Redazione – Rassegna sindacale
27 settembre ’18
“Il 2018 si conferma l’anno della svolta
negativa per quanto riguarda gli infortuni. Non è più tempo di denunce, occorre
agire ad ogni livello, dalla contrattazione, che deve rimettere al centro le
condizioni di lavoro, alle istituzioni, che debbono svolgere pienamente la
funzione di prevenzione, controllo ispettivo e repressione”. È quanto dichiara
il segretario confederale della Cgil Franco Martini.
Di
fronte a questa situazione, sostiene, “ha poco senso danzare sulle piccole
variazioni dei numeri, perché il fenomeno resta serio in tutti i settori, a
partire da quelli tradizionalmente ai vertici delle statistiche. L’incremento
degli infortuni – prosegue – coincide peraltro con una, seppur flebile, ripresa
produttiva, a dimostrazione che l’economia è ripartita senza quel necessario
sforzo di innovazione che in tutte le sedi viene considerato la leva
fondamentale su cui agire per la qualità del lavoro e dello sviluppo”.
Per il
segretario confederale “è necessario porre uno stop alla diffusione del lavoro
precario e va evitato l’indebolimento del codice degli appalti, essendo quel
settore la più grande fabbrica di infortuni sul lavoro”. Inoltre “le
associazioni datoriali debbono assumere l’obiettivo della sicurezza come
discrimine del fare impresa, come codice etico a tutela della principale
risorsa di cui dispongono, le donne e gli uomini che lavorano”.
“Per
questo – conclude Martini – ribadiamo la necessità di una grande mobilitazione
nazionale, a tutti i livelli, per riaffermare il valore del lavoro, nella sua
qualità e dignità”.
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