A
dirlo è Teresa Principato che poi aggiunge: "Mafia altra faccia della
medaglia della corruzione"
Redazione, AMDuemila
01 agosto 2018
I rapporti tra i boss agrigentini
e Matteo Messina Denaro che erano veramente intimi. C’è sempre stata vicinanza
tra la mafia Agrigentina e quella Trapanese". Lo ha detto nei giorni
scorsi Teresa Principato, sostituto procuratore nazionale alla Direzione
nazionale antimafia, che per anni ha dato la caccia a Messina Denaro, ma che,
in precedenza, si era occupata anche della mafia Agrigentina da sostituto alla
Dda di Palermo, intervenendo alla quarta edizione de "L’Alba della
legalità".
Il magistrato risultava infatti
tra i premiati dell’iniziativa di Libera, che si svolge a Santa Margherita
Belice, assieme all’ex procuratore della Repubblica di Palermo, Gian Carlo
Caselli. La Principato ha poi aggiunto: "La mafia è in una fase di grande
cambiamento. Dopo un lungo momento di gravissimo impasse in cui cosa nostra ha
dovuto rinunciare alle regole portanti dell’organizzazione che hanno consentito
alla stessa di reggere dalla prima metà dell’Ottocento, oggi possiamo vedere la
mafia come l’altra faccia della medaglia della corruzione. Oggi i mafiosi hanno
deciso di non colpire più con azioni violente perché hanno ben capito che
questo attira su di loro l’azione della polizia e della magistratura. Però non
si scoraggiano, ma, come sempre accade, cambiamo camaleonticamente pelle e
impiegano i soldi da loro raccolti nella corruzione".
Alla Tavola Rotonda, moderata
dallo scrittore Salvo Ognibene, ovviamente ha partecipato anche Caselli che ha
parlato della sua esperienza da magistrato in Sicilia: "Un pezzo della mia
vita. Sette anni a dirigere la Procura di Palermo con luci e ombre, alti e
bassi, difficoltà e successi, stanno dentro, ti segnano. In Sicilia io torno
sempre volentieri perché rappresenta un pezzo importante della mia vita".
Nel corso della serata sono stati anche premiati per il loro impegno antimafia
i registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, l’autore di opere teatrali e
psicologo Martino Lo Iacono, il fotografo Antonio Vassallo, l’associazione
Agende Rosse ed i giornalisti Davide Lorenzano e Paolo Borrometi.
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