A
Cassola (Vicenza) un 40enne italiano spara con una carabina a un operaio di
origine capoverdiana. "Preoccupati per il crescente clima di odio",
spiega la Cgil regionale. "Ha ragione Mattarella: l'Italia non deve cadere
in una sorta di Far West"
Redazione, Cronache di ordinario razzismo
28 luglio 2018
28 luglio 2018
Un altro sparo è partito dal
balcone di un’abitazione privata, questa volta a Cassola (Bassano del Grappa) e
ha colpito un lavoratore capoverdiano di 33 anni, dipendente di una ditta di
impianti elettrici mentre stava lavorando su un ponteggio, a circa 7 metri di
altezza. L’uomo è stato colpito alla schiena ed è ricoverato in ospedale.
L’autore dello sparo avrebbe affermato di aver voluto colpire un piccione. Ora
è indagato per lesioni personali aggravate ed esplosioni pericolose. Gli
inquirenti non avrebbero trovato nell’abitazione di chi ha sparato nessun
elemento che possa comprovare la matrice razzista dell’aggressione.
Certo è che gli spari in libertà
che colpiscono cittadini stranieri e rom stanno diventando troppi (ricordiamo i
più recenti qui sotto).
Anche presupponendo che
l’obiettivo dello sparo sia stato quello dichiarato, ci domandiamo: è normale
che qualcuno si metta a sparare contro un piccione in un centro abitato?
Secondo noi no.
Ad evocare il rischio di un clima
da Far west è stato per altro ieri lo stesso Presidente della Repubblica che ha
pronunciato un discorso significativo su molti argomenti: dall’importanza di
tutelare la libertà di espressione a quella di garantire l’imparzialità dei
poteri pubblici, scegliendo di ricordare innanzitutto lo sparo che ha colpito a
Roma Cirasela, una bimba di 15 mesi, la settimana scorsa, per richiamare i
cittadini a un senso di responsabilità nell’uso privato delle armi. “Mi ha
colpito un fatto di cronaca. L’Italia non può somigliare a un far west dove un
tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno,
rovinandone la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare
indignazione”. Il Presidente della Repubblica ha citato Manzoni per fare un
auspicio: “L’Italia non diventerà, non può diventare preda di quel che con
grande efficacia descrive Manzoni nei Promessi sposi a proposito degli untori
della peste: ‘il buonsenso c’era ma stava nascosto per paura del senso comune’.
La Repubblica vive dell’esercizio della responsabilità di ciascun cittadino”.
Un monito che sarebbe importante
fosse condiviso da chi si appresta a voler riformare le norme sulla legittima
difesa.
Nel frattempo, noi speriamo che
il lavoratore capoverdiano colpito ieri si riprenda presto.
Di seguito alcuni casi recenti di
aggressioni compiute con delle armi, alcuni dei quali di indubbia matrice
razzista.
21/01/2018 Ostia RM Lazio
Due ragazzi egiziani 17enni
ospiti di una casa famiglia di Tarquinia, sono prima insultati con frasi
razziste e poi aggrediti da quattro giovani del posto, tra i 10 e i 18 anni,
quindi minacciati con i colpi di una pistola scacciacani sparati da un ragazzo
di 17 anni.
15/02/2018 Pietraperzia EN
Sicilia
Nella notte, ignoti sparano colpi
d’arma da fuoco indirizzati verso la casa canonica messa a disposizione dal
Vescovo, dove sono accolti 20 migranti. I colpi perforano la finestra ed una
porta interna. Fortunatamente, nessun ragazzo viene colpito.
15/02/2018 Pietraperzia EN
Sicilia
Nella notte, ignoti sparano colpi
d’arma da fuoco indirizzati verso la casa canonica messa a disposizione dal
Vescovo, dove sono accolti 20 migranti. I colpi perforano la finestra ed una
porta interna. Fortunatamente, nessun ragazzo viene colpito. Ma i migranti sono
spaventati, così come gli operatori, impegnati da una settimana
nell’accoglienza ed integrazione dei giovani migranti. Il gesto viene
denunciato su Facebook dai gestori della casa d’accoglienza.
15/02/2018 Ragusa RG Sicilia
Rosario Dezio, 41 anni,
imprenditore e consigliere comunale del Pd, lega e picchia un suo operaio, un
lavoratore romeno, “reo” di avergli rubato una bombola del gas per riscaldarsi.
Dezio dapprima spara alcuni colpi di fucile per spaventarlo e poi lo picchia a
mani nude e con un bastone, per impartire una “lezione”. L’aggressore deve
rispondere di lesioni gravi, sequestro di persona e porto d’armi. Il Gip ha
applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari.
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