A
Cassola (Vicenza) un 40enne italiano spara con una carabina a un operaio di
origine capoverdiana. "Preoccupati per il crescente clima di odio",
spiega la Cgil regionale. "Ha ragione Mattarella: l'Italia non deve cadere
in una sorta di Far West"
28 luglio 2018
"Nell'esprimere tutta la
nostra solidarietà e vicinanza alla vittima, non possiamo che guardare con
grande preoccupazione al clima di odio, di razzismo e di violenza che sta
crescendo nel paese". A dirlo è Christian Ferrari, segretario generale
della Cgil Veneto, intervenendo sul ferimento, da parte di un italiano, di un
operaio capoverdiano a Cassola (Vicenza): "L'Italia, che ha affrontato
periodi anche difficili sempre all'insegna dei valori della democrazia e del
rispetto dell'altro, sta rischiando di imbarbarirsi tradendo la sua stessa storia,
la sua cultura e le ragioni del vivere comune".
L'episodio è avvenuto giovedì 26
luglio a Cassola, in provincia di Vicenza, intorno alle ore 13. Un cittadino
capoverdiano di 33 anni, residente a Isola (Vicenza) e dipendente di una ditta
di impianti elettrici, mentre stava lavorando su una pedana mobile a sette
metri di altezza è stato ferito da un colpo d'arma da fuoco, riportando una
lesione sulla regione lombare con una prognosi di sette giorni. A sparare un
40enne residente a Cassola, che dovrà rispondere di lesioni personali aggravate
ed esplosioni pericolose. Nel suo appartamento i carabinieri hanno rinvenuto,
oltre a varie munizioni, una carabina calibro 4,5 mm, marca Stoeger, di colore
nero. Riguardo le motivazioni del gesto, l'uomo avrebbe sostenuto di aver
voluto sparare a un piccione.
Per il segretario generale della
Cgil vicentina "è inaccettabile, come ha detto il presidente Mattarella,
che si cada in una sorta di Far West per cui chiunque di punto in bianco possa
mettersi a sparare in nome del razzismo e dell'intolleranza". In
conclusione, Christian Ferrari lancia "un appello a tutti i lavoratori e
cittadini del Veneto affinché condannino senza se e senza ma una deriva di
questo genere".
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