavoro agricolo di qualità e le sue sezioni territoriali, che sono volte a prevenire tali fenomeni e a prevedere collocamento e trasporto legale per le imprese e per i lavoratori agricoli”. 
La legge 199/2016, prosegue il testo, "è per gli scriventi un atto di civiltà di cui il precedente Parlamento ha saputo farsi carico, e che rappresenta una prima risposta alle tante, troppe morti nei campi italiani. Da Paola Clemente a Soumayla Sacko, le vittime di questa schiavitù moderna chiedono rispetto e azioni concrete (…). Per questo riteniamo che la legge 199 vada considerata un caposaldo della nostra architettura normativa". 
Da qui la richiesta dei firmatari a tutti i deputati e senatori “di impegnarsi affinché non venga indebolita in alcun modo bensì implementata con altre norme che, estendendo le responsabilità a tutta la filiera produttiva, garantiscano piena trasparenza in ogni passaggio e mettano i consumatori in condizioni di giocare un ruolo attivo nello scoraggiare le aziende che non rientrano nella legalità”.

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