Operazione
Trigarium, i carabinieri arrestano undici persone
Redazopme, AMDuemila
01 agosto 2018
Importante operazione, ieri
mattina, da parte dei carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro che
hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale
di Catanzaro su richiesta della Dda, nei confronti di 11 persone ritenute
responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso,
omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione,
falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso
d'ufficio, vari danneggiamenti e uccisione di animali.
Un'inchiesta (denominata
"Trigarium") che, così come ha spiegato il Procuratore Capo di
Catanzaro, Nicola Gratterei, ha permesso di svelare l'esistenza di una vera a
propria locale di 'Ndrangheta a Roccabernarda oltre che a individuare gli
autori dell'omicidio di Rocco Castiglione e del tentato omicidio di suo
fratello Raffaele. L'indagine infatti è partita proprio a seguito dell'omicidio
Castiglione, avvenuto il 31 maggio del 2014 in un agguato nelle campagne di
Roccabernarda. "Avere un 'locale' - ha aggiunto Gratteri - vuol dire avere
una rappresentanza nel 'gotha' della 'ndrangheta. Come accade sempre più
spesso, anche in questa inchiesta emergono i rapporti con la pubblica
amministrazione". In particolare sarebbe emerso il rapporto di un
assessore comunale e di un dipendente dell'Ufficio tecnico comunale con il
reggente della cosca Antonio Bagnato".
Secondo gli inquirenti Bagnato
aveva assunto un ruolo tale nella vita dei cittadini del comune del Crotonese
"tanto da avere pretese di conciliatore nelle controversie tra privati e
farsi addirittura chiamare 'santo patrono'".
Le indagini hanno consentito
anche di accertare in un anno, da maggio 2014 a maggio 2015, una serie di furti
e uccisioni di animali d'allevamento e da cortile, danneggiamenti aggravati
alle colture, a veicoli, a sistemi irrigui ed a mezzi meccanici, nonché estorsioni
ai danni di persone intimidite, tanto da farle desistere anche solo dal
presentare denuncia sui torti subiti. Tutto era finalizzato, infatti, secondo
quanto riferito dai carabinieri, a raggiungere uno stato di assoggettamento
della popolazione attraverso un atteggiamento prevaricatore e, di conseguenza,
il controllo e lo sfruttamento delle poche risorse economiche della zona.
Proprio rispetto alle
intimidazioni il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto ha parlato di
"criminalità brutale": "Una criminalità che per intimidire le
persone era capace anche di uccidere i loro maiali, fonte di sostentamento per
molti".
In riferimento all'omicidio di
Rocco Castiglione il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone,
colonnello Alessandro Colella, ha detto che "Bagnato aveva reputato una
grave offesa il fatto che la vittima si fosse rivolta al sindaco per la
sistemazione di una strada senza chiedere il suo consenso". Il
"locale" di Roccabernarda, ha aggiunto l'ufficiale, assumeva importanza
anche per le altre cosche in quanto "su quel territorio venivano nascoste
armi ma anche latitanti".
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