venerdì 28 settembre 2018

ITALIA/BILANCIO Un Def che può costare caro


Redazione – Rassegna sindacale
29 settembre ’18

Il governo dice sì al 2,4%. Dopo ore di negoziato ad alta tensione, ieri in serata il Consiglio dei ministri ha varato la nota di aggiornamento al Def che contiene la spesa a debito per reddito di cittadinanza, mini-flat tax e pensioni. Non è ancora la manovra, per quella c’è da attendere un paio di settimane ancora. Ma le intenzioni sono queste e la giornata si è aperta con tensioni sul mercato per i titoli di Stato, il cui rendimento ha superato la soglia psicologica del 3%, mentre i titoli bancari sono andati a picco.
“Attendiamo di leggere il testo definitivo della nota di aggiornamento, una cosa però sembra chiara: non ci sono gli investimenti che servono al Paese”, osserva la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi ai microfoni di RadioArticolo1: “Per noi – aggiunge – significa che non ci sono le risorse che possono essere finalizzate alla creazione di lavoro”.
Tre i temi sbandierati dal governo gialloverde, a partire dal reddito di cittadinanza. “Al netto della propaganda su ‘abolire la povertà’, una cosa fuori dalla portata di questo Def e da qualsiasi legge di bilancio, bisogna capire quanto quest’operazione riduce altri strumenti di welfare che sono già in campo, perché si parla di tagli al welfare per circa 5 miliardi”, il che significa ridurre di molto i servizi sociali e la sanità pubblica.
Anche sul capitolo pensioni bisogna fare attenzione. “Consiglierei grande prudenza, perché si parla della possibilità di uscita anticipata, ma bisogna vedere le penalizzazioni, che sembrano addirittura più alte rispetto alle misure già esistenti. Poi bisogna ricordare che un intervento di questo tipo ha un costo molto elevato e non basteranno certo le risorse che sono state collocate, tant'è che lì si parla di aggiustamenti e correzioni”.
Infine la flat tax, baluardo della Lega. “Si continua a parlare di taglio delle tasse dal lato delle aziende, mai dal lato del lavoro”, osserva l’esponente della Cgil. “Un’operazione da cui trarrà beneficio solo una piccola porzione di contribuenti e non stiamo certo parlando di quelli che stanno peggio, ma della base elettorale della Lega. Non bastasse questo, si interviene di nuovo con un condono fiscale”.
Ora è il momento di mettere tutto nero su bianco, nella manovra: “Sarebbe davvero opportuno che nei prossimi giorni – conclude Fracassi – ci fosse un confronto vero con le organizzazioni di rappresentanza sociale e del lavoro, una discussione che riporti un po' la bussola su quello che serve davvero oggi ai lavoratori e ai pensionati di questo Paese”.

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