L'accordo con il colosso
indiano Jindal offre una prospettiva alla ex Lucchini. Prevista la costruzione
di due forni elettrici in un progetto a lungo termine da un miliardo di euro.
Rota (Fiom): "Premiata la caparbietà dei lavoratori"
Jacopo Formaioni, Rassegna sindacale
26 luglio 2018
Alla
fine è arrivata l'ufficialità. Con le firme di ieri (24 luglio) è definitiva la
cessione di Aferpi dall'azienda algerina di Issad Rebrab, Cevital, al colosso
indiano della siderurgia Jindal South West Steel, del magnate Sajjan Jindal. La
chiusura del contratto arriva dopo l'accordo del maggio scorso, ma le cautele
dei protagonisti avevano acceso nel corso dell'estate sospetti e polemiche per
gli ennesimi ritardi e rinvii. In una vicenda, quella degli storici
stabilimenti piombinesi, che sembrava non poter avere più un esito positivo.
“La
firma è molto importante sia per il risultato del lavoro di questi mesi sia per
le possibili prospettive per Piombino e il territorio – dichiara Mirco Rota,
coordinatore Fiom per la siderurgia –. Questo risultato, anche se parziale, è
dovuto alla caparbietà dei lavoratori ex Lucchini che hanno saputo gestire
questa vertenza con molta convinzione e determinazione. Ci sono le basi
affinché Piombino torni a produrre acciaio e possa tornare a essere un sito
siderurgico importante, non solo sul piano nazionale. Al governo continueremo a
chiedere non solo la garanzia degli ammortizzatori sociali per gestire questa
fase, ma che continui a vigilare rispetto agli impegni assunti da Jindal”.
Impegni
precisi, presenti nel piano industriale ufficializzato anch'esso nel pomeriggio
di ieri. In base all’accordo Jindal s’impegna a produrre acciaio costruendo due
forni elettrici, in un progetto a lungo termine da un miliardo e 50 milioni di
euro, che richiederà attenzione e vigilanza da parte di sindacati e
istituzioni. Inizialmente il piano prevede la riattivazione del treno di
laminazione per rotaie, così da consentire all'azienda di partecipare al bando
di gara della Rete ferroviaria italiana. L'attività di laminazione sarà
alimentata da semilavorati importati dall'India.
A
livello occupazionale questo comporta l'impiego di circa 450 posti di lavoro,
che il piano Jindal prevede di alzare a 750 a inizio 2019 con il pieno riavvio
anche dei laminatoi per barre e vergella. Quindi non ci sarà subito il
reintegro dei 2.000 addetti attuali, ma questi verranno riassorbiti mano a mano
che andrà avanti il piano di rilancio, tra demolizioni, bonifiche e
l'allestimento della produzione di acciaio. Per questo saranno necessari gli
strumenti di protezione sociale come la cassa integrazione, probabilmente a
rotazione, su cui i sindacati hanno già annunciato di voler aprire tavoli di
confronto per garantire il reddito di tutti i 2.000 addetti che passeranno da
Cevital a JSW Steel.
Perché
non verranno subito i nuovi forni, ma sono previsti 18 mesi per studiare e
allestire un'acciaieria elettrica a cui seguirà il progetto di un nuovo treno
di laminazione per prodotti piani, sui quali si punta per il definitivo
rilancio dello stabilimento e il conseguente ritorno alla piena occupazione. Un
progetto complesso e ambizioso, che alla fine del 2024 potrebbe portare gli
stabilimenti ex Lucchini a produrre circa tre milioni di tonnellate di prodotti
finiti. Inoltre, Jindal è molto interessato anche al porto di Piombino, per il
quale ha annunciato presto un piano per avere le concessioni dalla Port
Authority.
Sul
piano ambientale, l’azienda s’impegna sulle demolizioni, ad allontanare le
produzioni dal centro di Piombino e a fare i risanamenti ambientali. La Regione
mantiene il ruolo di coordinamento del comitato esecutivo con il compito di
monitorare e agevolare l’attuazione dell’accordo di programma. Inoltre le istituzioni,
a fronte degli investimenti di Jindal, s’impegnano a sostenere con un
contributo di 33 milioni del Mise in progetti di tutela ambientale e di
risanamento; a questi si aggiungono 30 milioni della Regione Toscana per
l’efficienza energetica e ambientale del ciclo produttivo e altri 30, sempre
regionali, per progetti di ricerca e formazione. Oltre 90 milioni che stanno
nel quadro dei contributi erogati in queste situazioni, cioè circa il 10%
dell’investimento complessivo. Come garanzia dell'effettiva implementazione del
piano industriale presentato da Jsw Steel Italy, i finanziamenti verranno
erogati soltanto alla fine del percorso di reindustrializzazione del sito di
Piombino.
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