Il
deputato Erasmo Palazzotto, che ha partecipato alla missione di Open Arms,
presenterà un’interpellanza per porre 10 domande al governo, e chiarire i punti
oscuri delle operazioni di soccorso condotte dall’ong la mattina del 17 luglio,
durante le quali è stata recuperata Josefa.
Annalisa Cangemi, Fanpage.it
25/07/2018
Le prove tanto attese e
annunciate dal governo italiano per smentire la Proactiva Open Arms non sono
ancora arrivate. Il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva dichiarato che
l'Italia avrebbe dimostrato che quanto raccontato dall'ong spagnola, a
proposito del recupero di Josefa, una migrante camerunense e dei corpi senza
vita di una donna e di suo figlio, era soltanto una ‘fake news‘, messa in piedi
ad arte per danneggiare l'immagine della Guardia costiera libica.
"Non è accettabile che il nostro governo continui a citare generiche ‘fonti' del Viminale e del ministero dei Trasporti e nessun ministro si prenda la responsabilità delle affermazioni che vengono fatte. Il ministro Toninelli ci deve spiegare se è vero che l'Italia non ha i tracciati delle imbarcazioni che si sono mosse in quel tratto di mare quella notte, tra il 16 e il 17 luglio, a sole 80 miglia dalle coste italiane.
Perché questo rappresenterebbe un problema che riguarda la sicurezza nazionale. Non è credibile, perché in quel tratto di mare sono presenti tre missioni militari: la missione ‘Mare Sicuro', contro il terrorismo, due missioni Nato, e c'è la missione Eunavfor Med".
In una conferenza stampa, che si è tenuta oggi a Montecitorio, Erasmo Palazzotto ha fatto un resoconto della missione, sulla nave Astral, insieme allo chef Lorenzo Leonetti, che con lui ha partecipato alle operazioni di salvataggio dello scorso 17 luglio.
La Open Arms ha denunciato la Guardia costiera libica per omicidio volontario e omissione di soccorso e per omicidio colposo e omissione di soccorso il comandante del mercantile Triades. "Se qualcuno ha pensato che il governo italiano o la Guardia costiera italiana fossero coinvolti evidentemente ha qualcosa da nascondere, e noi chiediamo di confrontarci in un dibattito pubblico in Parlamento", ha detto Palazzotto.
Al momento l'ong è ripartita per una nuova missione, con la nave Open Arms: per tenere accesi i riflettori e continuare una staffetta dei parlamentari italiani (iniziata dal segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa Riccardo Magi), a bordo è salito il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "C'è poi un'altra questione: il ruolo ectoplasmatico del presidente del Consiglio Conte, che ha di fatto abdicato a qualunque ruolo di coordinamento politico dei suoi ministri, che continuano, in ordine sparso, senza alcuna dignità istituzionale, a fare propaganda come se fossero in campagna elettorale", ha aggiunto Palazzotto.
"Da una parte l'emozione provata è stata da una parte la rabbia e il senso d'impotenza per la tragedia a cui abbiamo assistito e dall'altra la gioia di aver fatto la differenza, salvando una vita. Non farebbe male ai ministri Salvini e Toninelli guardare con i propri occhi le conseguenze di decisioni politiche prese comodamente dalla poltrona di un ministero. Su questa vicenda ho assistito a una campagna di delegittimazione messa in atto dal governo del mio Paese, noncurante del fatto che un parlamentare della Repubblica fosse in grado di riferire quanto successo. Salvini viene smentito dai fatti, e dall'intervista del comandante della Guardia costiera di Misurata che di fatto conferma sia l'esistenza di un secondo salvataggio, sia l'abbandono dei cadaveri in mare.
Il vicepremier non ritiene di dover rendere conto a qualcuno. In un Paese normale si sarebbe dovuto dimettere, perché non è una persona in grado di ricoprire un ruolo così delicato come quello del ministro degli Interni. È un cialtrone, a capo di un movimento politico, che continua a fare campagna elettorale da un ruolo istituzionale, alimentando un clima insostenibile di sospetto, invece di garantire la sicurezza dei cittadini". Il deputato di LeU presenterà un'interpellanza, con dieci domande, per chiedere al governo, ai ministri Salvini, Toninelli e Trenta, di fornire tutti gli elementi per ricostruire la verità su questa vicenda. Secondo notizie di stampa, non confermate, ci sarebbe la nave della Marina militare italiana Caprera, parcheggiata nel porto di Tripoli, e che potrebbe essere il centro di coordinamento della Mrcc libica. E questo sarà un ulteriore punto da approfondire, perché, se così fosse, anche l'Italia sarebbe corresponsabile delle azioni compiute dalla Guardia costiera libica. Qual era la ‘fonte terza' a cui il governo si riferiva, accusando i volontari di Open Arms di aver raccontato ‘bugie'? Su cosa basava le accuse?
"Non è accettabile che il nostro governo continui a citare generiche ‘fonti' del Viminale e del ministero dei Trasporti e nessun ministro si prenda la responsabilità delle affermazioni che vengono fatte. Il ministro Toninelli ci deve spiegare se è vero che l'Italia non ha i tracciati delle imbarcazioni che si sono mosse in quel tratto di mare quella notte, tra il 16 e il 17 luglio, a sole 80 miglia dalle coste italiane.
Perché questo rappresenterebbe un problema che riguarda la sicurezza nazionale. Non è credibile, perché in quel tratto di mare sono presenti tre missioni militari: la missione ‘Mare Sicuro', contro il terrorismo, due missioni Nato, e c'è la missione Eunavfor Med".
In una conferenza stampa, che si è tenuta oggi a Montecitorio, Erasmo Palazzotto ha fatto un resoconto della missione, sulla nave Astral, insieme allo chef Lorenzo Leonetti, che con lui ha partecipato alle operazioni di salvataggio dello scorso 17 luglio.
La Open Arms ha denunciato la Guardia costiera libica per omicidio volontario e omissione di soccorso e per omicidio colposo e omissione di soccorso il comandante del mercantile Triades. "Se qualcuno ha pensato che il governo italiano o la Guardia costiera italiana fossero coinvolti evidentemente ha qualcosa da nascondere, e noi chiediamo di confrontarci in un dibattito pubblico in Parlamento", ha detto Palazzotto.
Al momento l'ong è ripartita per una nuova missione, con la nave Open Arms: per tenere accesi i riflettori e continuare una staffetta dei parlamentari italiani (iniziata dal segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa Riccardo Magi), a bordo è salito il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "C'è poi un'altra questione: il ruolo ectoplasmatico del presidente del Consiglio Conte, che ha di fatto abdicato a qualunque ruolo di coordinamento politico dei suoi ministri, che continuano, in ordine sparso, senza alcuna dignità istituzionale, a fare propaganda come se fossero in campagna elettorale", ha aggiunto Palazzotto.
"Da una parte l'emozione provata è stata da una parte la rabbia e il senso d'impotenza per la tragedia a cui abbiamo assistito e dall'altra la gioia di aver fatto la differenza, salvando una vita. Non farebbe male ai ministri Salvini e Toninelli guardare con i propri occhi le conseguenze di decisioni politiche prese comodamente dalla poltrona di un ministero. Su questa vicenda ho assistito a una campagna di delegittimazione messa in atto dal governo del mio Paese, noncurante del fatto che un parlamentare della Repubblica fosse in grado di riferire quanto successo. Salvini viene smentito dai fatti, e dall'intervista del comandante della Guardia costiera di Misurata che di fatto conferma sia l'esistenza di un secondo salvataggio, sia l'abbandono dei cadaveri in mare.
Il vicepremier non ritiene di dover rendere conto a qualcuno. In un Paese normale si sarebbe dovuto dimettere, perché non è una persona in grado di ricoprire un ruolo così delicato come quello del ministro degli Interni. È un cialtrone, a capo di un movimento politico, che continua a fare campagna elettorale da un ruolo istituzionale, alimentando un clima insostenibile di sospetto, invece di garantire la sicurezza dei cittadini". Il deputato di LeU presenterà un'interpellanza, con dieci domande, per chiedere al governo, ai ministri Salvini, Toninelli e Trenta, di fornire tutti gli elementi per ricostruire la verità su questa vicenda. Secondo notizie di stampa, non confermate, ci sarebbe la nave della Marina militare italiana Caprera, parcheggiata nel porto di Tripoli, e che potrebbe essere il centro di coordinamento della Mrcc libica. E questo sarà un ulteriore punto da approfondire, perché, se così fosse, anche l'Italia sarebbe corresponsabile delle azioni compiute dalla Guardia costiera libica. Qual era la ‘fonte terza' a cui il governo si riferiva, accusando i volontari di Open Arms di aver raccontato ‘bugie'? Su cosa basava le accuse?
"Trovo incredibile che il
ministro degli Interni, che aveva il compito di indicare il porto di sbarco,
anche in quel tragico frangente, abbia avuto come unico scopo quello di
attaccare l'ong. Perché indicare come porto per lo sbarco proprio quello di
Catania? L'unica ragione è questa: Salvini voleva che il procuratore Zuccaro,
che ha lanciato verso le ong accuse senza fondamento, parlando addirittura di
‘associazione a delinquere', aprisse un'inchiesta", ha detto Palazzotto.
La donna sopravvissuta si trova ancora in forte stato di shock: "Noi non l'abbiamo interrogata, non le abbiamo fatto molte domande. Quello che ci ha detto è che nel naufragio ha perso sua sorella, che era partita con lei, e che adesso non sa che fine abbia fatto. E ci chiedeva dove fossero gli altri migranti. Aveva bisogno di assistenza psicologica. Adesso è curata da medici spagnoli, ed è testimone del processo che si aprirà, in seguito alla denuncia che abbiamo fatto. Sarà poi la magistratura spagnola a fare poi altri approfondimenti".
Una giornalista tedesca aveva difeso inizialmente la Guardia costiera libica, sostenendo che nessun migrante fosse stato abbandonato in mare: "Ne siamo sicuri, quando siamo andati via non c'era più nessuno in acqua. Abbiamo i video dei soccorsi", aveva detto Nadja Kriewald, della tv tedesca N-tv.
"Ho incrociato alcune informazioni con quelle della giornalista tedesca che era a bordo di un'altra motovedetta libica, e che aveva evidentemente assistito alle operazioni di soccorso di un altro barcone, diverso da quello raggiunto da noi – ha spiegato Palazzotto – Mi ha detto che il porto di arrivo e di partenza della motovedetta su cui lei viaggiava era stato quello di Tripoli. La sua missione era partita intorno alle 17, il recupero dei migranti era avvenuto intorno alle 22, e la motovedetta libica era rientrata in porto alle 4 del mattino. Il luogo del naufragio, secondo quanto ricordava, era a 5 ore di navigazione da Tripoli. Gli orari e la posizione evidentemente non coincidono con quelli in nostro possesso. La mattina del 17 luglio noi abbiamo appreso da un comunicato stampa della Guardia Costiera libica, dell’avvenuto soccorso di un gommone al largo delle coste libiche in cui erano state salvate 158 persone portate nel ‘campo profughi’ di Khoms". "Arrivati in Italia ho trovato un clima di diffidenza esagerata e imbarazzante. In queste ore mi scrivono in tanti, per sapere come ci si può imbarcare su una nave dell'ong. Ma in questo momento non servono altri uomini a bordo, che non siano i volontari già formati. In questo momento serve che si faccia una corretta informazione su quello che fanno queste organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo", ha raccontato Lorenzo Leonetti.
La donna sopravvissuta si trova ancora in forte stato di shock: "Noi non l'abbiamo interrogata, non le abbiamo fatto molte domande. Quello che ci ha detto è che nel naufragio ha perso sua sorella, che era partita con lei, e che adesso non sa che fine abbia fatto. E ci chiedeva dove fossero gli altri migranti. Aveva bisogno di assistenza psicologica. Adesso è curata da medici spagnoli, ed è testimone del processo che si aprirà, in seguito alla denuncia che abbiamo fatto. Sarà poi la magistratura spagnola a fare poi altri approfondimenti".
Una giornalista tedesca aveva difeso inizialmente la Guardia costiera libica, sostenendo che nessun migrante fosse stato abbandonato in mare: "Ne siamo sicuri, quando siamo andati via non c'era più nessuno in acqua. Abbiamo i video dei soccorsi", aveva detto Nadja Kriewald, della tv tedesca N-tv.
"Ho incrociato alcune informazioni con quelle della giornalista tedesca che era a bordo di un'altra motovedetta libica, e che aveva evidentemente assistito alle operazioni di soccorso di un altro barcone, diverso da quello raggiunto da noi – ha spiegato Palazzotto – Mi ha detto che il porto di arrivo e di partenza della motovedetta su cui lei viaggiava era stato quello di Tripoli. La sua missione era partita intorno alle 17, il recupero dei migranti era avvenuto intorno alle 22, e la motovedetta libica era rientrata in porto alle 4 del mattino. Il luogo del naufragio, secondo quanto ricordava, era a 5 ore di navigazione da Tripoli. Gli orari e la posizione evidentemente non coincidono con quelli in nostro possesso. La mattina del 17 luglio noi abbiamo appreso da un comunicato stampa della Guardia Costiera libica, dell’avvenuto soccorso di un gommone al largo delle coste libiche in cui erano state salvate 158 persone portate nel ‘campo profughi’ di Khoms". "Arrivati in Italia ho trovato un clima di diffidenza esagerata e imbarazzante. In queste ore mi scrivono in tanti, per sapere come ci si può imbarcare su una nave dell'ong. Ma in questo momento non servono altri uomini a bordo, che non siano i volontari già formati. In questo momento serve che si faccia una corretta informazione su quello che fanno queste organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo", ha raccontato Lorenzo Leonetti.
Il contenuto dell'interpellanza
Il deputato Erasmo Palazzotto
intende porre alcune domande al governo italiano:
se il Ministro dell’Interno
intenda chiarire sulla base di quali elementi e
di quale prova ha dichiarato che la notizia diffusa dall’interpellante e
dalla Open Arms fosse una falsa notizia;
quale sarebbe la ‘fonte terza’ a
cui si riferiva il ministro dell’Interno quando sosteneva di avere delle prove
certe per confutare la tesi della Open Arms e del deputato Palazzotto;
se intenda chiarire se ha sentito
direttamente o indirettamente le autorità libiche nelle ore successive al
ritrovamento;
se intenda fornire elementi circa
l’impiego di oltre 10 ore per individuare un porto di sbarco; sulla base di
quali motivazioni è stato individuato come porto di sbarco Catania;
se intenda accertare se la
Guardia Costiera italiana abbia ricevuto una chiamata dal gommone in condizioni
di difficoltà;
se corrisponde al vero quanto
emerge dalle dichiarazioni dal comandante della nave Astral che sostiene di
avere ascoltato nelle comunicazioni via radio tra il mercantile Triades e la GC
Libica che la posizione del gommone fosse stata fornita dalla Guardia Costiera
italiana;
se durante le 10 ore di
comunicazioni tra il Triades e la Guardia Costiera libica, la Guardia Costiera
italiana fosse a conoscenza della situazione generatasi e perché non ha emanato
alcun avviso come consuetudine;
se il Governo è in possesso dei
dati relativi alle imbarcazioni che sono transitate nel tratto di mare del
ritrovamento la notte tra il 16 ed il 17 luglio o comunque intenda reperirli
tramite la Guardia Costiera o la Marina militare e se non ritiene che questi
dati debbano essere resi pubblici per permettere di individuare esattamente i
responsabili di questa tragedia;
quali sono nel dettaglio le
attività che svolge la Nave Caprera nel Porto di Tripoli e se tra queste
rientra il coordinamento delle attività di soccorso della Guardia Costiera
Libica.
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