È questo l’appello della
Conferenza Episcopale Italiana in merito all'accoglienza dei migranti. Lo
sprone a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta,
umiliata e calpestata
Chiara Pelizzoni, Famiglia Cristiana
26 luglio 2018
«Gli
occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis
all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di
una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci». Inizia così la nota della
Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana pubblicata ieri, giovedì19
luglio, dopo l’ennesima tragedia in mare. Il riferimento è al volto di Yoseph
una donna camerunense rimasta per due giorni in acqua dopo il naufragio del
barcone su cui viaggiava. «Ci sentiamo responsabili di questo esercito di
poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture» continua la nota. «È la
storia sofferta di uomini e donne e bambini che – mentre impedisce di chiudere
frontiere e alzare barriere – ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e
la pace».
La
Cei che non intende volgere lo sguardo altrove: «Come Pastori della Chiesa non
pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non
intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole
sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e
paure condizionino le nostre scelte, determinino le nostre risposte, alimentino
un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto».
Ma
ribadisce la volontà di prestare voce a chi non ne ha: «Animati dal Vangelo di
Gesù Cristo continuiamo a prestare la nostra voce a chi ne è privo. Camminiamo
con le nostre comunità cristiane, coinvolgendoci in un’accoglienza diffusa e
capace di autentica fraternità. Guardiamo con gratitudine a quanti – accanto e
insieme a noi – con la loro disponibilità sono segno di compassione,
lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva, capace di
proteggere, promuovere e integrare».
E
indica la strada: «Avvertiamo in maniera inequivocabile che la via per salvare
la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa
dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta,
umiliata e calpestata».
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