La nave di Open Arms è
partita ieri per una nuova missione. Questa volta è salito a bordo il
segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Non posso prevedere per
quanti giorni rimarrò imbarcato, dipende da quello che accadrà. Faremo una vera
e propria staffetta, ci alterneremo per dare una mano all’equipaggio: è il
nostro modo per tenere aperti gli occhi su quello che sta succedendo nel mar
Mediterraneo”.
Annalisa Cangemi, fanpage.it
26 luglio 2018
La
nave dell'ong Open Arms è ripartita per una nuova missione ieri pomeriggio, da
Palma di Maiorca. A bordo, insieme ai volontari, dopo il deputato di LeU Erasmo
Palazzotto, che ha assistito al salvataggio di Josefa, e al recupero dei
cadaveri di una donna e di un bimbo, questa volta è salito il segretario di
Sinistra italiana Nicola Fratoianni: "Non posso prevedere per quanti
giorni rimarrò imbarcato, dipende da quello che accadrà. Faremo una vera e
propria staffetta, ci alterneremo per dare una mano all'equipaggio: è il nostro
modo per tenere aperti gli occhi su quello che sta succedendo nel mar
Mediterraneo", ha raccontato a Fanpage.it, parlando dal telefono
satellitare dell'ong.
Prima
di imbarcarsi Fratoianni ha scritto un tweet, per annunciare l'inizio della
missione: "La Open Arms e il suo equipaggio stanno per ripartire. E io con
loro", completando il messaggio con l'hashtag "#dapadre", con un
voluto riferimento alle parole del ministro degli Interni Matteo Salvini. La nave Open Arms, se le condizioni del
mare lo permetteranno, arriverà in zona Sar nella notte di mercoledì: "Nel
frattempo i medici a bordo ci stanno preparando per affrontare le emergenze, e
ci stanno spiegando quali sono le principali manovre di salvataggio e messa in
sicurezza dei naufraghi che potremmo incontrare nel nostro viaggio".
A
bordo della nave dell'ong in questo momento, come ha spiegato il segretario di
Sinistra italiana, ci sarebbero circa 19 persone, tra cui anche un giornalista
freelance dell'Associated Press e un fotografo. Ognuno svolge quotidianamente
le proprie mansioni, che vanno dalla pulizia alla guardia del ponte di comando.
"Mi
trovo qui perché è giusto attivarsi in questo momento, ognuno secondo le
proprie possibilità. Bisogna dire chiaramente da che parte si sta: se dalla
parte di chi salva le vite o dalla parte di chi lascia morire i migranti in
mare", ha dichiarato Fratoianni.
E
intanto il titolare del Viminale ha continuato ad attaccare l'ong: "La
nave Ong Open Arms sta dirigendo verso il canale di Sicilia (possibile
destinazione zona SAR libica). Altre provocazioni in vista? Vi tengo
informati!", ha scritto su Facebook Salvini, pubblicando anche una mappa
navale.
"L'unica
provocazione è quella che continua a riproporre Matteo Salvini, che invece di
fare il suo lavoro, garantendo la sicurezza dei cittadini, mette a repentaglio
la vita di persone innocenti" – ha replicato Nicola Fratoianni – "Io
vedo solo un ministro che trascina sempre più il suo Paese nella vergogna,
calpestandone l'onore, e la credibilità, rinnegando il fatto che in passato ci
siamo distinti proprio nell'accoglienza. L'unica risposta alla violenza delle
sue esternazioni può essere da parte nostra quella di metterci la faccia, il
nostro tempo. Quando la logistica lo consente insomma noi rispondiamo con la
mobilitazione. Salvini offende chi ha svolto il proprio compito a servizio
della comunità in nome della solidarietà, cioè le organizzazioni umanitarie". "Torniamo là dove le vite sono perse
senza senso. E andremo tutte le volte necessarie finché ci saranno persone in
pericolo di morte", ha infatti annunciato l'ong prima di salpare.
La
denuncia per omissione di soccorso è stata presentata contro la Guardia
costiera libica e non contro il governo italiano, come era stato detto in
precedenza: "In relazione ai fatti avvenuti durante l’intervento di
salvataggio compiuto il 17 luglio 2018, il direttore e fondatore di Proactiva
Open Arms, Oscar Camps, e molti dei volontari presenti a bordo della Open Arms
durante l’ultima missione, hanno presentato presso la Procura di Palma di
Maiorca, una denuncia contro:
1)
Il Capitano della motovedetta libica 648 “Ras al-Jadar” MMSI 642124567, membro
della Guardia Costiera libica e il comandante di eventuali altre imbarcazioni
libiche intervenute in quelle stesse ore, per omissione di soccorso e per aver
causato la morte di due persone.
2)
Il Capitano del mercantile “Triades”, IMO n°9350082, battente bandiera
panamense, per omissione di soccorso e omicidio colposo
3)
Chiunque abbia responsabilità dirette o indirette o sia stato coinvolto a
qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico.
"Open Arms ha voluto puntare il dito contro i diretti responsabili della
vicenda. Ma questo non significa che non ci sia sfiducia nei confronti del
governo italiano, che da una parte è intenzionato a tenere chiusi i porti, e
dall'altra alimenta un clima d'odio nei confronti dei migranti e nei confronti
dei volontari. La versione fornita dai libici è semplicemente ridicola, piena
di incongruenze. Domani il nostro deputato Erasmo Palazzotto ne darà una
dimostrazione durante la conferenza stampa a Montecitorio", ha concluso
Fratoianni.
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