La
campagna contro l'ampliamento dei buoni lavoro – che ha visto mobilitarsi le
categorie del terziario, pubblico impiego, agricoltura – si arricchisce di uno
strumento di "pressione digitale". Sarà consegnata alle commissioni
Lavoro e Finanze
Redazione Rassegna sindacale
27 luglio 2018
27 luglio 2018
La campagna della Cgil contro
l'ipotesi di ampliamento dei voucher - che ha visto mobilitarsi in piazza negli
scorsi giorni le categorie del terziario, pubblico impiego, lavoro agricolo,
oltre alla stessa confederazione - si arricchisce ora di uno strumento di
"pressione digitale" sul Parlamento. Il sindacato di corso d'Italiaha infatti lanciato sulla piattaforma Progressi una petizione indirizzata aparlamentari e commissioni Lavoro e Finanze di Camera e Senato.

"Nel dibattito parlamentare sul
decreto dignità - si legge nella petizione, che il sindacato invita a firmare e
divulgare - il governo sta presentando un emendamento per estendere l'utilizzo
dei voucher. Non c'è nessuna dignità in questo. Come si fa a dire che si
combatte la precarietà mentre la si ripropone? Il lavoro occasionale esiste
già, non abbiamo bisogno di altri voucher, ma di lavoro di qualità. Per questa
ragione chiediamo ai parlamentari di avere il coraggio di scegliere di stare
dalla parte giusta: dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Dalla parte
di quel milione e mezzo di italiani che un anno fa si è già espresso con
chiarezza su questo tema".
Prosegue il testo:
"Chiediamo ai parlamentari di dire di no ai voucher. Perché è importante?
I dati confermano che dal momento della loro introduzione i voucher non hanno
ridotto la precarietà, ma l'hanno estesa e istituzionalizzata, non ostacolando
affatto il lavoro nero. In molti casi si è trattato di un vero e proprio
'effetto sostituzione': voucher al posto del lavoro subordinato. Questo -
ricorda la Cgil - ha determinato, a parità di lavoro e di mansioni, la
riduzione di tutele, diritti e retribuzioni".
"Nel 2017 - ricorda la Cgil
- oltre un milione e mezzo di cittadini ha firmato per il referendum proposto
dalla Cgil, con il quale si chiedeva la loro cancellazione. Per combattere
precarietà e sfruttamento serve lavoro regolare, ben retribuito,
contrattualizzato. E solo i contratti nazionali di lavoro garantiscono questo:
regole, flessibilità, diritti".
La petizione sarà consegnata
direttamente ai parlamentari delle commissioni Lavoro e Finanze.
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