Bene il contrasto alle
cooperative spurie, ma il fenomeno è stato superato dalle società a
responsabilità limitata semplificate, rappresentate quasi sempre da prestanome.
La filiera del prosciutto di Parma è a serio rischio illegalità
Umberto
Franciosi, Rassegna sindacale
24 luglio 2018
Da
molti mesi, in primo luogo in Regione Emilia Romagna, dove si è costituita la
Commissione di “Ricerca e studio sulle cooperative spurie” che studia il
fenomeno delle false cooperative che somministrano manodopera attraverso
appalti di dubbia legittimità, si cerca di affrontare un tema che la Flai Cgil
conosce, purtroppo, molto bene. Dopo tanti anni di nostre denunce pubbliche, ma
soprattutto anche grazie alla vertenza Castelfrigo, si sta affrontando un
problema che sta minando la nostra economia per i fenomeni di concorrenza
sleale e le possibili infiltrazioni della malavita organizzata, senza naturalmente
dimenticare gli episodi di sfruttamento dei lavoratori.
Se
il fenomeno viene osservato solo guardando le false cooperative come unico
soggetto che delinque commettiamo, però, due errori. Il primo è che queste
false cooperative sono imprese appaltatrici e, quando c’è un appalto
illegittimo, c’è sempre un committente che le utilizza tramite terziarizzazioni
di dubbia legittimità. Aspetto, quest’ultimo, che non viene sufficientemente
approfondito ed analizzato. Il secondo è che, al posto delle false cooperative,
stanno esplodendo le srl semplificate. Anch’esse, come le false cooperative,
con capitali sociali ridicoli e rappresentate quasi sempre da prestanome.
Il
meccanismo è da anni sempre lo stesso: il committente che appalta ad un
consorzio, il quale a sua volta subappalta alle sue consorziate le attività
ricevute in appalto. Il committente ottiene servizi di manodopera a prezzi
stracciati e recupera l’iva, mentre le imprese appaltatrici, cooperative o srl,
non versano iva, irap, contributi e spesso tfr per poi svanire nel nulla.
Un
meccanismo che ha precisi responsabili e che vede coinvolti anche i committenti
che, spesso, affidano le loro lavorazioni da molti anni agli stessi soggetti,
in giacca e cravatta, che si avvalgono però di prestanome, a cui affidare la
gestione delle srl o delle coop spurie, su cui ricadranno tutte le
responsabilità. Prestanome che non potranno versare nulla allo Stato ed ai
lavoratori perché non hanno nulla che possa essere “aggredito”
patrimonialmente.
Qualche
settimana fa, l’operazione “The butcher” (inglese per “il macellaio”) della
Guardia di finanza di Rho, ha portato alla scoperta di una frode fiscale da
quasi 300 milioni di euro messa in atto da un’associazione per delinquere
tramite un consorzio di società del settore della macellazione con sede nel
capoluogo lombardo. Quel consorzio gestiva 15 srl e cooperative (quasi tutte
con sede legale nello stesso indirizzo di Milano) ed ha lasciato i segni anche
sul nostro territorio regionale. Infatti, presso i macelli Sassi di Parma e
Opas (ex Italcarni) di Carpi (in provincia di Modena), entrambi operatori
strategici nella filiera del prosciutto di Parma, sono in corso azioni di
sciopero per cercare di tutelare gli oltre 100 lavoratori in appalto dipendenti
di imprese coinvolte nell’operazione della Guardia di Finanza.
Va
bene contrastare chi delinque, ma bisogna anche eliminare il terreno fertile in
cui queste operazioni germogliano, cioè gli appalti di dubbia legittimità,
avendo anche il coraggio politico d’intervenire immediatamente sul piano
legislativo, ad esempio ripristinando il reato penale nella somministrazione di
manodopera (depenalizzato nel 2016) e reintroducendo il reato della
somministrazione fraudolenta di manodopera (abrogato con il Jobs Act).
Infine,
oltre alle leggi e alla repressione dei reati da parte delle forze dell’ordine,
sarebbe opportuna anche un po' di responsabilità sociale da parte delle imprese
committenti che non possono non accorgersi di quanto accade nei loro appalti.
Se si continua a competere con questa organizzazione del lavoro non può esserci
un futuro per nessuno, nemmeno in una filiera così importante come quella del
prosciutto di Parma.
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