La riflessione di p. Alex
Zanotelli sulla crescente ondata di razzismo in Italia contro il popolo rom.
Alex Zanotelli, Giovaniemissioni.it
26 luglio 2018
Non
possiamo accettare questo razzismo di Stato così ben incarnato dal Ministro
degli Interni, Salvini, contro i migranti. Ma Salvini si è scagliato con
altrettanta forza contro i rom, che diventano il capro espiatorio per
eccellenza. Le affermazioni di Salvini a questo riguardo fanno veramente paura:
"Facciamo una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti
sono, ripetendo quello che fu definito il censimento." E ha poi aggiunto
qualcosa di ancora più pesante: “Sto facendo preparare un dossier al Viminale
sulla questione dei rom. Quelli che possiamo espellere, facendo degli accordi
con gli Stati, li espelleremo. Gli altri purtroppo ce li dobbiamo tenere.”
Sono
parole pesanti dette da un Ministro degli Interni, parole razziste che ci
riportano ai tempi del nazi-fascismo. L’onda nera della xenofobia e del
razzismo che sta dilagando in Europa ha invaso ora anche il nostro paese. È mai
possibile che ci sentiamo minacciati dai rom che non hanno mai avuto né una
patria, né un esercito, né hanno mai fatto una guerra? In Italia sono circa
180.000 i rom residenti, dei quali solo 26.000 potrebbero essere espulsi perché
non italiani e neppure comunitari.
"Bisogna
essere infami - scrive saggiamente Moni Ovadia - per prendersela con chi non ha
una nazione che lo difende e non può mettere in campo forze economiche e
finanziarie per arginare le politiche persecutorie pensate e concepite come
perfetta arma di distrazione di massa.” Eppure Salvini, come ha fatto con i
migranti, passerà dalle parole ai fatti mandando, come ha promesso, i bulldozer
contro i campi rom.
Siamo
davanti a una pulizia etnica? “Capro espiatorio da secoli fino allo sterminio
razzista del secolo scorso - afferma mons. Nosiglia, arcivescovo di Torino - i
rom e i sinti rivelano la disumanità di una convivenza, la nostra, che vuol
dirsi civile, ma lascia nella miseria più nera e nell’emarginazione più amara,
i figli del popolo più giovane d’Europa.”
Ho
potuto toccare con mano in questi anni a Napoli quanto questo popolo viva nella
"miseria più nera e nell’emarginazione più amara". Solo nelle
baraccopoli d’Africa, dove sono vissuto a lungo, ho trovato un tale degrado
come l’ho trovato nei campi rom della metropoli campana. Per questo, appena
arrivato a Napoli, ho sposato insieme a P. Pizzuti con il comitato campano con
i rom la loro causa perché sono gli ‘ultimi’ della società. Ho fatto mia la
loro sofferenza ed emarginazione. Ho toccato con mano il razzismo nei loro
confronti soprattutto nell’incendio dei campi rom di Ponticelli (scene
vergognose!) e poi nelle minacce e insulti contro il campo rom di Via del
Riposo da dove un centinaio di loro sono dovuti fuggire. Tanti gli incendi
dolosi come nell’insediamento di Viale Maddalena e di Casoria. Sono rimasto
scioccato dallo sgombero, ordinato dalla Procura di Napoli, del campo di
Gianturco, nel cuore di Napoli, dove vivevano oltre 1.300 rom, senza offrire
loro un’alternativa. Abbiamo seguito poi il calvario di un gruppo di 250 di
loro che hanno trovato rifugio nell’ex-Manifattura Tabacchi. Sgomberati da lì
hanno trovato uno spazio nell’ex-Mercato Ortofrutticolo da dove oggi sono
nuovamente minacciati di essere cacciati. Stessa tragedia con i rom di Cupa
Perillo a Scampia il cui campo è stato distrutto da un incendio doloso. Dopo
tante dimostrazioni e proteste, dopo tante promesse del Comune, i rom di Cupa
Perillo non hanno ancora trovato una soluzione.
E
ancora più drammatica per me è stata l’odissea dei rom di Giugliano: si tratta
di oltre un migliaio di persone fuggite dalla guerra di Jugoslavia. Sono stati
sgomberati dal loro insediamento dalla Procura di Napoli senza un’alternativa.
Per anni hanno soggiornato per le campagne in uno squallore unico. Alla fine il
Comune li ha posti nella zona ex-Resit, piena di rifiuti tossici! (tanti
deputati e senatori che hanno visitato quel luogo sono rimasti inorriditi, ma
nessuno ha dato una mano!) Alla fine, il Comune li ha ricollocati in una conca
fangosa e maleodorante indegna perfino per gli animali. E sono ancora lì. La
tragica storia dei rom di Giugliano merita di essere portata in tribunale.
La
risposta a questa drammatica storia dei rom non può essere quella di Salvini,
quella delle ruspe, dell’espulsione, ma quella di un serio esame di coscienza
di come abbiamo trattato questo popolo, ma poi di serie politiche di
inclusione, per far uscire questo popolo dalla miseria e dall’emarginazione.
Dobbiamo prima di tutto rimettere in discussione un razzismo atavico contro i
rom che abbiamo tutti interiorizzato da secoli e ora è cavalcato così abilmente
da Salvini. Eppure il Ministro degli Interni ha giurato sulla Costituzione che
obbliga lo Stato repubblicano a riconoscere e a garantire i diritti inviolabili
dell’uomo (art.2). Non dimentichiamo che le politiche contro i rom sono state
uno dei pilastri del fascismo. Per questo, la senatrice Liliana Segre, che ha
visto tanti rom cremati ad Aushwitz, nel suo primo intervento in Senato, ha
detto che sarà sua priorità la difesa della minoranza rom in quanto è compito
di ogni persona far sentire la propria voce per fermare questa onda nera che
minaccia di travolgerci tutti.
È
compito di tutti noi alzare la voce in difesa degli ultimi della nostra società
in questo preciso momento in cui il razzismo della gente contro i rom è
diventato razzismo di Stato.
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