La Corte Europea ferma lo
sgombero di Camping River previsto per oggi. Associazione 21 luglio:
«Straordinario successo che dimostra come il “Piano rom” di Roma violi i
diritti umani. Ora individuare i responsabili del fallimento».
Roma, 24 luglio 2018 – La Corte
Europea per i Diritti dell’Uomo, attraverso l’adozione di una misura di
emergenza, ha ordinato al Governo italiano di non procedere allo sgombero
dell’insediamento di Camping River, previsto per la giornata di oggi a Roma,
ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell’Ordinanza n.122 del 13 luglio
2018 firmata dalla sindaca Virginia Raggi.
La decisione della Corte Europea
La decisione della Corte è giunta
in seguito al ricorso sollevato da 3 abitanti del “campo”, supportati da
Associazione 21 luglio.
La Corte «ha deciso,
nell’interesse delle parti e del corretto svolgimento del procedimento dinanzi
ad essa, di indicare al Governo italiano, a norma dell’articolo 39, di
sospendere lo sgombero previsto fino al venerdì 27 luglio 2018» e, nell’attesa,
ha chiesto al Governo italiano di indicare nelle prossime ore le misure
alloggiative previste per i richiedenti, la data prevista per lo sgombero
esecutivo e qualsiasi sviluppo significativo dello sgombero di Camping River.
Le tre persone rom ricorrenti,
hanno vissuto per alcuni anni nell’insediamento di Camping River in cui
attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom, segregate su base
etnica e i cui diritti umani sono stati ripetutamente violati dalle istituzioni
capitolina nelle diverse azioni previste dal “Piano rom”.
L’ordinanza di sgombero del
Camping River
Dopo le azioni inclusive –
rivelatesi fallimentari – organizzate dal Comune di Roma, il 19 luglio 2018 ad
ogni famiglia dell’insediamento è stata notificata l’Ordinanza sindacale n.122
del 13 luglio 2018 con la quale la sindaca Virginia Raggi ha ordinato
«l’allontanamento dall’area […] di tutte le persone presenti, a qualsiasi
titolo, entro il termine perentorio di quarantotto (48) ore dalla notifica
della presente ordinanza, per scongiurare i rischi sulla loro salute» senza
fornire alcuna soluzione alternativa adeguata, lasciandole di fatto per strada,
aumentando la loro vulnerabilità.
La Corte Europea per i Diritti
dell’Uomo può indicare “misure ad interim” in casi di emergenze, in modo da
fermare un “rischio imminente di danno irreparabile”. Sempre più di frequente,
riceve richieste di adozione di misure per fermare sgomberi, ma si limita a
farlo solo in particolari circostanze. Vittime di violazioni di diritti umani
possono rivolgersi alla Corte Europea solo se non dispongono di mezzi efficaci
per fare ricorso davanti ai Tribunali nazionali. I tre autori dell’azione
hanno, con successo, dimostrato che i Tribunali italiani, visto il brevissimo
tempo concesso, non hanno fornito loro mezzi efficaci per fronteggiare il
rischio dello sgombero.
Il “Piano rom” che viola i
diritti
Associazione 21 luglio accoglie
con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il
Comune di Roma possa coglierne l’importanza per una profonda revisione del
“Piano rom” e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone
dell’insediamento.
Secondo Carlo Stasolla,
presidente di Associazione 21 luglio, «il fatto che la Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo abbia deciso di intervenire in modo così eccezionale dimostra
quanto la situazione romana sia assolutamente fuori controllo. Oggi viene
certificato come il “Piano rom” della città di Roma calpesta gli impegni assunti
dall’Italia a livello europeo a fine di garantire un trattamento egualitario
dei rom. Ma tutto ciò non basta! Da una parte è urgente promuovere nuove
consultazioni con gli abitanti dell’insediamento, dall’altra è importante
conoscere i nomi degli esecutori di un “Piano” irrealistico, scellerato,
costoso e lesivo dei diritti umani. Chiediamo alla sindaca di individuare e
punire i responsabili delle diverse azioni che negli ultimi mesi si sono
succedute a Camping River e che hanno portato ad una violazione sistematica dei
diritti fondamentali delle famiglie residenti. Chi ha sbagliato – conclude – è
giusto che paghi. Dare la colpa della mancata inclusione ai rom, come fatto
anche in questo caso, è un atto scorretto e ingiusto».
La consegna delle firme
Nella giornata odierna, alle ore
15,30, una delegazione di Associazione 21 luglio si recherà in Campidoglio per
consegnare, presso la segreteria della sindaca Virginia Raggi, la risposta
della Corte e le centinaia di firme raccolte in questi giorni nella mobilitazione
on line organizzata per chiedere la sospensione delle azioni di sgombero.
Per
maggiori informazioni:
Elena
Risi
Ufficio
Stampa e Comunicazione – Associazione 21 luglio
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