Redazione – Rassegna sindacale
29 settembre ’18
Il governo dice sì al 2,4%. Dopo ore di negoziato
ad alta tensione, ieri in serata il Consiglio dei ministri ha varato la nota di
aggiornamento al Def che contiene la spesa a debito per reddito di
cittadinanza, mini-flat tax e pensioni. Non è ancora la manovra, per quella c’è
da attendere un paio di settimane ancora. Ma le intenzioni sono queste e la
giornata si è aperta con tensioni sul mercato per i titoli di Stato, il cui
rendimento ha superato la soglia psicologica del 3%, mentre i titoli bancari
sono andati a picco.
“Attendiamo di leggere il testo definitivo della
nota di aggiornamento, una cosa però sembra chiara: non ci sono gli
investimenti che servono al Paese”, osserva la segretaria confederale della
Cgil Gianna Fracassi ai microfoni di RadioArticolo1: “Per noi – aggiunge –
significa che non ci sono le risorse che possono essere finalizzate alla
creazione di lavoro”.
Tre i temi sbandierati dal governo gialloverde, a
partire dal reddito di cittadinanza. “Al netto della propaganda su ‘abolire la
povertà’, una cosa fuori dalla portata di questo Def e da qualsiasi legge di
bilancio, bisogna capire quanto quest’operazione riduce altri strumenti di
welfare che sono già in campo, perché si parla di tagli al welfare per circa 5
miliardi”, il che significa ridurre di molto i servizi sociali e la sanità
pubblica.
Anche sul capitolo pensioni bisogna fare
attenzione. “Consiglierei grande prudenza, perché si parla della possibilità di
uscita anticipata, ma bisogna vedere le penalizzazioni, che sembrano
addirittura più alte rispetto alle misure già esistenti. Poi bisogna ricordare
che un intervento di questo tipo ha un costo molto elevato e non basteranno
certo le risorse che sono state collocate, tant'è che lì si parla di
aggiustamenti e correzioni”.
Infine la flat tax, baluardo della Lega. “Si
continua a parlare di taglio delle tasse dal lato delle aziende, mai dal lato
del lavoro”, osserva l’esponente della Cgil. “Un’operazione da cui trarrà
beneficio solo una piccola porzione di contribuenti e non stiamo certo parlando
di quelli che stanno peggio, ma della base elettorale della Lega. Non bastasse
questo, si interviene di nuovo con un condono fiscale”.
Ora è il momento di mettere tutto nero su bianco,
nella manovra: “Sarebbe davvero opportuno che nei prossimi giorni – conclude
Fracassi – ci fosse un confronto vero con le organizzazioni di rappresentanza
sociale e del lavoro, una discussione che riporti un po' la bussola su quello
che serve davvero oggi ai lavoratori e ai pensionati di questo Paese”.
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