Editoriale di
Roberto Nicoletti
Mi ritrovo spesso a riportare sul
mio blog articoli sulla violazione dei diritti umani di uomini, donne e bambini
che fuggono da guerre e carestie per poter vivere in un’altra terra una vita
dignitosa.
Altrettanto spesso mi imbatto
sulle esternazioni di quella autentica fabbrica di odio che è Salvini che
sostiene che questa gente darebbe meglio a restare nel proprio Paese. Qualche volta
questo soggetto, nella sua ignoranza e ambiguità populista, esprime la sua
disponibilità a un aiuto economico a questi infelici perché restino a casa loro
e non ci “invadano”.
Quello che fa finta di non sapere
questo razzista è che li stiamo già aiutando a casa loro, solo che il risultato
di questa nostra intrusione è quella di creare le condizione perché la maggior
parte di loro si allontanino nella speranza di trovare altrove, in Europa o negli
USA, una chance per vivere una vita degna di essere vissuta.
È quello che, chi è interessato,
può verificare negli articoli di Nigrizia, Survival o Re common.
Ma noi occidentali non ci limitiamo a questo,
siamo gli stessi che fomentano le guerre che sconvolgono il Medio Oriente, l’asia
e l’Africa, perché la guerra è una un’eccezionale fonte di ricchi affari.
Nonostante quello che dicono i
salvini e i salviniani, siamo noi che alimentiamo i flussi migratori; siamo noi
che spingiamo per la riduzione in schiavitù di uomini, donne e bambini nelle
miniere del Congo o di tanti altri posti del mondo, siamo noi che rubiamo la
terra ai contadini dei paesi poveri per sfamare l’occidente e lasciare nella miseria
e nella fame coloro che abbiamo derubato.
Ha ragione Andra Satta a affermare
che “Salvini sta scrivendo un nuovo confine della civiltà”, ma lui p solo l’utile
idiota che rende legittima questa situazione prodotta da un liberismo selvaggio
che non conosce l’humana pietas ed è disposto a superare nuovi limiti di
crudeltà e barbarie nel nome del profitto.
Lo stesso liberismo che ci spinge
sulla via del consumismo e addormenta le nostre coscienze ricreando le vasi di
una società autoritaria, classista e antidemocratica. Tutti noi siamo cittadini
di un’Europa tanto aggrappati a un effimero benessere da non essere più in grado di INDIGNARCI e quindi di RIBELLARCI.
L’articolo di Gideon Levy, a proposito
della fuga dalla realtà della società israeliana, è sicuramente applicabile
anche a noi europei; anche noi ci sentiamo coinvolti, a comando, da questioni marginali
che ci offrono i media, senza più accorgerci della nostra patetica alienazione.
RIBELLIAMOCI!
Nessun commento:
Posta un commento