Il
ministro Di Maio ha convocato al Mise istituzioni, parti sociali e azienda, ma
anche associazioni di consumatori e comitati locali, suscitando non poche
critiche per un allargamento inedito. Re David (Fiom): "Gli accordi si
fanno con i sindacati"
Redazione Rassegna sindacale
0 luglio 2018
0 luglio 2018
Ci sono davvero tutti al tavolo
convocato oggi, 30 luglio, al ministero dello Sviluppo Economico, dal ministro
Luigi Di Maio sulla vertenza Ilva (inizio previsto alle ore 10.00). Ben 62
delegazioni, 62 soggetti di varia natura, tra cui regioni, province, comuni
(non solo Taranto e Genova, ma anche Statte, Crispiano, Massafra, Montemesola e
Novi Ligure), l'impresa, sindacati (confederazioni e categorie), associazioni
dei consumatori, comitati locali, etc.
Una platea vastissima che il
ministro ha deciso di coinvolgere nell'incontro finalizzato a conoscere le
proposte migliorative e i nuovi impegni in materia di occupazione e ambiente da
parte di ArcelorMittal. Ma la scelta di Di Maio ("non voglio che la
trattativa si riduca ad un club privato") ha provocato più di una reazione
critica, a partire da quella della stessa azienda, che in una lettera indirizzata
al ministro ha fatto sapere di non essere stata informata dell'allargamento a
tanti soggetti del tavolo sull'Ilva.
Questo "affollamento"
per alcuni non consentirebbe un confronto serio, mentre il tempo stringe e una
nuova incertezza grava sulla trattativa in attesa del verdetto dell'Avvocatura
di Stato sull'eventuale annullamento dell'aggiudicazione della gara sull'Ilva
alla cordata AmInvestco. Durissimo il giudizio del sindaco di Taranto, Rinaldo
Melucci, che ha annunciato che non parteciperà al tavolo. Il sindaco parla di
"dilettantismo spaccone che il Ministro Di Maio ci spaccerà per
trasparenza e democrazia, ma è solo una sceneggiatura ben congegnata per
coprire il vuoto di proposte e di coraggio".
Dubbi sull'incontro, che non
potrà che essere "oggettivamente informativo", li esprime anche
Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil entrando al Mise.
"Con 62 sigle si può fare poco altro che ascoltare. È un'assemblea di
massa che ci potevano mandare registrata. Non credo ci sia spazio per un confronto.
Si sta parlando di un contratto di assegnazione col governo: senza governo non
c'è nessuna possibilità di andare avanti, solo che questo non è un tavolo. Se
vogliamo un accordo, va fatto con i sindacati e firmato dai lavoratori.
L'accordo si fa coi sindacati, l'informazione si può fare con tutti. Se non si
vuole fare l'accordo si sceglie un'altra strada", ha aggiunto
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