Il
caso. Slitta ancora il provvedimento, la discussione alla Camera inizierà il 30
luglio e terminerà il 2 agosto. Restano i nodi sui contratti a termine, i
voucher, il gioco d'azzardo
Roberto Ciccarelli, Il manifesto
25/07/2018
Doveva essere approvato con la
massima urgenza, ma il voto alla Camera sul decreto dignità è stato rinviato al
30 luglio, con il voto finale previsto (al momento) giovedì 2 agosto. Avrebbe
dovuto già essere in aula per la discussione generale da ieri, ed essere votato
entro domani, giovedì 24 luglio. Un percorso a tappe forzate. L’aula era stata
prenotata anche domenica, giorno improponibile per una discussione. In più
siamo a luglio, i banchi sono permanentemente vuoti. Anche quando parla il
vicepremier, ministro del lavoro e sviluppo Luigi Di Maio. E ora il nuovo
rinvio per evitare la fiducia, strumento da sempre criticato dal Movimento 5
Stelle, e per trovare una quadra con la Lega sui principali nodi del
provvedimento sul lavoro e il gioco d’azzardo.
IL DECRETO URGENTEMENTE approvato
il 2 luglio scorso dal consiglio dei ministri scade l’11 settembre. Ora il
testo resta all’esame delle commissioni Finanze e Lavoro dove procede a fatica,
tra bocciature, accantonamenti, segnalazioni e polemiche su emendamenti: quello
del Pd contro l’aumento degli indennizzi contro i licenziamenti illegittimi,
attaccato dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio. E questo mentre la conferenza
dei capigruppo del Senato ha calendarizzato la discussione tra il 6 e il 10
agosto a ridosso della pausa estiva del Parlamento, a meno di modifiche in
seconda lettura. «Al Senato aspettiamo l’arrivo del decreto, ma finché non sarà
approvato alla Camera non possiamo essere certi» ha detto il ministro per i
rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro (M5S) che ha parlato di
un’approvazione «entro la fine della settimana prossima, sicuramente».
DIVERSI POSSONO essere stati i
motivi del rinvio. Le norme sui contratti a termine, ad esempio. Il testo
prevede la riduzione dei rinnovi (da 5 a 4) e della durata (da 26 a 24 mesi);
la reintroduzione della causale dopo 12 mesi, ora i contratti a termini ne sono
privi. C’è poi l’aumento delle indennità in caso di licenziamenti individuali
illeggittimi: oggi è fissata a 24 mensilità, salirà a 36. La minima potrebbe
salire da 4 a 6 mensilità. Poi la manutenzione sulle norme del lavoro in
somministrazione. Negli ultimi 23 giorni c’è stato il caso della «manina» sulla
tabella degli ottomila contratti in meno a parte, che ha portato a uno scontro
furioso del governo contro il presidente dell’Inps Tito Boeri. Le imprese
dall’artigianato all’alimentare, dall’industria al terziario, alle agenzie per
il lavoro hanno denunciato una prima, modesta e parziale, inversione di
tendenza. Una pressione considerevole che ha usato la sponda leghista della
maggioranza per ottenere da Di Maio un ripensamento. Ieri il presidente di
Confindustria Vincenzo Boccia ha detto che il decreto dignità “è antitetico al
contratto di programma che verte su reddito di cittadinanza e flat tax.
Confidiamo che il Parlamento possa sicuramente migliorare il decreto». Di Maio
ha risposto: «Forse non lo ha letto bene. Di sicuro non abbiamo bisogno di lui
per interpretarlo».E ha citato un sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera
secondo il quale tre italiani su quattro esprimono un giudizio positivo. Resta
da capire se, all’interno della maggioranza, Lega e Cinque Stelle siano
d’accordo sulle misure che avrebbero il consenso del 70 per cento degli
italiani.
UN ALTRO PUNTO di frizione sono i
voucher: reintrodurli, estenderli, lasciarli così come sono? Il ministro
dell’agricoltura Gian Marco Centinaio ha sfidato i sindacati a tenere un nuovo
referendum, annunciato dalla segretaria della Cgil Camusso in caso di una loro
estensione all’agricoltura, al turismo, al commercio e agli enti locali. I
Cinque Stelle possono essere sensibili alla mobilitazione dei sindacati
dell’agro-industria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, ieri a piazza Montecitorio.
Come può un provvedimento presentato come la «Waterloo del precariato» recepire
emendamenti sui voucher considerati come il simbolo più recente del precariato?
Una risposta a questa contraddizione non è stata ancora trovata.
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