Governo
nel tunnel. Il ministro pentastellato Toninelli dice che non si farà. Salvini
insorge e palazzo Chigi fa parziale marcia indietro: «Nessuna decisione»
Giuliano Santoro, Il manifesto
28 luglio 2018
Esiste un accordo tra il
presidente del consiglio Giuseppe Conte e Movimento 5 Stelle per fermare
definitivamente l’Alta velocità in Val di Susa?
LA QUESTIONE VIENE POSTA da
ricostruzioni giornalistiche, dopo le recenti dichiarazioni ondivaghe del
ministro competente, Danilo Toninelli, che prima aveva parlato di «migliorare
il progetto» e poi ha assunto posizioni contrarie più nette.
In linea, queste ultime, con le
posizioni del M5S, che da sempre è contrario al Tav e che proprio ieri dal blog
di Beppe Grillo ha riassunto le ragioni dell’opposizione alla prosecuzione dei
lavori.
La questione si presenta mentre i
5 Stelle sembrano aver ceduto su altre grandi opere che avevano promesso di
fermare. Sul Terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte l’opposizione pare
essersi affievolita. Al punto che nella bozza del «contratto di governo» era
scritto a chiare lettere che l’opera sarebbe stata fatta. Da allora i rapporti
tra i locali comitati No Tav e grillini sono ai minimi storici. Entrati nella
stanza dei bottoni, poi, i grillini dicono di aver appreso che non sarebbe così
facile recedere dagli accordi internazionali che decidono la costruzione del
Tap, il gasdotto transoceanico che dovrebbe approdare in Salento e che in
campagna elettorale per bocca di Alessandro Di Battista il M5S aveva promesso
di bloccare «nel giro di un paio di settimane».
NON BISOGNA DIMENTICARE che c’è
sempre il Mose, il sistema a paratie stagne contro l’acqua alta a Venezia, al
centro di scandali ambientali e di corruzione. Solo che, trapela dal ministero
delle infrastrutture, anche su questo non si può intervenire, visto che «ormai
i cantieri sono troppo avanti per essere smantellati». Il M5S piemontese
difficilmente digerirebbe cedimenti sul Tav, visto che è stato già messo a dura
prova per «l’inversione a U» della sindaca di Torino Chiara Appendino sulle
Olimpiadi invernali. Dunque, la battaglia campale del Tav in Val di Susa
diventa per il M5s elemento identitario e simbolico di fronte al quale non si
può arretrare senza perdere la faccia.
SOLO CHE IL M5S è al governo con
la Lega che, al contrario, ha sempre sostenuto la grande opera. Di fronte
all’insistenza di industriali e Unione europea, Matteo Salvini ribadisce la sua
posizione pro Tav: «Conviene andare avanti e non indietro», dice il leader
leghista.
Le voci da Palazzo Chigi
smentiscono che sia stata presa una decisione e assicurano che il nodo non verrà
sciolto nell’immediatezza. Il dossier sarebbe «in fase istruttoria» e i tecnici
di Toninelli stanno procedendo alla «valutazione costi-benefici».
LUIGI DI MAIO CONFERMA: «Sarà
Toninelli a decidere quando, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, andare
a parlare con il suo omologo francese e avviare le contrattazioni. Ma la
questione non è ancora sul tavolo del governo». Il vicepremier grillino si dice
«tranquillissimo» visto che «nel contratto di governo c’è scritto tutto». Ma a
rileggere il documento che ha sancito l’alleanza giallo-verde, si capisce che
la formulazione programmatica è tutt’altro che chiara, e che proprio da queste
ambiguità derivano le incertezze.
«CON RIGUARDO ALLA LINEA ad Alta
Velocità Torino-Lione – è scritto nel contratto – ci impegniamo a ridiscuterne
integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo fra Italia e Francia».
La clausola è ambivalente: da una parte si parla di «ridiscussione integrale» e
dall’altra ci si impegna a rendere esecutiva l’intesa con la Francia. Ecco il
punto chiave del ragionamento che potrebbe fornire una scappatoia ai 5 Stelle
per dimostrare la loro coerenza ma non doversi misurare con il blocco dei
lavori. Per fermare i cantieri dell’asse ferroviario Torino-Lione bisognerebbe
recedere dal trattato internazionale tra i due paesi.
NON ESISTONO PRECEDENTI in tal
senso, ma pare che per innescare una procedura del genere sia necessario che il
parlamento voti un provvedimento ad hoc, approvando una legge che sancisca
l’abbandono del progetto. Ma se la Lega dovesse confermare la sua posizione,
difficilmente il no alla Tav avrebbe la maggioranza, visto che lo sosterebbero
soltanto i grillini e una parte dei parlamentari che si trovano nel gruppo
misto, alla sinistra del Pd.
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