A
Roma in un'assemblea alla Garbatella nasce il coordinamento che ha l'obiettivo
di un unico corteo in autunno. I democratici incontrano le associazioni al
Nazareno e studiano un appello di intellettuali alla mobilitazione
Ruggero Scotti, Il manifesto
01 agosto 2018
Una manifestazione nazionale
antirazzista contro le politiche del governo. La propone un coordinamento
romano di associazioni, aperto ai partiti e ai cittadini, che si è riunito per
la prima volta ieri. La riunione è stata convocata in fretta lunedì scorso a
Casetta Rossa, storico spazio sociale del quartiere Garbatella. Malgrado il
gran caldo, lo spazio all’aperto del locale ha cominciato a riempirsi nel pomeriggio.
Poco prima si era mosso anche il Pd, per ripartire verso lo stesso obiettivo di
una manifestazione nazionale, stavolta in sintonia con l’associazionismo.
Rispetto ad altre adunate di una
sinistra in cerca di sé a Casetta Rossa si segnalava il gran numero di
partecipanti giovani, molti freschi liceali, alcuni attivi nella campagna
elettorale che ha portato Amedeo Ciaccheri (anche lui presente) a conquistare
al primo turno l’ottavo municipio. Sono per la gran parte del centro sociale La
Strada altro luogo storico di aggregazione sociale della Garbatella. Dai centri
sociali anche altri partecipanti alla riunione, assieme a rappresentanti di
Arci, Articolo 21, Anpi. Presenti due mini-assessori della neo giunta
municipale di Giovanni Caudo nel terzo municipio romano, Christian Raimo e
Claudia Pratelli, e Marco Furfaro coordinatore della rete Futura di Laura
Boldrini. Al centro delle riflessioni della sinistra irregolare romana, senza
partito e senza rappresentanza, come rispondere all’escalation razzista e a
Salvini.
La risposta per il momento è il
coordinamento antirazzista, obiettivo minimo evitare che si accavallino le
iniziative e che ci si disperda in mille rivoli. «È la quarta iniziativa simile
a cui partecipato e ho incontrato spesso le stesse persone che ci sono qui»
sottolinea Roberto Giordano della Cgil romana. Apre l’assemblea Gianluca
Peciola del movimento civico romano. «La misura è colma bisogna reagire . Non
ci interessa la fotografia delle componenti che partecipano, dobbiamo
contrastare l’iniziativa sociale dei 5 stelle e in particolare della Lega e
legare la questione sociale alla questione antirazzista. È importante però che
non si facciano due o più manifestazioni nazionali».
Da più interventi viene
sottolineata la preoccupazione che questo tipo di iniziativa sia l’ennesimo
assist a Salvini. Nino Lisi di Cittadinanza e minoranze dal microfono –
l’amplificazione è stata messa a dura prova dalle cicale – ammonisce: «Bisogna
riconoscere chi è fascista davvero da chi segue Salvini perché si è sentito
tradito dalla sinistra. Una manifestazione senza un’iniziativa sociale forte
rischia di regalare altri elettori a Lega e 5 stelle». Marco Miccoli,ex
segretario romano del Pd e membro della direzione nazionale, invece aderisce
con convinzione all’iniziativa anche se a titolo personale e non esclude che
possano farlo altri iscritti democratici: «Da Roma può partire un esempio»
dice. Il Pd è ancora il grande imputato. Le politiche di Minniti sono troppo
fresche per essere dimenticate facilmente. Ma c’è anche chi raccomanda: «Dopo
il 4 marzo il quadro è cambiato. Non possiamo scannarci ancora tra di noi, il
nostro avversario è al governo».
Proprio ieri, nel primo
pomeriggio, si era svolto un incontro nella sede nazionale del Pd. Una riunione
informale fra componenti della segreteria del partito, come Marina Sereni e Lia
Quartapelle, e rappresentanti delle Ong e delle associazioni dell’accoglienza e
dei diritti dei migranti e del pacifismo (Legambiente, Auser, Forum Terzo
settore) presenti anche esponenti di +Europa e delle forze del (defunto)
centrosinistra, non Leu ma solo per impegni dei deputati. Il Pd può contribuire
a costruire una grande manifestazione nazionale, è il senso del discorso del
Nazareno, senza tentare di prendersene i meriti e la direzione. Certo le
distanze fra le Ong e le politiche dei governi a guida democratica restano
abissali. Ma l’allarme razzismo è talmente forte da richiedere un salto di
qualità a tutti nel tentativo di costruire un fronte unitario davvero ampio.
L’ipotesi, confrontandosi con le associazioni e le forze che si riuniscono nel
pomeriggio alla Casetta Rossa, è quella di favorire tutte le iniziative
possibili, per arrivare poi il 7 ottobre a una marcia di Assisi «dedicata» ai
migranti. Poi un appello di personalità verso una manifestazione nazionale. È
un’ipotesi di lavoro. Ma certo ha una controindicazione: prevede tempi lunghi.
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