Prosegue
la campagna della Flai #AncoraInCampo, con assemblee e attività di informazione
insieme alle autorità e ai sindacati romeni, bulgari e macedoni. Galli:
"Sono tante le denunce di violenze nei confronti di donne straniere, ma
nessuno ne parla"
Nica Ruggero, Rassegna sindacale
27 luglio 2018
“Molte donne romene sono vittime
di violenze sessuali nella campagne pugliesi, ma nessuno ne parla. Quando un
agricoltore romeno cerca un caporale per chiedergli se c’è lavoro per qualche
sua parente o amica, lui gli risponde che se è ‘carina’ lo trova subito. Ecco,
questa è la realtà delle tante denunce che abbiamo raccolto anche nel nostro
rapporto sull’agromafia”. Chi parla è Ivana Galli, segretaria generale della
Flai Cgil, impegnata in questi giorni con la sigla di categoria nella campagna
#ancoraincampo in provincia di Taranto per portare alla luce un degrado che “a
mano a mano ha coinvolto anche le lavoratrici italiane”, aggiunge la dirigente
della Cgil: “Noi ci siamo inventati il sindacato di strada già dal 2008 per
denunciare e anche per fare proposte, e siamo andati in questi anni in tutta
Italia perché questo è un fenomeno che tocca anche il Piemonte e il Veneto.
Siamo riusciti a ottenere la legge 199, una norma di civiltà che va difesa
perché colpisce anche il datore di lavoro che ricorre a questa forma
surrettizia di collocamento”, conclude Galli riferendosi alle recenti
dichiarazioni di alcuni esponenti del governo, in testa il vicepremier Matteo
Salvini e il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, che sarebbero
intenzionati a rimettere mano alla legge contro il caporalato.
I lavoratori di nazionalità
romena rappresentano la comunità straniera più numerosa che vive in Puglia –
circa 35 mila tra uomini e donne – e anche quella maggiormente impiegata in
agricoltura, con 17.300 persone censite negli elenchi Inps. A loro si rivolge
il progetto che vede insieme la Flai Cgil e il sindacato più rappresentativo
del paese balcanico, Fratìa, che va sotto il titolo di “Due nazioni. Unica
tutela”: un’intesa politica per tutelare i cittadini rumeni che lavorano
nell’agroindustria, 115 mila in Italia su una comunità di 1,2 milioni di
persone.
“Questi cittadini vanno informati
perché solo attraverso la conoscenza si può debellare il lavoro nero e lo sfruttamento
di questi lavoratori nei campi”. A dirlo è Lucrezia Tanase, console generale
della Romania in Puglia, nell’inaugurare il nuovo infopoint presso la Camera
del lavoro di Ginosa. Insieme a lei anche le autorità istituzionali e i
rappresentanti sindacali della Romania, della Bulgaria e del sindacato
macedone. Una delegazione che ha fatto tappa in Puglia, a Taranto, dove la Flai
Cgil del capoluogo jonico ha organizzato quattro giorni di incontri, assemblee,
attività di informazione nelle campagne, nell’ambito dell’iniziativa nazionale ancoraincampo.
È iniziata ieri (25 luglio)
all’alba l’attività di strada del sindacato. Una delegazione, insieme ai
rappresentanti della Flai Taranto, Puglia e nazionale, è andata nei campi a
Castellaneta (Taranto), a informare i lavoratori dei loro diritti. Poi in un’azienda
che produce uva biologica e a seguire nei magazzini di confezionamento del
prodotto. Per chiudere la mattinata, inaugurazione a Ginosa del totem che
offrirà informazioni anche in lingua romena ai lavoratori, i quali potranno
così conoscere i loro diritti definiti dal contratto collettivo, dalle leggi
italiane, in particolare la legge 199 del 2016 e tutti i riferimenti utili per
poter contattare le sedi del sindacato in caso di bisogno per far valere le
loro ragioni. Nel pomeriggio la delegazione ha fatto visita nello stabilimento
Heineken di Massafra, sempre in provincia di Taranto esempio di virtuoso di
azienda che pratica contrattazione aziendale con oltre 150 iscritti.
“La nostra attività – spiega
Lucia La Penna, segretaria generale Flai Cgil Taranto – ha un duplice
obiettivo: da un lato vogliamo continuare il nostro impegno del sindacato di
strada andando nelle aziende, nelle campagne, fra i lavoratori, a spiegare loro
quali diritti hanno e a saperli rivendicare con forza, senza paura di essere sopraffatti
dal datore di lavoro che spesso sfrutta i cittadini stranieri che non sanno
parlare bene la lingua italiana e non conoscono le nostre leggi e i nostri
contratti. Ma vogliamo anche continuare e rendere sempre più proficua la
collaborazione con altri sindacati europei dell’agricoltura per meglio tutelare
i lavoratori migranti. Per la Flai Cgil di Taranto le nazionalità possono
essere diverse, ma la tutela è unica. La scelta della categoria è stata quella
di concentrare l’attività nella zona occidentale della provincia dove vivono e
lavorano soprattutto braccianti bulgari, romeni e macedoni”.
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