A Taranto seminario sulla
sostenibilità che il territorio deve porsi alla luce dell’analisi fornita dagli
indicatori Bes
Massimiliano
Martucci, Rassegna sindacale
24 luglio 2018
Sulla
sostenibilità la strada da percorrere è già segnata, ma bisogna iniziare a
muovere i primi passi”. Così Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil con
delega all’Ambiente, a margine di un seminario sullo sviluppo sostenibile
organizzato dalla Cgil di Taranto lo scorso 20 luglio e durante il quale, per
una giornata, si è ragionato, appunto, sugli obiettivi di sostenibilità, intesa
non solo dal punto di vista ambientale, che il territorio deve porsi, alla luce
dell’analisi fornita dagli indicatori Bes (Benessere equo e sostenibile). “Se
toccasse alla Cgil indicare a cosa dare priorità direi senza dubbio
l’elaborazione di un’unica strategia nazionale in tema di rifiuti, perché ora è
un argomento troppo frammentato. E si dovrebbe dare priorità anche alla tutela
del territorio, declinata però come prevenzione. I disastri dovuti
all’abusivismo sono ormai all’ordine del giorno”.
Ambiente
e lavoro sono stati spesso troppo frettolosamente contrapposti e Taranto può
essere l’esempio eclatante di come questa contrapposizione fosse in realtà
pilotata affinché non cambiasse nulla. Se ancora fosse necessario, ci hanno
pensato gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu a chiarire come la distinzione
non ha senso. Spiega Fracassi: “Gli Sdgs (gli obiettivi di sviluppo
sostenibile, ndr) uniscono due mondi che finora sembravano contrapposti ma non
lo sono mai stati. Tengono insieme lavoro e salute, ambiente e sociale. Come
Cgil aderiamo all’Asvis (l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), e
sosteniamo con forza la necessità di promuovere piattaforme territoriali che vadano
a raggiungere quegli obiettivi. Il lavoro fatto a Taranto è un buon modo per
iniziare”.
Gli
indicatori, sviluppati da Istat, sono 134, e provano a superare il concetto di
Pil. Alcuni di essi sono stati già inseriti nel Documento di economia e finanza,
ma non basta: “Servono atti concreti, servono strumenti e investimenti
pubblici. Lo sviluppo sostenibile, così come indicato dall’Agenda 2030, è
un’occasione che il paese non può mancare, perché significa investimenti
pubblici e nuovi posti di lavoro. Questo è il momento migliore, perché rispetto
agli anni scorsi c’è molta più consapevolezza dell’urgenza di questi temi sia
tra i lavoratori che nell’opinione pubblica”.
Che
ci sia urgenza lo dicono anche altri dati, come quelli diffusi qualche giorno
fa dall’Agenzia internazionale dell’energia, i quali indicano un calo di
investimenti nelle fonti rinnovabili: “Eppure – continua Fracassi – la Cina sta
investendo diversi miliardi di dollari e noi in Italia abbiamo una Strategia
energetica nazionale che si è posta come obiettivo il superamento delle fonti
fossili. Ripeto: servono gesti concreti per iniziare la transizione. Non
possiamo permetterci di perdere questa occasione”.
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