Claudio Tucci – Il sole 24 ore
29 settembre ’18
Portata l’asticella del deficit al 2,4%, per il
reddito di cittadinanza si dovrebbero liberare più risorse. Il ministro Luigi
Di Maio ha indicato, al termine del Cdm che ha esaminato i nuovi tendenziali di
finanza pubblica in vista della legge di Bilancio, la cifra di 10 miliardi di
euro a disposizione per la misura, sottolineando come l’intervento possa
rappresentare un aiuto per oltre 6 milioni di italiani in condizione di
povertà.
Le ipotesi tecniche allo studio
Lo strumento, secondo le ipotesi tecniche
circolate nei giorni scorsi, dovrebbe funzionare così: 780 euro mensili per tre
anni, ma prorogabili. Ci sarebbero quattro requisiti: vale a dire, ricerca
attiva del lavoro, completamento dei percorsi di formazione, involontarietà
della disoccupazione, e reddito familiare. La misura si perde se si rifiutano
tre proposte di impiego “congrue”. Resta da capire come si relazionerà con la
Naspi, l’attuale assegno di disoccupazione per chi perde un impiego.
L’importo del reddito (per un single)
La soglia dei 780 euro mensili, indicata più volte
dai “grillini” è calcolata per un single. Ci si arriverebbe con un meccanismo
ad integrazione; per i pensionati si è calcolato che sarebbero da aggiungere in
media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale), per un
disoccupato o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di
reddito, si stima che serviranno altri 480 euro medi mensili (per raggiungere
la cifra di 780 euro).
Qualora, invece, il disoccupato non dovesse
risultare percettore di alcun reddito, avendone comunque i requisiti, avrebbe
diritto all’intero assegno di 780 euro. L’ammontare della prestazione verrebbe
rideterminato tenendo conto delle economie che si manifestano all’aumento dei
componenti del nucleo familiare. In questi casi, la prestazione verrebbe
rideterminata tramite l’utilizzo di una scala di equivalenza. Oggi, con il Rei,
il Reddito di inclusione introdotto dai governi Renzi-Gentiloni, le soglie sono
due: un Isee non superiore a poco più di 6mila euro e 20mila euro di
patrimonio, esclusa la prima casa.
L’attivazione
Secondo la proposta pentastellata, la presa in
carico dei percettori di reddito di cittadinanza sarebbero appannaggio dei
centri per l’impiego. Di qui, la proposta, correlata, di intervenire anche sui
Cpi (si ragione di una dote di 1,5 miliardi iniziali) per migliorarli (oggi le
performance dei centri per l’impiego sono del tutto insoddisfacenti in
larghissima parte del Paese).
Nessun commento:
Posta un commento