Landini all'appuntamento di Bari: "I diritti devono tornare a essere la priorità nell'epoca del nuovo schiavismo e del caporalato". Emiliano: "Il Mezzogiorno va considerato un'occasione". Lezzi: "Dialogo con i sindacati a partire dall'Ilva"
Rassegna sindacale
"Il punto fondamentale è l'assunzione della qualità del
lavoro, dei diritti del lavoro come tema centrale. Non possiamo parlare di
Industria 4.0 e far finta che non esista lo schiavismo, il caporalato, come sta
esistendo in questo Paese". A dirlo è il segretario confederale della Cgil
Maurizio Landini, oggi (giovedì 21 giugno) a Bari per il
convegno “Laboratorio Sud. Idee x il Paese”, organizzato dalla Cgil
nazionale. "Immagino che un ministro dell'Interno, il quale
anziché dire le sciocchezze che sta dicendo, si ponga il problema che qui
la gente non ha paura dello straniero, ma ha paura di non avere lavoro, di
essere precaria, di non andare in pensione. A queste paure non va risposto
indicando una causa che non è quella dei mali che stiamo vivendo", ha
proseguito Landini.
Per rilanciare l'economia
meridionale e per immaginare il Sud come laboratorio di innovazione "ci
sono tante cose che possono essere fatte. Non c'è un'unica
linea. È chiaro che c'è il terreno che riguarda l'industria e
l'evoluzione dell'industria, con le tecnologie digitali l'industria non è
più solo il prodotto. Oggi prodotto e servizio stanno assieme. Quindi
cambia anche la natura del prodotto. Ma ci sono tante altre cose che riguardano
la cura del territorio, la qualificazione delle attività agricole, del
turismo. Per Landini è necessario "avere una visione d'insieme, partendo
anche da quelle che sono le competenze e le conoscenze che ci sono. Quando
parlo di sistema parlo anche di un rapporto diverso fra istituzioni, università
e imprese".
L'esponente sindacale si è poi
concentrato sulle politiche del nuovo esecutivo. "Se
il nuovo governo, come sta annunciando, vuole cambiare le leggi sbagliate fatte
dai governi precedenti, noi siamo totalmente d'accordo. Noi abbiamo contrastato
il Jobs act, la legge Fornero, la precarietà, ci abbiamo provato in ogni modo,
abbiamo raccolto firme, abbiamo indetto referendum. E abbiamo depositato in
Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, la Carta dei diritti,
per riscrivere tutto il diritto del lavoro nel nostro Paese, per estendere i
diritti a chi non ce li ha. Anche il lavoro autonomo deve avere gli stessi
diritti del lavoro subordinato in termini di ferie, malattie, infortuni, paghe
orarie".
Emiliano: si torni a dire che
il Sud è un'occasione
"Io
spero si ricominci a dire che il Sud è la vera occasione per il Paese di uscire
da questa lunghissima crisi economica e riequilibrare i parametri europei.
Queste cose un tempo le diceva il centrosinistra, il Pd. Poi a un certo punto,
improvvisamente, sono andate fuori moda". Così il presidente della Regione
Puglia, Michele Emiliano, intervenuto all'iniziativa. "Ci siamo scollati -
ha aggiunto - abbiamo pensato che la soluzione del caso italiano consistesse
nell'aumentare la precarietà e la flessibilità del lavoro. Abbiamo varato
norme che hanno reso il lavoro delle persone insicuro, come il Jobs Act. E poco
conta che alcuni di noi, compreso il sottoscritto, abbiano firmato i referendum
della Cgil per abolire queste norme". Emiliano ha poi sottolineato
"lo spopolamento dei giovani: nel Sud i giovani di qualità, sui quali le
famiglie e lo Stato hanno investito soldi per la loro formazione, vanno via e
non consentono alle nostre aziende di crescere e svilupparsi. Adesso - ha
concluso - bisogna mettere marcia indietro, ricominciare da zero".
Lezzi: con i sindacati vorrei
un dialogo a partire dall'Ilva
"Il
rapporto con i sindacati vorremmo fosse un rapporto di dialogo costruttivo, a
partire dall'Ilva, sul lavoro che cambia, sui centri per l'impiego che devono
essere riformati". Lo ha detto, nel suo intervento al convegno della Cgil,
il ministro per il Sud Barbara Lezzi. "Vogliamo mettere in campo
tutti gli attori, compresi chiaramente i rappresentanti dei lavoratori, quindi
- ha aggiunto - tutte le sigle, anche le più piccole". Al tavolo
sull'Ilva, in particolare, "devono sedere la salute e la
qualità della vita con la stessa dignità e lo stesso peso che hanno il
piano industriale e l'emergenza occupazionale. Non si potrà sicuramente
andare avanti se non sarà garantita la vita stessa dei
tarantini".
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