Flai Cgil, Fai Cisl e Uila
Uil lanciano la mobilitazione nazionale del 24-26 luglio: "Se il governo
smantella la legge 199 sarà scontro totale". "Così si vuole
decostruire il lavoro agricolo", spiega la segretaria generale Ivana Galli
Redazione
Rassegna sindacale
24 luglio 2018
Se
il governo vuole smantellare la legge sul caporalato sarà scontro totale con i
sindacati. Questa la posizione di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, esposta nella
conferenza stampa di stamani (23 luglio) che ha illustrato la mobilitazione
nazionale da martedì 24 a giovedì 26 luglio, per ribadire il no ai voucher e la
necessità di mantenere intatta la legge 199. Uno scontro che sarebbe
inevitabile, perchè smontare il testo legislativo "significherebbe
condannare un intero settore allo sfruttamento e all'abuso". Lo ha
affermato il segretario generale della Flai, Ivana Galli. "La legge ha 19
mesi di vita - ha spiegato -, quindi è recente. La parte repressiva è quella
che è entrata subito in vigore, mentre la parte preventiva deve ancora essere
attuata, ma c'è bisogno della volontà dei soggetti istituzionali deputati ad
applicarla. Soprattutto per l'incontro tra domanda e offerta presso le sezioni
territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità".
Secondo
Galli "è una vergogna pensare di ridurre la precarietà con norme ad hoc
sul lavoro a tempo determinato e sul lavoro somministrato e,
contemporaneamente, ampliare l'utilizzo dei voucher rispetto a quanto già
previsto dalla normativa". Ancora più grave, a suo avviso, sarebbe
"in un settore nel quale il 90% dell'occupazione, pari a 909mila persone,
è stagionale e a chiamata".
Un
capitolo archiviato, almeno così lo consideravano i sindacati, vista
l’abolizione attuata dal governo Gentiloni con un decreto legge del marzo 2017.
E invece no: il nuovo esecutivo vuole reintrodurre i voucher. Riparte dunque la
mobilitazione, con la protesta di tre giorni in occasione della discussione in
Parlamento del cosiddetto “decreto dignità”, contro la reintroduzione dei buoni
lavoro.
“I
voucher in agricoltura esistono già e sono disciplinati con limiti ben
definiti”, spiegano in una nota Galli insieme ai segretari generali di Fai
(Onofrio Rota) e Uila (Stefano Mantegazza): “Abbiamo deciso di mobilitarci e
presidiare la Camera, nei giorni di discussione del decreto, per impedire che
si torni a un sistema penalizzante per i lavoratori, la legalità e la
tracciabilità”. Per Galli, Rota e Mantegazza “è inaccettabile pensare di
ridurre la precarietà con norme ad hoc sul lavoro a tempo determinato e sul
lavoro somministrato e, contemporaneamente, ampliare l’utilizzo dei voucher
rispetto a quanto già previsto dalla normativa, in un settore nel quale il 90
per cento dell’occupazione è stagionale e a chiamata”.
I
voucher in agricoltura, ricordano i sindacati, sono già disciplinati dalla
legge 96/2017, che individua le aziende che possono utilizzarli e i prestatori
d’opera che possono fruirne, indicando gli importi orari e le modalità con cui
agricoltori e imprese possono accendere questo rapporto di lavoro a chiamata.
“Da quando la legge ha introdotto trasparenza, attraverso un sistema telematico
di gestione, l’utilizzo dei voucher è sceso in maniera drastica e, guarda caso,
sono aumentate le giornate di lavoro dipendente retribuite regolarmente dalle
aziende”, concludono Flai, Fai e Uila: “Non siamo disponibili a tornare
indietro, a quando i voucher venivano utilizzati da troppe aziende come
salvacondotto da mostrare in caso di ispezioni in azienda”.
Ivana
Galli, segretario generale della Flai, insiste sulla “inutilità” della
reintroduzione. “In agricoltura i voucher già ci sono e possono essere
utilizzati a favore di pensionati, studenti e disoccupati per un tetto massimo
di 5 mila euro annui. Quindi non capiamo cosa si voglia reintrodurre”, spiega
l’esponente sindacale: “Forse si vuole negare la stagionalità come elemento
strutturale del lavoro agricolo e pagare tutti coloro che sono impiegati nelle
campagne di raccolta con i voucher? In questo modo si cancella il lavoro
agricolo, fino a farlo diventare un ‘non lavoro’, senza diritti, senza
applicazione dei contratti e senza contributi previdenziali”.
Il
segretario Flai sottolinea che “per le campagne di raccolta che stanno per
iniziare, con il ccnl dei lavoratori agricoli appena sottoscritto e i contratti
provinciali, ci sono tutti gli strumenti per assumere i lavoratori, seguendo le
regole e venendo anche incontro alle imprese in termini di flessibilità”. Per
Galli, dunque, considerando “che in agricoltura si assume anche a giornata, ci
sono tutti gli strumenti contrattuali per affrontare le campagne estive di
raccolta. Prima di pensare a cambiamenti poco chiari, chiediamo a questo
governo e ai suoi ministri di far funzionare le norme esistenti”.
Sul
tema della possibile reintroduzione dei voucher è intervenuto anche il
segretario confederale della Cgil Tania Scacchetti. “Se così fosse, sarebbe una
decisione vergognosa, profondamente in contraddizione con la volontà, affermata
in questi giorni dal governo, di porre argini alla precarietà”, spiega
l'esponente sindacale. “Assistiamo a una discussione paradossale: i voucher
esistono ancora. L'unica necessità che s'intravede dietro tale decisione è
quella di una riduzione dei costi per le imprese fatta sulla pelle dei
lavoratori e sui loro diritti”, aggiunge Scacchetti: “Se invece l'obiettivo,
come dichiarato, è quello di rilanciare l'economia e le nostre aree agricole e
turistiche, allora l'unica strada possibile è partire dalla valorizzazione del
lavoro, quello contrattualizzato che già oggi garantisce la flessibilità
richiesta dalle imprese”.
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