Redazione – La Repubblica
23 settembre ’18
Gli
Sprar, le forme di accoglienza che danno posto a circa ventitremila persone,
sono "istituzioni straordinarie". Monsignor Nunzio Galantino,
segretario generale uscente della Cei e presidente dell'Apsa, prende le difese
del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che coinvolge oltre
400 Comuni. Un modello che il decreto immigrazione, che il governo si prepara a
varare, intende cancellare.
Proprio
ieri l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione ha lanciato l'allarme sul
fatto che il decreto sancisce la cancellazione degli Sprar "l'unico
sistema pubblico di accoglienza che funziona". "Gli Sprar dove sono
tenuti bene, e sono la stragrande maggioranza - dice oggi Galantino - sono
istituzioni straordinarie perchè il modo in cui sono stati concepiti dà
garanzie". Galantino, che nei cinque anni in Cei ha frequentato tanti
campi profughi all'estero, tra Kurdistan, Giordania e Libano, ha raccolto
testimonianze anche nel nostro Paese.
"Guardiamo
negli occhi la storia delle persone e guardiamo la realtà italiana che non è
così negativa da fare interventi da 'ferro e fuoco'. C'è da capire - dice
Galantino - cosa di bello hanno maturato gli italiani, con limiti, tra tanta
confusione e lasciati soli da realtà internazionali come l'Europa ma guardiamo
con realismo per smettere atteggiamenti curvaioli e da stadio che non ci fanno
percepire il senso della realtà". Pur premettendo di non avere visto nelle
pieghe il decreto legge che arriverà lunedì al Consiglio dei ministri,
Galantino osserva: "Questo decreto come tanti altri, fatto da questo o da
altri governi, dipende dal motivo per cui si scrivono perché se si scrivono per
dovere ricavare il massimo di profitto da certe parole o atteggiamenti e non si
scrivono per un servizio alla persona quale che sia la sua condizione e nazionalità.
Qualsiasi decreto, legge, intervento, dipende dall'obiettivo che si deve
raggiungere".
Galantino
bolla poi come bufala la storia dei 35 euro dati agli immigrati. "Tutti
sanno che lo Sprar non si fa all'aria aperta, ma in un locale che deve avere
sua consistenza per legge, una sua cura, deve avere operatori e tutte queste
realtà non possono essere fatte in nero. Se ciò accade, è bene che il governo
intervenga e punisca ma dovere poi leggere tutte queste realtà che hanno
capacità belle di promozione, è come minimo fuori posto perchè gli operatori
che sono lì sono italiani e vengono pagati con quei soldi. Le utenze sono
pagate all'Italia, il cibo è comprato in Italia, quindi sono soldi che di fatto
restano qui eccetto quei 2.50 euro che vengono dati a queste persone".
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