venerdì 27 luglio 2018

Riflessione n.1 di Roberto Nicoletti



Editoriale di Roberto Nicoletti

Mi ritrovo spesso a riportare sul mio blog articoli sulla violazione dei diritti umani di uomini, donne e bambini che fuggono da guerre e carestie per poter vivere in un’altra terra una vita dignitosa.
Altrettanto spesso mi imbatto sulle esternazioni di quella autentica fabbrica di odio che è Salvini che sostiene che questa gente darebbe meglio a restare nel proprio Paese. Qualche volta questo soggetto, nella sua ignoranza e ambiguità populista, esprime la sua disponibilità a un aiuto economico a questi infelici perché restino a casa loro e non ci “invadano”.
Quello che fa finta di non sapere questo razzista è che li stiamo già aiutando a casa loro, solo che il risultato di questa nostra intrusione è quella di creare le condizione perché la maggior parte di loro si allontanino nella speranza di trovare altrove, in Europa o negli USA, una chance per vivere una vita degna di essere vissuta.
È quello che, chi è interessato, può verificare negli articoli di Nigrizia, Survival o Re common.
Ma  noi occidentali non ci limitiamo a questo, siamo gli stessi che fomentano le guerre che sconvolgono il Medio Oriente, l’asia e l’Africa, perché la guerra è una un’eccezionale fonte di ricchi affari.
Nonostante quello che dicono i salvini e i salviniani, siamo noi che alimentiamo i flussi migratori; siamo noi che spingiamo per la riduzione in schiavitù di uomini, donne e bambini nelle miniere del Congo o di tanti altri posti del mondo, siamo noi che rubiamo la terra ai contadini dei paesi poveri per sfamare l’occidente e lasciare nella miseria e nella fame coloro che abbiamo derubato.
Ha ragione Andra Satta a affermare che “Salvini sta scrivendo un nuovo confine della civiltà”, ma lui p solo l’utile idiota che rende legittima questa situazione prodotta da un liberismo selvaggio che non conosce l’humana pietas ed è disposto a superare nuovi limiti di crudeltà e barbarie nel nome del profitto.
Lo stesso liberismo che ci spinge sulla via del consumismo e addormenta le nostre coscienze ricreando le vasi di una società autoritaria, classista e antidemocratica. Tutti noi siamo cittadini di un’Europa tanto aggrappati a un effimero benessere  da non essere più in grado di INDIGNARCI  e quindi di RIBELLARCI.
L’articolo di Gideon Levy, a proposito della fuga dalla realtà della società israeliana, è sicuramente applicabile anche a noi europei; anche noi ci sentiamo coinvolti, a comando, da questioni marginali che ci offrono i media, senza più accorgerci della nostra patetica alienazione.

RIBELLIAMOCI!

Nessun commento:

Posta un commento