La
protesta. A Montecitorio i sindacati contro il precariato dei «buoni-lavoro»
esteso nel turismo e in agricoltura. Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil annunciano
una manifestazione a settembre. Oggi in piazza le categorie del turismo Filcams
Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs
Roberto Ciccarelli, Il manifesto
01 agosto 2018
Una «manina» è intervenuta nel
passaggio del «decreto dignità» dal consiglio dei ministri (2 luglio)
all’approvazione della sua versione aumentata «2.0» prevista domani 2 agosto
alla Camera. Non è la «manina» evocata dal ministro del lavoro Luigi Di Maio
nella pochade generata dalla tabella in cui l’Inps stimava un’eventuale perdita
di 8 mila contratti a termine causati dal provvedimento. In un mese l’altra
«manina» ha introdotto un emendamento sui voucher che non era previsto nel
testo iniziale. Norme sostenute dalla Lega e cucite sulle rappresentanze
d’impresa. L’esito sarà la de-contrattualizzazione del lavoro stagionale e la
sua trasformazione in occasionale in agricoltura e nel turismo per le strutture
ricettive e le aziende alberghiere.
I SINDACATI dei lavoratori
agricoli (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil), in presidio da giorni a piazza
Montecitorio (oggi è il turno di Filcams Cgil, Fisacat e Uiltucs per il
turismo) descrivono l’opera sapiente in questo modo: «I voucheristi potranno
essere assunti per 24 minuti al giorno, dieci giorni per volta, con un compenso
giornaliero di 2,80 euro – ipotizza Stefano Mantegazza della Uila-Uil – Oltre a
essere compensati con pochi spiccioli, perderanno il diritto a disoccupazione,
indennità di maternità, pensione. Gli schiavi dell’antica Roma erano trattati
meglio».
UNA PROIEZIONE ricavata sulle
modifiche apportate dalla «manina» al decreto: il tempo per la comunicazione
all’Inps è stato portato da 3 a 10 giorni con la possibilità di spalmare in
questo arco di tempo 4 ore di lavoro. Viene meno il compenso minimo giornaliero
oggi previsto. Se in quei 10 giorni si presenterà un’ispezione, si potrà dire
che – guarda caso – il lavoratore è coperto da voucher. E così, il
provvedimento presentato come la «Waterloo del precariato» ha ristabilito, in
tempo utile per la vendemmia, le premesse per la precarizzazione del lavoro
stagionale in agricoltura. Per la Ragioneria dello Stato, la stessa contestata
nel caso dell’Inps, ha ipotizzato che la platea dei voucheristi «non dovrebbe
subire incrementi significativi» da questa misura. Visto il parere favorevole,
ieri sera non risultavano proteste del governo contro i tecnici.
IL PROBLEMA non è, solo,
quantitativo, ma qualitativo. Ivana Galli (Flai Cgil) è preoccupata perché
«questa è la premessa per la sostituzione del lavoro tutelato con il contratto:
un salvacondotto al lavoro nero». E, forse, questo è l’anticipo di un
intervento sulla legge contro il caporalato di cui Salvini ha confusamente
annunciato una «semplificazione». Flai, Fai e Uila hanno annunciato una
manifestazione a settembre e una «campagna di informazione con presidi su tutti
i territori».
IN AULA ALLA CAMERA ieri i pareri
di relatori e governo sui circa 400 emendamenti sono stati negativi su tutte le
proposte, ad eccezione di due emendamenti che contengono correzioni sui
lavoratori portuali. Polemiche tutte le opposizioni: Forza Italia, Pd e LeU,
ciascuno dei quali si è visto bocciare emendamenti, alcuni coerenti con lo
schema del decreto, altri provocatori. Lega e Cinque Stelle hanno fatto
quadrato sulle norme sui contratti a termine (vedi articolo sopra), mentre il
sottosegretario leghista al lavoro Claudio Durigon ha rivendicato la
«reintroduzione» dei voucher (in realtà esistono per legge).
LA MANUTENZIONE del decreto ha
inoltre «salvaguardato» lo staff leasing e il contratto di somministrazione che
aveva causato le proteste delle agenzie interinali. Confermata la
decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato degli under 35: 2.650
euro rispetto a un tetto annuo consentito di 3mila. Per la Ragioneria dello
Stato potranno usufruirne 62.400 persone (31.200 l’anno). Una stima, favorevole
alla maggioranza, che ha spinto i deputati M5S a chiedere alle opposizioni di
smetterla con le «fake news» sull’occupazione. La Ragioneria ha riscontrato
l’assenza di coperture delle 27 mensilità massime (minimo tre) dell’indennizzo
in sede di conciliazione per i licenziamenti ingiustificati. Carenza che verrà
compensata con una riduzione del Fondo sociale per l’occupazione e la
formazione di 1,1 milioni di euro l’anno tra il 2019 e il 2020.
IL «DECRETO DI MAIO» arriverà al
Senato lunedì 6 agosto. L’approvazione è prevista il 7 in tempo per celebrare
«degnamente» il Ferragosto.
Nessun commento:
Posta un commento