Allarme
per i dati finanziari. De Palma: il trend positivo si interrompe nel momento
più importante, quello della quantificazione degli investimenti. Re David:
necessario un confronto tra azienda, governo e sindacati su impianti e
occupazione in Italia
Nica Ruggero, Rassegna sindacale
27 luglio 2018
27 luglio 2018
Al debutto come amministratore
delegato del Gruppo Fca, Mike Manley – successore di Sergio Marchionne,
prematuramente scomparso il 25 luglio scorso – ha comunicato un 2018 fino ad
ora più difficile del previsto dal punto di vista finanziario – nonostante la
conferma dell'azzeramento del debito – tagliando le stime di ricavi e debiti.
Una revisione che i mercati hanno accolto in maniera inequivocabile, con il
titolo Fca che ha perso oltre il 15% del valore. Delusione anche sul versante
Maserati, con un pesante secondo trimestre dovuto alla flessione delle vendite
in Cina – mercato cui il gruppo guarda in maniera importante – del 65%. Manley,
durante la conference call con gli analisti finanziari del 25 luglio, ha
ammesso che il secondo trimestre 2018 è stato difficile: “Marchionne aveva
detto che sarebbe stato un trimestre difficile ed è stato così”, ha spiegato
Manley, aggiungendo che “ci sono stati anche elementi positivi”. Il nuovo ad di
Fca ha poi confermato “tutti gli obiettivi” del piano industriale 2018-2022.
Per Michele De Palma,
responsabile Fiom per il settore automotive, “le comunicazioni sulla
trimestrale dell’amministratore delegato di Fca sull’andamento del Gruppo e la
reazione dei mercati finanziari, nonostante la conferma del piano strategico
del 1° giugno, mettono in allarme”. “Il trend positivo dei dati finanziari –
spiega il sindacalista – s’interrompe nel momento più importante per i
lavoratori degli stabilimenti italiani: quello della quantificazione degli
investimenti per tradurre il piano strategico in piano industriale”.
Per la Fiom a questo punto “è importante
che Fca apra una stagione di confronto sul programma di implementazione dei
nuovi modelli e delle nuove motorizzazioni per la piena occupazione dei
lavoratori. È necessario un confronto sul futuro delle produzioni Maserati,
visti i problemi, Alfa e Jeep a partire da Mirafiori e Pomigliano, e della
transizione dalle motorizzazioni diesel a quelle ibride ed elettriche
salvaguardando l’occupazione”.
“Il mondo della mobilità –
conclude De Palma – è attraversato da cambiamenti enormi. È necessario che con
Fca, a partire dalla proprietà, governo e gli altri sindacati si realizzi un
piano di rilancio della produzione dell’auto e della mobilità in Italia”.
La richiesta di un confronto è
dunque urgente, per la Fiom. Lo ribadisce anche Francesca Re David in un'intervista
al Corriere della Sera. Facendo il punto sui 15 anni di guida Marchionne, il
segretario generale della Fiom Cgil ricorda: “Con lui ci siamo confrontati su
modelli sindacali opposti. Marchionne arrivò in Fiat con la missione di salvare
il gruppo che era sull'orlo della crisi finanziaria. E assolse questo compito
con operazioni importanti”, “riuscì, con il sostegno della presidenza Obama, a
fare la fusione con la Chrysler. Quest'ultima scelta, però, fece sì che il
modello americano venisse importato anche nelle relazioni industriali”.
“Marchionne – prosegue Re David –
ha certamente risanato finanziariamente il gruppo e ha azzerato il debito. Ma
restano le incertezze sul futuro industriale. E il governo non può far finta di
nulla”. Che cosa vi aspettate dal dopo Marchionne? “Si parla tanto dei suoi
successori, ma il tema centrale è quello della proprietà: la famiglia Agnelli e
suoi eredi. Il loro gruppo, nel corso degli anni, ha ricevuto rilevanti
sostegni pubblici. Per noi è prioritario che il governo apra un tavolo con la
proprietà, l'azienda e i sindacati sul futuro di Fca”. “Ci aspettiamo”,
aggiunge Re David, che il ministro Luigi Di Maio “richiami la proprietà alle
sue responsabilità sugli stabilimenti e l'occupazione in Italia e che faccia una
legge sulla rappresentanza sindacale”.
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