Alessandro Cardulli, JOB news
30 luglio 2018
Ha ragione il sindaco di Taranto,
Rinaldo Melucci, quando annuncia che non andrà al tavolo inter-istituzionale
sull’Ilva convocato dal ministro e vicepremier Di Maio per lunedì al ministero
dello sviluppo economico, considerandolo una sceneggiata. L’incontro infatti è
stato esteso a ben 62 associazioni e “a una serie di sigle pseudo associative e
comitati – scrive Melucci -, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni
in prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento”.
“Sigle dunque – sottolinea il sindaco – spesso inclini al dileggio delle
istituzioni, sigle che hanno parte della responsabilità di aver lacerato la
comunità ionica in questi anni. Il ministro ha perciò scelto i suoi
interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni
nostro ulteriore possibilismo”. “Il Comune di Taranto – conclude Melucci – non parteciperà a nuove iniziative
in questa forma. L’azienda e i commissari sanno dove trovare il sindaco quando
la legge della Repubblica italiana prevederà il suo coinvolgimento. Il Comune
di Taranto non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il ministro Di
Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo
una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di
coraggio”. Quando il sindaco ha rilasciato questa dichiarazione ancora il Di
Maio non aveva preso posizione mentre venivano resi noti i primi commenti dei
sindacati, Fiom, Fim, Uilm, tutti molto critici nei confronti della
convocazione di un incontro monstre. Ben 62 organizzazioni di ogni tipo e
genere, seduti attorno al tavolo, nella sede del Mise che forse non è neppure in
grado di ospitarli tutti. Quasi si trattasse di una cerimonia, con rinfresco
vista la calura.
In due ore al massimo l’incontro
con le associazioni nella sede del ministero
In due ore al massimo e il
vicepremier chiude la pratica. Se intervenissero tutte le associazioni a
ciascuna toccherebbero meno di due
minuti. Non solo, l’incontro avviene mentre è ancora in corso l’accertamento da
parte dello stesso ministero della legittimità della gara con la quale Arcelor
Mittal si è aggiudicata il diritto a definire il passaggio di proprietà dopo
anni di commissariamento. È ancora aperta la polemica fra Di Maio e Cantone, il
presidente dell’anticorruzione, il quale ha affermato che non ci sono gli
estremi per annullare la gara. Ma il ministro non si dà per vinto. Al tempo
stesso convoca ben 62 organizzazioni per illustrare le posizioni di Arcelor che
andrebbero incontro a quanto più volte richiesto da sindacati ed enti locali.
Non solo. Afferma che ”il tavolo è stato convocato perché Arcelor Mittal ha
chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte”. Non è
vero. La smentita di Arcelor Mittal, si legge in una lettera resa noto
dall’Adnkronos, è netta. La decisione del ministro Di Maio di allargare la
partecipazione al tavolo istituzionale di confronto sull’Ilva “è per noi del
tutto inattesa”. Così anche per Arcelor Mittal la scelta del governo di
ampliare a 62 delegazioni la partecipazione al confronto previsto per lunedì
arriva imprevista. “In merito alla comunicazione con cui ieri il Ministero ha
allargato ad un ampio numero di soggetti privati il tavolo istituzionale
convocato per lunedì, teniamo a precisare che la nostra società non era stata
messa previamente al corrente di tale decisione, che quindi anche per noi è del
tutto inattesa”. “Siamo aperti al dialogo con tutti i portatori d’interesse e
che questo avvenga nel rispetto delle istituzioni – è scritto nella lettera –
in un percorso condiviso, consono e costruttivo”. Per questo “sarebbe utile
avere al tavolo anche il Ministero dell’ambiente ed i tecnici del governo che
hanno lavorato alla loro controproposta, i quali sono ovviamente portatori di
un interesse qualificato in ragione del tema oggetto dell’incontro”.
Di Maio, vista la mala parata, la
netta smentita di Arcelor, le dichiarazioni dei dirigenti dei sindacati, dopo
quelle del sindaco, passa alla offensiva, un clamoroso autogol molto grave
anche dal punto di vista istituzionale. In un post su Facebook ripreso dalle
agenzia di stampa scrive: il tavolo sull’Ilva, “non è stato convocato per
trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve
essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che
propongono. Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori,
chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da ministro lo
accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze. È finita – prosegue Di Maio –
l’epoca delle riunioni che escludono i cittadini da qualsiasi tipo di
discussione. Il nostro metodo è un altro. Fa rima con partecipazione e
trasparenza. Gli altri metodi, sbagliati, e i vecchi schemi mentali ci hanno
portato dove siamo oggi e non ripeteremo gli errori di chi ci ha preceduto”. Le
parole del Di Maio sono di estrema gravità, un attacco alle istituzioni
democratiche, al loro ruolo e, insieme, alle forze sociali, alla
intermediazione, alla funzione stessa del Parlamento. Un neoautoritarismo che segna profondamente il governo, in una
gara senza esclusione di colpi fra
leghisti e grillini. Fra Salvini e Di
Maio a chi meglio interpreta orientamenti di destra, reazionari. Stando alle
affermazioni del Di Maio in vicende come quelle dell’Ilva, a dimensione
nazionale, dovrebbero essere chiamati al voto
tutti i cittadini. Oppure, in
linea con Grillo e Casaleggio che optano per l’abolizione del Parlamento,
potrebbero essere i cittadini ad esprimersi nel voto utilizzando la piattaforma
Rousseau. Sullo sfondo a rendere ancora più preoccupante la situazione restano
in particolare diversi interventi dei pentastellati, a partire da quelli di
Grillo, per mollare Ilva e trasformare lo stabilimento e il territorio che
occupa in un grande parco, con annesso luna park. Parole dei pentastellati
anche nella recente campagna elettorale. Hanno ragion d’essere le
preoccupazioni dei sindacati che si apprestano a partecipare a questo incontro sul futuro immediato e sulle
prospettive a più lungo termine ponendo precise richieste al governo per
affrontare e definire ruolo, prospettive di una grande azienda come Ilva. Le
dichiarazioni dei dirigenti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, diffuse dalle
agenzie di stampa parlano il linguaggio della chiarezza. Diamo di seguito
quanto affermato dai segretari generali delle tre organizzazioni che
rappresentano l’85% dei lavoratori Ilva.
Re David (Fiom Cgil). Subito un
tavolo sul piano occupazionale e su quello industriale
Un “incontro oggettivamente
informativo” che dovrà rendere però evidente anche “la volontà o meno del
ministro ad aprire in parallelo un tavolo sul piano occupazionale e su quello
industriale” e “fornire chiarezza sul percorso” ancora da compiere. “Per la
quantità di persone coinvolte e per la durata prefissata dell’incontro direi
che siamo davanti ad un tavolo che oggettivamente potrà essere solo
informativo. È quindi importante che si concluda con l’indicazione di un
percorso certo. Chiederemo infatti che il governo faccia estrema chiarezza sui
tempi e i modi che ha in testa per portare avanti la trattativa. Non vorremmo
trovarci di fronte ad un incontro in cui Mittal spiega le migliorie apportate e
poi tutti a casa fino a chissà quando….”, dice conversando con l’Adnkronos
Francsca Re David, leader della Fiom Cgil. “Un percorso chiaro d’altra parte
serve, per la Fiom, anche a contenere quell’incertezza che ha pervaso da sempre
tutta la vertenza Ilva a maggior ragione ora che pende sull’esito del tavolo la
decisione dell’Avvocatura di Stato di un possibile annullamento della gara
vinta dalla cordata di AmInvestco, guidata da ArcelorMittal. Sì, c’è un clima
di forte incertezza, c’è sempre stata a cominciare dal fatto che il sindacato
non ha mai conosciuto il testo del contratto tra Mittal e governo per finire ai
rapporti del Ministero con le istituzioni locali. Ma bisogna comunque andare
avanti visto che Di Maio ha deciso di portare avanti i confronti in parallelo
ai responsi attesi”, spiega ancora Re David che ribadisce l’importanza e
l’urgenza di un confronto sul piano occupazionale. “Chiederemo a Di Maio se
intenda parallelamente convocare il tavolo sul piano industriale e su quello
occupazione visto che è ormai chiaro come la trattativa con Mittal non possa
essere appannaggio solo dei sindacati ma coinvolga a tutti gli effetti anche il
governo”.
Bentivogli: (Fim Cisl) L’incontro
non sia solo passerella. Lo squadrismo sia lontano da sedi istituzionali
C’è un concreto rischio
“passerella” che incombe sul tavolo istituzionale dedicato alla trattativa
sull’Ilva convocato per domani al Mise dal ministro Di Maio. A rilanciare
l’allarme e la preoccupazione del sindacato su “una riunione che vedrà la
partecipazione in contemporanea e per sole due ore di circa 62 tra istituzioni,
associazioni e sindacati” su un dossier giunto al suo momento più difficile
dopo mesi di trattative, è il leader Fim, Marco Bentivogli. “Il rischio è
quello di una passerella. E quello di domani mi sembra più un atto dovuto per
dire che la riunione c’è stata che un confronto vero mentre io mi auguro che il
ministro Di Maio capisca che il confronto è una cosa seria e non un riempitivo
tra una cosa e l’altra”, spiega senza mezzi termini all’Adnkronos. Eppure,
annota ancora, l’occasione è importante visto che ArcelorMittal dovrà
presentare l’Addendum migliorativo alla proposta di acquisto del Gruppo, messo
a punto con il governo. “Proprio per questo ci aspettavamo che l’incontro fosse
come quelli avuti fino ad oggi. Un incontro serio che con 62 delegazioni
invitate non è certo che sia. Non sono per escludere nessuno, sia chiaro, ma
dico anche che verificare la rappresentatività di chi si invita mi sembra
serio. La rappresentanza va misurata, non è un sentimento popolare che la
determina”, aggiunge ricordando come Fim Fiom Uilm e Usb rappresentino insieme
circa l’85% dei lavoratori Ilva iscritti ai sindacati. E incalza. “Non vogliamo
sedere accanto a chi ha sputato sulle istituzioni. Il ministro deve farsi
garante del fatto che lo squadrismo sia lontano dalle sedi istituzionali”,
scandisce ancora condividendo per questo “lo scoramento del sindaco di Taranto
che si ritrova invitato al Mise accanto a chi, in un presidio davanti alla Prefettura
nei mesi scorsi, sputò sulle istituzioni”.
Palombella (Uilm Uil). Zero
esuberi e garanzie occupazionali per tutti i lavoratori
“Domani sarà un incontro
decisivo, vetrina o passerella quello che sarà, noi chiederemo, visto che Di
Maio ha già espresso sulla parte ambientale un giudizio parzialmente positivo,
di avviare da subito il confronto sul piano industriale e occupazionale”. È
determinata a non perdere tempo la Uilm di Rocco Palombella nel corso
dell’incontro di domani al Mise durante il quale sarà presentato l’addendum con
cui ArcelorMittal si impegna a stringere i tempi sul recupero ambientale
dell’Ilva. L’obiettivo del sindacato, infatti, è quello di poter allontanare,
grazie ad un eventuale accordo con Mittal su esuberi zero il possibile annullamento
della gara su cui a fine mese dovrà esprimersi l’Avvocatura di Stato per
effetto delle criticità sul bando di gara messe in luce oltre che dall’attuale
governo anche dall’Anac. “Noi chiederemo di aprire da subito la trattativa
sugli esuberi perché con un’eventuale intesa bisogna vedere se l’annullamento
della gara potrà essere un’ipotesi ancora perseguibile”, dice conversando con
l’Adnkronos. “Possibilità di acquirenti alternativi non ci sono e chi, a fronte
di una intesa che preveda zero esuberi e garanzie occupazionali per tutti i
lavoratori, vorrà andare avanti sull’ipotesi di annullamento se ne dovrà
assumere tutte le responsabilità”, scandisce ancora. D’altra parte, ripete
Palombella, alternative industriali non sono all’orizzonte né tantomeno la
stessa Jindal che aveva partecipato alla gara in cordata con AcciaItalia
“avrebbe avuto le dimensioni per far fronte all’acquisizione dell’Ilva, di un
impegno a produrre 10 mln di tonnellate di acciaio grezzo e 2,4 mln di
investimenti”. E l’apertura del tavolo, dice ancora, “sarà dirimente per il
giudizio complessivo”. Un confronto, questo, prosegue, “da chiudersi
rapidamente già entro la fine di questa settimana”. “Vedremo, basta tatticismi,
mettiamoli al bando. È ora che ciascuno si assuma le proprie responsabilità”,
conclude.
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