Missionari comboniani in Italia –
Nigrizia
30 settembre ’18
Come missionari comboniani intendiamo manifestare
il nostro totale disaccordo nei confronti del decreto legge Sicurezza e
immigrazione, varato dal Consiglio dei ministri, perché considera
l’immigrazione principalmente come un problema di ordine pubblico.
Il cosiddetto “decreto Salvini” cancella di fatto
i diritti fondamentali degli stranieri e rischia di incrementare ancora di più
la percezione che i rifugiati sono una minaccia per la sicurezza dei cittadini
italiani, e non persone da proteggere. L’aspetto securitario del decreto legge,
indiscutibilmente necessario, non deve e non può mettere in secondo piano
l’aspetto più importante, e cioè che l’immigrazione non è una maledizione ma
una risorsa per la società.
In sintonia con tante associazioni cattoliche e
laiche impegnate nel settore dell’immigrazione, deploriamo il fatto che i
cambiamenti presentati nella legge vanno a peggiorare invece che migliorare le
leggi vigenti in materia di immigrazione. In particolare, contestiamo la
sostanziale riduzione della concessione del diritto di asilo per motivi
umanitari riservato a poche eccezioni, negando la protezione a chi, ad esempio,
proviene da paesi dove c’è seria instabilità politica e la vita delle persone è
in pericolo. Inoltre, riteniamo un errore il ridimensionamento del Sistema di
protezione per richiedenti asilo (Sprar) – uno tra i pochi esempi di successo
di accoglienza integrata realizzata dai comuni in collaborazione con
associazioni volontarie – che andrà ad accrescere il numero di clandestini destinati
a languire nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Irragionevole ci pare
poi la scelta di raddoppiare i tempi di permanenza nei Centri per il rimpatrio
(Cpr) fino a 180 giorni, misura che porterà a prolungare inutilmente la
detenzione amministrativa di persone che non hanno commesso alcun crimine.
Come cristiani e missionari riteniamo che
l’impianto generale della legge Sicurezza e immigrazione sia in netto contrasto
con la dottrina sociale della Chiesa e gli insegnamenti di papa Francesco e dei
suoi predecessori che costantemente invitano all’accoglienza di profughi e
immigrati, incoraggiandone l’integrazione nella società.
Infine ci rivolgiamo al presidente della
Repubblica italiana, Sergio Mattarella, affinché si rifiuti di apporre la
propria firma al decreto Immigrati e sicurezza ed esiga che venga riscritto nel
rispetto dei principi di fondo della Costituzione italiana e delle convenzioni
internazionali in materia di immigrazione.
Nessun commento:
Posta un commento