Redazione, Cronache di ordinario
tazzismo
28 luglio 2018
Non c’era nessun giallo nella
vicenda di Cerasela, la bimba rom ferita da un piombino mentre era in braccio
alla madre e camminava lungo la via Palmiro Togliatti a Roma. Un uomo di 59
anni è l’autore del ferimento ed è indagato per lesioni gravissime. “Stavo solo
provando il mio nuovo fucile ad aria compressa” è la spiegazione che fornisce
dell’accaduto e gli inquirenti per adesso gli credono: l’ex dipendente del
Senato in pensione è infatti indagato per lesioni gravissime senza la
aggravante dell’eventuale motivazione razzista.
Se si sia trattato di un colpo
accidentale o di un colpo razzista lo stabiliranno le indagini. Di certo
sappiamo due cose: il ferimento della bambina di 15 mesi è il sesto episodio
simile in poche settimane – abbiamo raccontato degli episodi di Caserta, Forlì,
Latina e Napoli – e per giorni i media hanno parlato di “giallo”, mettendo in
dubbio la versione della famiglia: “potrebbe essere una faida interna al
gruppo”, “fanno le vittime”. Come se i Rom fossero bugiardi “per natura”. Dovremmo
insomma credere al ferimento accidentale da parte dell’italiano, mentre per
giorni abbiamo messo in dubbio le parole di una madre con la figlia in
ospedale. Ed è forse per questo che la sindaca di Roma ha atteso tanti giorni
per farsi vedere al Bambino Gesù dove Cerasela è ricoverata: meglio non
rischiare.
Lo abbiamo già scritto quando
abbiamo dato la notizia: l’episodio del ferimento di Cerasela sarebbe grave
anche se non si trattasse di un caso di razzismo. L’idea che ci si compri un
fucile ad aria compressa capace di fare danni come quello arrecato alla bimba e
si esca in strada a provarlo è figlia di una propaganda pro armi e pro
legittima difesa pericolose – proprio questo caso ci dice quanto.
Se invece le indagini
accerteranno che di razzismo si tratta, siamo davanti a uno scivolamento verso
una società che fa spavento. In questi giorni è circolato molto un video in cui
un cittadino romano non si vergogna di dire davanti alle telecamere della Rai
che alla bambina avrebbero dovuto sparare con un proiettile vero perché le
bambine Rom sono tutte ladre. Si tratta
del parere di una sola persona, certo, ma fino a non molto tempo fa chiunque si
sarebbe vergognato a dire cose simili in televisione. Non che i pregiudizi
razzisti nei confronti dei Rom non circolino ampiamente da decenni, ma un conto
è pensare qualcosa, altro conto è ritenere di poter esprimere pubblicamente la
propria opinione come se si trattasse di un punto di vista come un altro.
Un altro aspetto importante da
sottolineare in questa vicenda è la condizione della persona che ha sparato: un
pensionato ex dipendente del Senato, non esattamente una persona appartenente
alle fasce più povere della popolazione. Se si trattasse di un episodio di
razzismo, non sarebbe un caso di quella che in molti chiamano “guerra tra
poveri”.
L’unica buona notizia è che
Cerasela sembra stare meglio.
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