Manlio Dinucci – Voltairenet.com
29 settembre ’18
I primi sono già stati tagliati, gli altri marchiati
con la vernice: sono 937 gli alberi che vengono abbattuti nell’area naturale
«protetta» del Parco Regionale di San Rossore tra Pisa e Livorno. È il primo
«danno collaterale» della massiccia riorganizzazione, iniziata in questi
giorni, delle infrastrutture di Camp Darby, il più grande arsenale Usa nel
mondo fuori dalla madrepatria. Anche se il comando Usa promette di ripiantare
più alberi di quelli tagliati, la costruzione di una ferrovia e altre
infrastrutture, frammentando gli habitat naturali, sconvolgerà un vasto
ecosistema.
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo
tronco ferroviario che collegherà la stazione di Tombolo (sulla linea
Pisa-Livorno) a un nuovo terminal di carico e scarico, attraversando il Canale
dei Navicelli su un nuovo ponte metallico girevole. Il terminal di carico e
scarico, alto quasi 20 metri, comprenderà quattro binari lunghi 175 metri
capaci di accogliere ciascuno nove vagoni per un totale di 36.
Il terminal sarà collegato all’area di stoccaggio
delle munizioni (Ammunition Storage Area) con grandi autocarri. Per mezzo di
carrelli movimentatori di container, le armi in arrivo verranno trasferite dai
carri ferroviari agli autocarri e quelle in partenza dagli autocarri ai carri
ferroviari. Il terminal permetterà il transito di due convogli ferroviari al
giorno, che collegheranno la base al porto attraverso le normali linee delle
Ferrovie dello Stato.
Il piano di riorganizzazione delle infrastrutture,
appena iniziato, è dovuto al fatto che, in seguito all’accresciuto transito di
armi da Camp Darby, non basta più il collegamento via canale e via strada della
base col porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa. Nei 125 bunker di Camp Darby,
continuamente riforniti dagli Stati uniti, è stoccato (seondo stime
approssimative) oltre un milione di proiettili di artiglieria, bombe per aerei
e missili, cui si aggiungono migliaia di carrarmati, veicoli e altri materiali
militari. Dal marzo 2017, enormi navi fanno mensilmente scalo a Livorno,
scaricando e caricando armi che vengono trasportate in continuazione nei porti
di Aqaba in Giordania, Gedda in Arabia Saudita e altri scali mediorientali per
essere usate dalle forze statunitesi e alleate nelle guerre in Siria, Iraq e
Yemen.
Per capire quali siano i pericoli per la
popolazione toscana non occorre essere tecnici specializzati. Movimentare in
continuazione migliaia di testate esplosive di enorme potenza in un territorio
densamente abitato comporta evidenti rischi. Anche se i responsabili del
progetto lo definiscono strategico per «la salute dell’uomo e la pubblica
sicurezza», non si può escludere un incidente dalle conseguenze catastrofiche.
Né si può escludere un sabotaggio o un attacco terroristico per provocare
l’esplosione di un intero convoglio ferroviario carico di bombe. Lo conferma il
fatto che nel piano è prevista la realizzazione di un secondo terminal che sarà
adibito alle operazioni di verifica e ispezione dei «carri sospetti», ossia di
quelli su cui potrebbe essere stata installata (ad esempio all’interno di un
container) una bomba che, esplodendo a comando, provocherebbe una catastrofica
reazione a catena.
Che cosa hanno fatto le istituzioni di fronte a
tutto questo? Invece di svolgere le loro funzioni a tutela dei cittadini e del
territorio, la Regione Toscana, i Comuni di Pisa e Livorno e l’Ente Parco hanno
non solo approvato il potenziamento di Camp Darby, ma hanno contribuito alla
sua realizzazione. Le opere civili realizzate negli ultimi anni per progetti di
sviluppo economico veri o presunti (ad esempio la cantieristica di lusso) — in
particolare i lavori per migliorare la navigabilità del Canale dei Navicelli e
i collegamenti ferroviari del porto di Livorno — sono esattamente quelli
richiesti da anni dal comando di Camp Darby. Il suo massimo rappresentante, il
colonnello Berdy, è stato ricevuto negli ultimi mesi con tutti gli onori dal
presidente del Consiglio regionale toscano Giani (Pd), che si è impegnato a
promuovere «l’integrazione tra la base militare Usa di Camp Darby e la comunità
circostante», dal sindaco di Livorno Nogarin (M5S) e da quello di Pisa Conti
(Lega) che hanno espresso sostanzialmente la stessa posizione. Gli alberi del
Parco possono essere tagliati e le bombe di Camp Darby possono circolare sul
nostro territorio, grazie al consenso multipartisan.
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