L’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha di recente
posto il parco del Lago Turkana, tra i siti patrimonio dell’umanità in
pericolo. La devastazione è provocata dalle dighe costruite dall’Etiopia sul
suo unico affluente. E la riserva naturale di Selous, in Tanzania rischia di
seguire presto la stessa sorte.
Bruna Sironi, Nigrizia
28/07/2018
I paesi dell’Africa orientale
custodiscono un importante patrimonio culturale e naturalistico da tramandare
alle generazioni future. Questa macroregione é il luogo in cui l’umanitá ha
avuto origine e da dove l’uomo si é mosso per colonizzare il mondo. Inoltre, vi
si trovano ancora vasti territori ricchi di biodiversitá, habitat di
innumerevoli specie autoctone vegetali e animali. L’Unesco (Organizzazione
delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha riconosciuto
l’unicitá e l’importanza di questa vasta zona, inserendo numerosi siti nella
lista di quelli patrimonio dell’umanitá, che dovrebbero perció essere
conservati con particolare cura, perché appartengono a tutti noi.
La massima concentrazione si
trova in Kenya e Tanzania che, nel 2016, ne contavano sei e sette
rispettivamente. Ma nell’ultima conferenza internazionale svoltasi a Manama, in
Barhein, lo scorso giugno, l’organizzazione ne ha degradato uno, ponendolo tra
quelli in pericolo.
Si tratta del parco nazionale del
lago Turkana, in Kenya, minacciato, così come la riserva di Selous, in
Tanzania, dalla costruzione di enormi impianti idroelettrici.
Il parco - che si trova nel Kenya
settentrionale a ridosso del confine etiopico - sta soffrendo il devastante
impatto delle tre dighe Gilgel Gibe, realizzate in Etiopia lungo il corso del fiume Omo, l’unico affluente del
bacino, il piú grande lago salato dell’Africa, inserito tra i siti da
proteggere nel 1997 perché habitat di animali a rischio d’estinzione, come il
coccodrillo e l’ippopotamo del Nilo, e numerosi tipi di rettili e serpenti.
Oltreché di antiche popolazioni. É considerato inoltre un santuario per la
biodiversitá e dunque di fondamentale importanza per lo studio della fauna e
della flora autoctona.
La riserva di Selous - 5 milioni
di ettari di territorio fino a pochi anni fa incontaminato, habitat di
importanti branchi di elefanti e rinoceronti neri oltre che di numerose altre
specie - era stata inserita nella lista dei siti da conservare fin dal 1982, ma
era giá stata segnalata come a rischio nel 2014 per il diffuso bracconaggio.
Oggi lo è ancora di più, a causa del progetto di costruzione di un megaimpianto
idroelettrico.
I pericoli derivanti dalle
imponenti infrastrutture idroelettriche che avrebbero avuto un impatto
devastante e perenne sull’ecosistema delle due aree protette, erano ben
conosciuti. La societá civile keniana e tanzaniana si sono mobilitate a loro
difesa, sostenute dalle reti ambientaliste internazionali. In Italia molto si é
discusso soprattutto dell’impatto della diga Gilgel Gibe III, costruita
dall’impresa italiana Salini. Ma non é stato abbastanza. I due santuari hanno evidentemente
giá subito danni cosí gravi da non avere piú le caratteristiche necessarie per
rientrare tra quelle segnalate dall’Unesco come patrimonio dell’umanitá.
Un’altra perdita incalcolabile per il nostro pianeta, per tutti noi e per chi
ci seguirá.
Nella stessa conferenza
internazionale é stata riconosciuta l’importanza di un altro sito che si trova
in Kenya. Si tratta di Thimlich Ohinga, un insediamento umano risalente
probabilmente al XVI secolo, caratterizzato da una recinzione di imponenti mura
di pietra costruite a secco. Thimlich Ohinga si trova nella zona del lago
Vittoria, a nord ovest della cittadina di Migori. La struttura era
probabilmente una fortezza e serviva come protezione per comunitá umane e
bestiame. Nella motivazione per l’inserimento del sito nella lista dell’Unesco
si dice che Thimlich Ohinga é l’esempio di insediamenti tradizionali di
comunitá pastorali nel bacino del lago Vittoria, comuni fino al secolo scorso.
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