I
siciliani veri e i portaborse degli anti-siciliani
Riccardo Orioles, I Siciliani
giovani
30 luglio 2018
30 luglio 2018
Il pregiudicato De Luca,
“criticando” un articolo del Siciliano Matteo Iannitti, scrive fra l’altro:
“Che ne sai del sangue carsico?
Di tutti i giovani del Sud, che sono morti, anche più giovani di te, senza
chiedersi se difendevano “i confini della Padania”?
Mio nonno, capitano di fanteria,
è morto difendendo esattamente quei confini, i confini del nostro Paese, e la
nostra bandiera.
Due generazioni dopo, il ladro
Bossi, già capo di Salvini, ha gridato in un pubblico comizio che lui su quella
bandiera ci cacava. La Lega della cosiddetta Padania voleva “liberarsi” dalla
maledetta Italia, sbraitava: pagato dai soldi di Berlusconi, come ora Salvini
da quelli di Trump e di Putin.
Dopo aver insultato la Sicilia, i
siciliani e tutti i meridionali “sporchi e terremotati”, adesso il successore
del ladro Bossi e amico dei ‘ndranghetisti calabresi ci alliscia per guadagnarsi
il voto dei più fessi.
“Terrone! Vieni qui a Pontida e
leccami gli stivali!”. E il capomanipolo “siciliano”, da buon ascaro, risponde
obbedientemente “Si, buana!”
Noi Siciliani veri, che abbiamo
rischiato la vita per il bene indivisibile della Sicilia e della Patria, che
abbiamo dietro di noi decine e decine di caduti – comunisti e preti,
giornalisti e magistrati – per la libertà dalla mafia e da tutti i padroni di
questa terra, noi non ci degniamo di rispondere al crucco Salvini e ai suoi
poveri servi. Solo, non si permetta di nominare i giovani siciliani come mio
nonno, traditi dai generali e dal re ma pronti a dare la vita per quel pezzo
d’Italia che i rinnegati e i vigliacchi adesso chiamano, alla faccia dei morti,
col ridicolo nome di Padania.
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