Forse i soldati si rendono conto che c’è qualcosa di totalmente sbagliato nel
prestare servizio in un’istituzione il cui compito è opprimere 4 milioni di
persone, scrive la giornalista israeliana Amira Hass
di Amira Hass – Haaretz
Roma, 2 luglio 2018, Nena News –
Il consumo di cannabis tra i soldati israeliani (sia nell’esercito che in
servizio di leva) è in aumento. Secondo un articolo del quotidiano Yediot
Ahronoth [quotidiano di centro, uno dei più letti in Israele, ndtr.] , basato
su un’indagine dell’Autorità anti droga di qualche mese fa, nel 2017 non meno del 54% delle truppe ne
faceva uso.
Come dovremmo interpretare
l’aumento dell’uso di marijuana e hashish tra i soldati? Forse tutti i discorsi
sulla legalizzazione lo hanno agevolato? Si tratta di una politica più
flessibile di repressione e punizione dei fumatori nell’esercito? L’articolo di
Yedioth non prende in esame le motivazioni del maggior uso, perciò dobbiamo
basarci su ipotesi.
Il giornalista, Amir Shouan, ha
parlato con soldati di entrambi i sessi in diverse unità ed ha appreso che ci
sono anche comandanti che si drogano e comandanti che sanno quali tra i loro
soldati fanno uso di cannabis. E ci sono soldati che guadagnano soldi facili
utilizzando applicazioni per vendere hashish. Gli spacciatori fanno persino
sconti ai soldati.
L’uso di droga non si limita ai
periodi di licenza. “In molte unità, alcune delle quali operative e riservate,
fumare cannabis è diventato un fatto diffuso persino all’interno delle stesse
basi”, scrive Shouan.
L’istinto immediato è trovare una
spiegazione positiva al fenomeno. I soldati, per quanto giovani e programmati,
si rendono conto che quello che stanno facendo è male: irrompere nelle case;
svegliare i bambini nel cuore della notte puntandogli contro i fucili; sparare
agli abitanti di quella prigione che è Gaza, che siano manifestanti, pescatori,
pastori o agricoltori; proteggere le demolizioni delle case e dei serbatoi
d’acqua della gente; o rimanere passivi in base agli ordini mentre ebrei
mascherati attaccano pastori e contadini palestinesi.
Una sorta di conferma di questa
interpretazione viene da una soldatessa di nome Shira, che ha detto a Shouan di
soffrire di turbe emotive a causa del suo servizio militare. “E allora la sola
cosa che ti aiuta è drogarti. La
cannabis ti aiuta a rilassarti, a sopportare il dolore – mentale e fisico – e i
pensieri. E quando lo fai con un’altra persona, quando c’è qualcuno che ti è
complice nel reato, per un momento dimentichi tutti i tuoi problemi.”
Yuval, un soldato in prima linea,
spiega perché i soldati si drogano: “E’ un modo gradevole, divertente, per
sopportare la situazione. A volte molte cose non hanno senso, ordini noiosi o
tutte quelle cose che dobbiamo fare e con cui non siamo d’accordo. Quando sei
fatto, ti butti tutto alle spalle. Dici ‘tutto bene, fantastico.”
I pensieri, il dissenso: Bertolt
Brecht scrisse una poesia ottimista nel 1938, intitolata “Generale, il tuo
carro armato…”: “Generale, l’uomo può fare di tutto / può volare e può uccidere
/ ma ha un difetto / può pensare.”
Forse i soldati si rendono conto
che c’è qualcosa di essenzialmente sbagliato nel prestare servizio in
un’istituzione il cui compito è opprimere 4 milioni di persone che si oppongono
al governo da dittatura militare che è loro imposto. Forse la droga li aiuta a
coprire l’ipocrisia. I soldati sono dipinti come i difensori del popolo, mentre
sanno che la loro missione è assicurare la tranquillità e l’espansione
dell’impresa di colonizzazione.
L’interpretazione ottimistica
suggerisce che i soldati sperimentano in ogni istante il contrasto tra la
pretesa moralità di Israele e ciò che in realtà si richiede loro di fare.
Sballarsi attenua piacevolmente la vergogna. Il crescente uso di cannabis
deriva da un diffuso senso di colpa.
L’interpretazione pessimistica ci
ricorda che siamo molto lontani dal 1938, e che Brecht si sbagliava. I soldati
pensano che i loro generali abbiano ragione. Si identificano con il loro ruolo
e la loro missione, ed anche con Israele. Cercano solo un modo per migliorare
le proprie prestazioni.
Uno dei danni emotivi attribuiti
all’uso della cannabis è l’aumento dell’aggressività. In un esercito come il
nostro, che deve continuamente ricordare a chi è assoggettato che il suo giusto
ed eterno posto è in basso, l’aggressività personale non è un difetto. Fa parte
dello schema di lavoro.
(Traduzione di Cristiana Cavagna-Zeitun.info)
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