Mario Pierro – Il manifessto
28 settembre ’18
Per la manutenzioni e la messa in sicurezza di
tutti gli edifici scolastici italiani servono investimenti per 15-20 miliardi
di euro in almeno dieci anni. Lo sostiene Cittadinanzattiva nel XVI rapporto
sulla sicurezza delle scuole presentato ieri a Roma dove emerge una situazione
inquietante: nel 2017-2018 c’è stato un crollo ogni quattro giorni di scuola,
un record rispetto agli ultimi 5 anni. Tredici persone sonostate ferite, tra
personale scolastico e alunni. Dal 2013 a oggi i crolli sono stati 204 crolli,
i feriti 37 feriti. Tre scuole su quattro sono senza agibilità statica, solo
una su venti è in grado di resistere ad un terremoto in un paese sensibilissimo
a questi eventi traumatici e mortiferi. Sulla manutenzione degli edifici
scolastici emerge un paese a tre velocità: ad investire di più sulla
manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la
Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la verifica di vulnerabilità sismica è
stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre,
il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del
Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
IL SUD ARRANCA, poiché solo il 17% delle scuole ha
il certificato di prevenzione incendi, il 15% quella igienico-sanitaria, il 15%
quello di agibilità, il 18% il collaudo statico; un pò meglio al Centro, dove
il 19% ha il certificato di prevenzione incendi, il 18% quella
igienico-sanitaria, il 22% quella di agibilità e il 21% il collaudo statico.
Situazione diversa al Nord dove il 64% delle scuole sono in possesso del
certificato di prevenzione incendi, il 67% quello di agibilità
igienico-sanitario, il 63% ha l’agibilità e il 61% ha effettuato il collaudo
statico. A livello regionale, in ritardo sono il Lazio (9% delle scuole è in
possesso dell’agibilità/abitabilità, il 6% della prevenzione incendi), la
Campania (11% con agibilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12% con
agibilità, nessuna in regola con prevenzione incendi).
DAL RAPPORTO emerge che 18.665 edifici scolastici
si trovano in zone ad elevato rischio sismico, in particolare in Sicilia
(3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Solo per il 29% delle scuole è
stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria
entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica),
Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di
scuole in zone ad elevata sismicità. Solo il 9% delle scuole è stato migliorato
dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Va
meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41%
delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della
Sicilia (3%). Ben pochi i Comuni che si dichiarano pronti a gestire eventuali
emergenze. La percentuale sale al 60% per il Friuli Venezia Giulia e scende al
7% in Campania, 3% in Basilicata e 1% in Calabria.
CITTADINANZATTIVA sottolinea che la sicurezza è
considerata da tutti una priorità, ma le «pastoie burocratiche» allungano
enormemente i passaggi nella realizzazione degli interventi e dei nuovi
edifici. Si chiede di rivedere alcune importanti normative sulle responsabilità
in materia di sicurezza scolastica (legge 81/2008) e per ripensare gli spazi
superando la prospettiva «aula centrica» (decreto ministeriale del 18/12/1975).
E infine si chiede l’avvento dell’«anagrafe dell’edilizia scolastica» che a suo
tempo anche Renzi aveva assicurato.
IL MINISTRO dell’Istruzione, Marco Bussetti ha
detto che sbloccherà «7 miliardi» rimasti nel cassetto «immotivatamente». Renzi
disse di avere stanziato 10 miliardi, di cui 5 sembrano non essere mai stati
spesi. Si vedrà se questo sarà anche il destino di quelli di Bussetti.
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