Italia. Vertice tra Raggi
e il ministro degli Interni anche sulle occupazioni abitative. Il Viminale
pensa di procedere ad alcuni sgomberi nella Capitale
Giuliano Santoro, Il Manifesto
26 luglio 2018
Virginia
Raggi incontra Matteo Salvini e l’intesa «legge e ordine» tra il ministro
dell’interno e la sindaca di Roma si rafforza non di poco. Raggi va al Viminale
all’indomani dello stop allo sgombero dell’insediamento rom di Camping River,
imposto da un giudizio della Corte europea per i diritti umani.
Salvini
non manca di appoggiarla comunque, sbeffeggiando il parere che viene da
Strasburgo: «A me interessa che la legalità, a prescindere dalle lettere delle
Corti, venga ripristinata – dice incontrando i giornalisti dopo il summit – Ho
messo a disposizione la forza pubblica per garantirlo». Solo che lui stesso
dimostra di non conoscere bene l’oggetto della questione, quando assicura: «Mi
sembra che il comune abbia risposto in meno di 24 ore alla Corte».
In
realtà, il ricorso delle tre famiglie al vaglio dell’organismo europeo non
riguarda l’ente locale: è rivolto direttamente al governo italiano. Dunque non
è l’amministrazione romana a dover rendere conto, anche se gli uffici
capitolini potrebbero essere interpellati dal potere centrale. La replica
doveva comunque partire entro le 12 di ieri mattina. A Salvini viene chiesto se
focalizzare l’attenzione sui rom non rischi di alimentare il razzismo. «Il
problema sono i 30 mila rom che in Italia si ostinano a vivere nei campi,
probabilmente spinti da chi ci guadagna – reagisce il ministro – Il problema è
questa sacca di minoranza parassitaria, noi chiediamo solo parità di diritti e
di doveri».
IL
MINISTRO LEGHISTA riferisce di una spesa annua del comune di Roma di 25 milioni
di euro per i rom, una cifra che viene spesso sventolata dalla sindaca ma che,
spiegano gli addetti ai lavori, non risponde a realtà ormai da anni, da quando
l’inchiesta su «mafia capitale» ha ridimensionato il volume degli appalti.
Il
vertice con Raggi sarebbe servito anche a fare un punto sulle occupazioni
abitative. Salvini vorrebbe procedere ad alcuni sgomberi proprio nella città in
cui 10 mila persone vivono in palazzi occupati dai movimenti di lotta, per
marcare una differenza rispetto ai suoi predecessori. Di questo tema Raggi
pubblicamente non parla, anche se la sua amministrazione da tempo ha scelto di
rompere con i movimenti e rinunciare ad usare i quasi 200 milioni di euro di
fondi regionali da investire per il diritto alla casa: si rifiuta di
riconoscere le prerogative degli occupanti, che quei fondi hanno ottenuto in
anni di lotte.
SUL
TEMA RITORNA SALVINI nel pomeriggio, audito in Senato. «Ho intenzione di
affrontare la questione nell’intento di fornire ogni supporto possibile ai
sindaci, nell’ottica di garantire sempre e comunque la legalità». Promette
«Soluzioni operative, concrete e efficaci» di concerto con Confedilizia.
L’associazione di categoria della grande proprietà immobiliare saluta la
vicinanza del ministro: «Il nostro sistema legislativo è, di fatto, più
garantista con chi occupa che con chi subisce l’occupazione», dicono.
CHE
IL CLIMA si stia facendo pesante l’aveva fatto capire la recente sentenza del
tribunale civile di Roma che condannava il Viminale a rifondere la proprietà di
una grande occupazione romana per il danno provocato dal mancato sgombero. È la
prevalenza delle garanzie private sui diritti sociali, che rivendicano gli
immobiliaristi: «La tutela del diritto di proprietà – afferma Confedilizia – non
può essere negata per risolvere problemi di cui deve farsi carico il sistema
pubblico».
Dal
canto suo, a ulteriore conferma che l’incontro con Raggi e la calda estate
romana costituiscono solo le prove generali, Salvini annuncia un decreto
sicurezza che coinvolgerà «5 o 6 ministeri». «Contiamo di approvarlo entro
l’estate» dice. Il provvedimento, pare sia pronto «all’80%». Dovrebbe occuparsi
anche di «immigrazione, ordine pubblico, decoro e sicurezza urbana».
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