Dieci
proposte per garantire il rispetto del diritto d’asilo e dei diritti delle
persone migranti
ARCI
27 luglio 2018
Gli hotspot, a partire dal 2015,
rappresentano il meccanismo di gestione dei flussi migratori in arrivo in
Italia e in Grecia. In questi tre anni di attività non è stata emanata una
legge organica che ne definisca i
caratteri e le procedure svolte all’interno. Le prassi di funzionamento degli
hotspot italiani, in assenza di una specifica norma, sono descritte nelle
Procedure operative standard (SOP): un documento privo di forza di legge, che
costituisce l’unico riferimento per quanto riguarda il funzionamento degli
hotspot.
La carenza di una legislazione di
riferimento risulta ancor più problematica alla luce dei riscontri fattuali
presentati da organizzazioni nazionali e internazionali attive nella tutela dei
diritti umani. L’applicazione dell’approccio hotspot ha prodotto, come rilevato
da autorevoli osservatori, una una crisi generalizzata del diritto d’asilo in
Italia e in Europa, ledendo i diritti di un numero considerevole di cittadini
stranieri, configurando anche forme illegittime di trattenimento, in violazione
delle garanzie poste dall’articolo 13 della Costituzione a tutela dell’inviolabilità
della libertà personale. Le SOP costituiscono, a tutti gli effetti, lo
strumento applicativo di questo cambio di paradigma.
Dalla lettura della Comunicazione
della Commissione Europea contenente la Relazione sullo stato di attuazione
dell’agenda europea sulla migrazione del 16 maggio 2018 si apprende che “È in
corso un processo di revisione delle procedure operative standard dei punti di
crisi”. Si tratta potenzialmente di un’opportunità rilevante: le SOP
attualmente in vigore, infatti, hanno permesso la configurazione di numerose
violazioni.
La revisione può essere
un’occasione per definire procedure e standard di protezione in linea con le
esigenze di tutela e coerenti con la normativa italiana e comunitaria. Per tale
ragioni le organizzazioni firmatarie si rivolgono alle autorità e alle
organizzazioni che hanno partecipato alla stesura delle SOP attualmente in
vigore: il Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà civili e
l’Immigrazione, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con il contributo della
Commissione Europea, di Frontex, Europol, EASO, UNHCR e IOM.
Il
documento allegato è redatto per porre
in evidenza:
in che termini alcune previsioni
contenute nelle SOP attualmente in vigore violano la normativa vigente in che termini alcune previsioni
contenute nelle SOP sono state disattese nell’ambito dell’applicazione
dell’approccio hotspot.
Un elenco di dieci punti che, dal
punto di vista dei firmatari del documento, i redattori della revisione delle
SOP dovrebbero prendere in considerazione al fine di predisporre procedure in
linea con la normativa vigente e con la necessità di tutela dei cittadini
stranieri.
Le dieci proposte puntano a
tutelare i cittadini stranieri che transitano per gli hotspot per ciò che
attiene l’inviolabilità della libertà personale, l’accesso al diritto di asilo,
la tutela da forme di respingimento di natura collettiva, i diritti dei minori
non accompagnati. Il processo di revisione delle SOP può essere, più in
generale, un’occasione per rimettere al centro dell’agenda pubblica il tema del
rispetto dei diritti all’interno dell’approccio hotspot.
I firmatari: CILD, ActionAid,
IndieWatch, Asgi, Cledu, Arci
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