Redazione – Rassegna sindacale
26 settembre ’18
Il
contratto è fermo dal 2007, ben undici anni. Una situazione ormai insostenibile
per i 150 mila lavoratori della sanità privata, che oggi (martedì 25 settembre)
scendono in piazza a Roma, in concomitanza con il vertice con le controparti
Aris e Aiop. L'appuntamento per la manifestazione nazionale, indetta da Fp
Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dietro le parole: “Ora basta, #TempoScaduto!”, è alle
ore 9.30 in largo della Sanità militare 60 (presso la sede dell'Aris). “La
trattativa per il rinnovo procede troppo lentamente e va sbloccata, datori di
lavoro e istituzioni facciano finalmente la loro parte: la pazienza è finita”,
scrivono i sindacati. Nel mirino ci sono le controparti, Aiop e Aris, alle
quali chiedono una svolta per imprimere un'accelerata al confronto.
“È
ora di dire basta: quando si entra in una di queste strutture un cittadino non
percepisce la differenza, ma sui lavoratori che ogni giorno contribuiscono a
garantire la salute pubblica, il peso di un salario minore, minori diritti,
minori opportunità di formazione, crescita e valorizzazione professionale, è
tanto e non più sostenibile”, scrivono i segretari generali di Fp Cgil Roma e
Lazio (Natale Di Cola), Cisl Fp Lazio (Roberto Chierchia) e Uil Fpl Roma e
Lazio (Sandro Bernardini). Nel Lazio, ad esempio, i lavoratori della sanità
privata sono 25 mila, ed erogano circa il 40 per cento delle prestazioni del
Servizio sanitario regionale.
Per
le categorie di Cgil, Cisl e Uil la manifestazione di oggi è anche
“un’occasione per rimettere al centro quanto stiamo chiedendo alla Regione in
termini di sostegno e d'intervento diretto sul sistema di accreditamento”. Nei
mesi scorsi i sindacati hanno lanciato una petizione al presidente del Lazio
Zingaretti, alla giunta e al Consiglio regionale per chiedere “non solo il
sostegno istituzionale in Conferenza Stato-Regioni, ma, in particolare,
l’impegno su un percorso certo che ridefinisca le regole e renda trasparente il
sistema di accreditamento così come la gestione delle risorse”.
Per
Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini “l’obiettivo di
un’occupazione di qualità anche nel sistema privato, che fermi il dumping e
superi il precariato, è possibile solo incrociando le due strade: un nuovo
contratto nazionale che riconosca diritti e dignità ai lavoratori, e l’impegno
dell’istituzione regionale a mettere regole più stringenti su gestione,
organizzazione e pianificazione dei servizi nelle strutture accreditate,
tenendo al centro il lavoro”.
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