I risultati dell'indagine sui giovani della gig
economy
24/07/2018
Non hanno la minima idea di cosa
sia un contratto di lavoro: non in generale, ma proprio nel particolare del
proprio rapporto giuridico con chi, dall’altro lato dell’app, commissiona loro
il lavoro. Lo rivela una indagine campionaria svolta dalla Fondazione Rodolfo
De Benedetti, i cui risultati sono diventati un capitolo dell’ultimo Rapporto
Inps. Non che l’Inps non abbia numeri, dati amministrativi, sulla cosiddetta
gig economy, ossia su tutti quei lavori su richiesta organizzati attraverso
l’incontro tra domanda e offerta di lavoro su piattaforme digitali.
Ma i numeri ufficiali dicono
poco: per dire, su 50 società prese in esame in Italia 22 non dichiarano alcun
rapporto di lavoro, e nell’insieme i lavoratori interessati, tra dipendenti e collaboratori,
sono solo 2.764.
I più sfuggono, sotto la soglia
dei 5.000 euro oltre la quale scatta la registrazione alla gestione separata
delle collaborazioni occasionali, oppure dietro la formula delle partite Iva, o
altro. Ma nell’insieme, secondo i dati della Fondazione De Benedetti, sono
circa 600 mila le persone che, in un modo o nell’altro, anche solo per un’ora,
hanno fatto un lavoretto come rider, traduttore a chiamata, autista, baby
sitter o le tante altre mansioni che adesso viaggiano anche su app. Di tutti
costoro, solo il 33 per cento «ha consapevolezza della propria tipologia
contrattuale».
Gli altri non hanno idea di quale
sia la forma giuridica del proprio lavoro, tra le tante sulle quali la politica
discute e legifera da anni. Tra i “consapevoli”, il contratto prevalente è
quello del lavoro autonomo occasionale, poi vengono i contratti alle dipendenze
(spesso usato quello “intermittente”), seguiti da collaborazioni coordinate e
continuative, nuovo lavoro occasionale e partite Iva. La stessa ricerca dà
anche conto dei salari medi, che sono sui 346 euro mensili (11,9 euro il
compenso orario). Questo dato tiene dentro però sia chi usa la gig economy per
arrotondare che coloro per i quali è l’unico lavoro: se si isolano questi
ultimi, il salario mensile medio è di 572 euro (12,9 euro quello orario).
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