PL 245 è l’immenso blocco
petrolifero acquisito nel 2011 dalle oil major Eni e Shell, una sorta di
Eldorado offshore dell’oro nero, dal momento che le sue riserve stimate
ammontano a 9,23 miliardi di barili di greggio.
Il giacimento è stato assegnato
nel 1998 per 20 milioni di dollari – una frazione del suo valore attuale – alla
Malabu Oil & Gas, una società segretamente di proprietà dell’allora
ministro del Petrolio Dan Etete. Nel 2011, il blocco è stato poi ceduto a Shell
ed Eni in cambio di un pagamento di 1,1 miliardi di dollari, di fatto
trasferiti alla Malabu invece che allo Stato nigeriano che avrebbe agito solo
da tramite per la società di Etete e i suoi sodali.
Etete, uno dei fedelissimi del
dittatore Sani Abacha, è sempre rimasto il beneficiario occulto della Malabu. I
magistrati della Procura della Repubblica di Milano hanno ricostruito tutta la
fitta rete di trasferimenti del denaro di Eni e Shell, inizialmente transitato
per un conto londinese riconducibile al governo di Abuja, ma poi subito
dispersosi in mille rivoli per andare a ingrossare, si ipotizza, i conti
correnti di politici nigeriani di alto livello – forse addirittura l’ex
Presidente Goodluck Jonathan – intermediari e manager dello stesso Cane a Sei
Zampe.
Negli ultimi giorni del 2017,
Eni, Shell e 13 tra manager, politici e intermediari sono stati rinviati a
giudizio con l’accusa di corruzione internazionale per l’acquisizione del
blocco petrolifero offshore. Il processo inizierà a Milano il 5 marzo 2018.
Legato alla vicenda OPL 245 è anche il caso del finto complotto ordito per
insabbiare le indagini dei magistrati milanesi, che vede coinvolti, tra gli
altri, il pm Giancarlo Longo e Piero Amara, uno degli avvocati esterni di Eni.
Indagini sul caso Opl245 sono tutt’ora in corso negli Stati Uniti e in Olanda.
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